Pubblichiamo la lettera del presidente di Confindustria Reggio Calabria, Giuseppe Nucera, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, condivisa dall’assemblea della stessa Associazione degli Industriali.
Signor Presidente, Le scrivo in nome e per conto degli industriali della Città metropolitana di Reggio Calabria che guardano con estremo interesse alla riunione del Governo nazionale nella nostra città, significandoLe la nostra speranza riguardo alle più urgenti questioni della nostra terra, a cominciare da Gioia Tauro, sede del più importante porto italiano di transhipment e principale sistema economico della Calabria.
Da imprenditori, apprezziamo la scelta dell’Esecutivo da Lei presieduto di uscire da Palazzo Chigi e di tenere una propria seduta nella nostra regione, ricca di potenzialità economiche ma al tempo stesso dominata da una condizione di criticità strutturale che, secondo i principali osservatori economici e sociali, a cominciare dallo Svimez, continuano a portare questa terra verso una condizione di marginalità e di desertificazione industriale, con la perdita di chance per i giovani.
In vista della riunione del Consiglio dei Ministri, Signor Presidente, mi preme investirLa, nella Sua qualità, di una richiesta di attenzione da parte del Governo nazionale sul versante della reputation del nostro territorio e in particolare del Porto.
Gioia Tauro non è il porto della malavita e della ‘ndrangheta. I dati in possesso della società terminalista e facilmente riscontrabili dallo Stato dimostrano come i sequestri legati a traffici illeciti siano in linea con quelli degli altri grandi porti del mondo. E nella quasi totalità dei casi gli stupefacenti sequestrati a Gioia Tauro sono destinati alle redditizie piazze del Nord Italia, come dimostra il fatto che la destinazione finale dei contenitori è quella dei porti di Livorno, Genova o La Spezia.
Probabilmente, sarebbe il caso che le autorità inquirenti effettuassero i sequestri direttamente lì, anche perché ciò agevolerebbe l’individuazione dei veri flussi dei traffici illeciti. In tal senso è necessario che il governo, fermo restando il lodevole lavoro di magistratura e forze dell’ordine, contribuisca concretamente a cancellare la falsa nomea di Gioia Tauro, che allontana l’interesse degli investitori stranieri.
Al contempo, Signor Presidente, noi riteniamo che sia necessario andare oltre gli aspetti formali della costituzione della Zona Economica Speciale. Il recente insediamento del Comitato di Indirizzo, presso l’Autorità Portuale, per il Piano strategico della Zes è un passo avanti indispensabile ma che non può prescindere da un contestuale impegno del Governo che, in primo luogo, non può e non deve tagliare fuori il porto di Gioia Tauro dalla nuova Via della Seta.
Confidiamo nel Suo autorevole intervento e nella sensibilità dimostrata, anche nel proporre di tenere qui la seduta del Consiglio dei Ministri, perché la riunione del Governo non sia solo un momento
simbolico ma anche contraddistinto da quella concretezza di cui noi imprenditore non possiamo fare a meno.
Noi, imprenditori reggini, con orgoglio rivendichiamo la volontà, con trasparenza e legalità, di essere protagonisti del rilancio del Porto, al punto da aver proposto formalmente la partecipazione di una cordata
apert anche a nuove adesioni nel capitale della società terminalista, anche al fine di garantire una “voce” del territorio nelle decisioni strategiche del Porto, che non può essere destinato a una condizione di totale monopolio sia nella gestione del terminal che nella presenza di un unico armatore, guarda caso il medesimo concessionario delle banchine. Circostanza su cui si sono accesi i riflettori dell’Autorità Garante della Concorrenza.
Riteniamo prioritario restituire all’Autorità portuale di Gioia Tauro una governance stabile e strutturale, attribuita a personalità dotata di capacità manageriali e possibilmente legata al territorio, ponendo fine a un lungo commissariamento che per definizione non è in grado di proiettare nel futuro questa infrastruttura.
Anche perché il porto è strategico per tutta una serie di settori, a cominciare dall’agroalimentare e dalla meccanica in cui disponiamo di straordinarie eccellenze produttive che possono essere pienamente protagoniste dell’export italiano.
La Calabria ha bisogno di cambiare marcia. E in questo senso, è indispensabile costruire attorno a questa regione e in particolare nelle aree più isolate della Città metropolitana di Reggio Calabria un sistema di infrastrutture tale da consentire lo sviluppo sociale ed economico, a cominciare dal completamento della Statale 106, dall’Alta velocità ferroviaria, da un sistema efficiente di collegamenti aerei.
La riunione del Governo in Calabria, come abbiamo avuto modo di apprendere dagli organi d’informazione, nasce dalle drammatiche questioni della Sanità pubblica per la quale sollecitiamo un’amministrazione stabile delle Aziende sanitarie territoriali e ospedaliere che vanno affidate a manager competenti e messi nelle condizioni di completare il loro mandato.
Auspico, Signor Presidente, che Lei possa accogliere queste nostre osservazioni, che rappresentano solo una minima ed esemplificativa parte dei numerosi e gravi problemi del nostro territorio, perché la riunione del Consiglio dei Ministri possa essere davvero il punto di partenza per la soluzione degli stessi per Reggio e per la Calabria.
A tal fine, Le rappresentiamo la volontà – compatibilmente con i suoi impegni istituzionali – di incontrarLa, con una delegazione di imprenditori associati a Confindustria Reggio Calabria, per illustrarLe in maniera esaustiva le questioni di maggiore urgenza che interessano lo sviluppo del nostro territorio.
I miei più deferenti ossequi.
*presidente Confindustria Reggio Calabria
x
x