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Confisca da 18 milioni di euro ai boss del Soveratese

La Guardia di finanza ha eseguito la sentenza divenuta definitiva nei confronti dei capi della cosca Sia-Procopio-Tripodi. Il provvedimento è scaturito dall’indagine “Showdown”. Sigilli anche a un …

Pubblicato il: 17/06/2019 – 11:27
Confisca da 18 milioni di euro ai boss del Soveratese

CATANZARO I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro hanno dato esecuzione alla sentenza emessa dalla Corte d’appello con riguardo alla confisca di un patrimonio da 18 milioni di euro riconducibile alla cosca di ‘ndrangheta Procopio-Sia-Tripodi egemone nel Soveratese. Il provvedimento giudiziario, divenuto ormai definitivo, avendo superato il vaglio della Corte di Cassazione, è relativo all’operazione “Showdown” scaturita dall’indagine della Procura di Catanzaro – ora diretta dal procuratore Nicola Gratteri – condotta con il coordinamento dall’attuale procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla.
Gli accertamenti patrimoniali, svolti dai finanzieri del Nucleo P.e.f./G.i.c.o. di Catanzaro, eseguiti mediante la capillare e meticolosa ricostruzione degli articolati assetti societari, delle principali operazioni finanziarie poste in essere ed il conseguente incrocio dei dati con le risultanze dell’attività tecnica e dell’attività info-investigativa svolta sul territorio di riferimento, consentivano di ricostruire gli interessi economici della cosca realizzati mediante il ricorso a schermi societari e a fittizie intestazioni di beni ed attività economiche.
La sentenza, ora in esecuzione per il profilo patrimoniale, oltre a riconoscere in capo a numerosi imputati, tra cui i maggiorenti della cosca (Fiorito Procopio, Michele Lentini e Maurizio Tripodi), la responsabilità penale per vari reati loro rispettivamente ascritti, dall’associazione di stampo mafioso, all’interposizione fittizia di beni, ai reati in materia di spaccio di stupefacenti, disponeva la confisca del patrimonio, per un valore complessivo stimato in circa 18 milioni di euro, riconducibile ai vertici del clan, costituito da svariate quote societarie, beni mobili ed immobili ubicati nella provincia di Catanzaro, così come attività economiche costituite da ditte individuali nonché da società a responsabilità limitata e la quota parte della metà di un villaggio turistico in fase di realizzazione denominato “San Sostene resort” sito a pochi chilometri da Soverato.

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