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Cold case risolto a Cosenza: Ruffolo ucciso per uno sgarro al clan – VIDEO
L’omicidio avvenuto nel 2011 sarebbe stato deciso dai vertici della cosca Lanzino-Patitucci perché la vittima voleva muoversi in autonomia nel campo dell’usura. L’impegno di Gratteri: «Risolviamo anc…
Pubblicato il: 17/05/2019 – 13:59
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di Michele Presta
COSENZA Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia – «almeno 8 o 9 hanno riferito sull’omicidio», spiegano dalla Questura – più «tutta una serie di accertamenti fatti subito dopo l’omicidio di Giuseppe Ruffolo», hanno permesso agli agenti della squadra mobile di Cosenza e a quella di Catanzaro di notificare un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a Roberto Porcaro e Massimiliano D’Elia (qui altri dettagli). Entrambi sono gli indiziati dell’omicidio che si consumò il 22 settembre del 2011 su via degli Stadi nel centro di Cosenza. Un delitto nel quale secondo gli inquirenti c’è lo zampino della criminalità organizzata. «Con l’arrivo del sostituto procuratore Camillo Falvo, nel territorio di Cosenza – spiega il procuratore Nicola Gratteri al Corriere della Calabria – abbiamo concordato di ripercorrere fatti delittuosi, omicidiari e non solo, un po’ trascurati e irrisolti. Abbiamo cercato di rivitalizzare vecchie indagini, di ripercorrere uno scenario criminale grave: qui si stratta di omicidi avvenuto nel centro di Cosenza, una delle zone più importanti della Calabria. È stato importante il lavoro che il collega Falvo ha fatto nel rimettere insieme tutti gli elementi di questo delitto. Ha lavorato in modo meticoloso e scrupoloso come un vero “topo d’archivio”, un compito tutt’altro che semplice ma che conferma come rappresenti un vero valore aggiunto per il territorio di Cosenza, una zona molto difficile dove non riuscivamo a sfondare e ottenere risultati significativi come è avvenuto negli altri circondari. Sono molto grato anche alla Squadra Mobile ed in particolare al dirigente Fabio Catalano per l’ottimo lavoro e per i risultati ottenuti». Le indagini condotte da Gratteri e Falvo mirano a risolvere uno dei tanti “cold case” della città dei Bruzi. Roberto Porcaro, 35 anni, è imputato come mandante dell’omicidio mentre Massimiliano D’Elia è considerato l’esecutore materiale. Il killer, a bordo di una due ruote, ha raggiunto Giuseppe Ruffolo mentre percorreva via degli Stadi sulla sua macchina. Dopo averlo affiancato ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco, poi le direzioni dei due si dividono: Ruffolo tenta a stento di sopravvivere all’agguato, D’Elia si dilegua. La moto verrà ritrovata carbonizzata da una squadra della protezione civile intervenuta per un incendio di sterpaglia.
https://www.youtube.com/watch?v=M_76AlnHFHw


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