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“Nel cuore della città”, riflettori accesi su Catanzaro
Presentata la ricerca della fondazione di don Piero Puglisi: «Nel capoluogo non si vive male ma nemmeno bene»
Pubblicato il: 19/06/2019 – 19:19
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CATANZARO «A Catanzaro non si vive malissimo ma non si vive nemmeno bene». È questa la conclusione di una ricerca della fondazione “Città solidale Onlus”, struttura che da anni opera nel settore del volontariato nel capoluogo di regione.
La ricerca, dal titolo “Nel cuore della città”, evidenzia le criticità che registra Catanzaro, a partire dal centro storico, e si basa sull’analisi di 200 interviste condotte tra diverse fasce istituzionali, economiche, sociali e culturali di Catanzaro: le problematiche più avvertite – emerge dall’indagine – riguardano la povertà, lo spopolamento, le condizioni di vivibilità, la convivenza tra diverse culture e religioni, e la criminalità. Tra i dati più significativi della ricerca, curata da Antonella Aletta di “Città solidale”, spiccano il 34,6% di catanzaresi contribuenti con reddito basso (a fronte di una media nazionale del 32%), il 9,9% delle famiglie catanzaresi senza occupati (rispetto a una media nazionale del 6,7%). e le oltre 1800 persone, in maggioranza straniere, ospitate dal 1999 al 2017 nelle strutture di accoglienza di Catanzaro: in generale, comunque, gli indicatori del capoluogo di regione sono migliori di quelli delle altre città della Calabria.
Nelle conclusioni, la ricerca evidenzia che a Catanzaro «ci sono sacche di povertà estrema, persone e famiglie che vivono al limite della sopravvivenza, il cui numero è difficile da quantificare con previsione ma che comunque richiedono attenzione e interventi non solo nell’ottica dell’emergenza. E poi c’è una situazione diffusa di insoddisfazione, per cui molti si lamentano e alcuni arrivano alla decisione di trasferirsi altrove». «Il centro storico – si legge ancora – è forse il nucleo emblematico di questa situazione, perché in un certo senso vi si concentrano alcune delle problematiche fondamentali (lo spopolamento, i problemi di vivibilità generale, la convivenza con altre culture, i disservizi, l’invecchiamento della popolazione), ma ci sono altri quartieri più critici per altri motivi, primo tra tutti quello della criminalità».
Secondo il presidente di “Città solidale Onlus”, padre Piero Puglisi, «la ricerca, frutto di un lavoro molto approfondito lungo oltre 2 anni nella città, per verificare quali sono le forme di povertà più diffuse nella città, soprattutto nel centro storico, offre risultati interessanti e anche imprevisti: è emerso anzitutto che la povertà, purtroppo, è un fenomeno sempre in aumento nonostante ci siano tanti atti messi in campo da chi ci governa e le azioni messe in campo non solo da “Città solidale” e dal privato sociale». «Registriamo anche – ha aggiunto – forme nuove di povertà: ci sono i bisogni e i disagi manifestati dagli immigrati, che sono un fenomeno numericamente crescente nonostante i vari decreti sicurezza, ma anche i bisogni e i disagi di tante famiglie di catanzaresi che hanno perso il lavoro o la casa o sono vittime della dipendenza del gioco on line. Tutto questo – ha rimarcato padre Piero Puglisi – ci fa pensare che è urgente trovare strumenti e strategie per affrontare queste problematiche».
Padre Puglisi si è, infine, soffermato anche sul recente furto commesso ai danni del centro: «Abbiamo avuto questa disavventura, fa parte del gioco, bisogna mettere in conto anche queste cose spiacevoli». (cant. a.)
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