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Regione, l'appello dei precari della legge 12: «No a disparità di trattamento»

I lavoratori inviano una lettera a Oliverio e al consiglio regionale per chiedere il rispetto degli impegni presi: «Rivendichiamo un’occupazione stabile»

Pubblicato il: 13/07/2019 – 13:11
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Regione, l'appello dei precari della legge 12: «No a disparità di trattamento»
CATANZARO Una lettera indirizzata al presidente della giunta regionale, all’assessore al lavoro Angela Robbe, al presidente della giunta regionale e ai consiglieri arriva dai lavoratori appartenenti al cosiddetto bacino della legge regionale 12 del 2014. Questi lavoratori erano destinatari dei fondi per la stabilizzazione dei precari ma sembrava fossero stati “dimenticati” e tenuti fuori dal percorso di stabilizzazione. Eppure sembra che qualcosa si stia muovendo. Il 24 giugno scorso il consiglio regionale con un documento bipartisan – proposta di legge 443/10 “sulla storicizzazione delle risorse del precariato storico” si è impegnato a «inserire nel percorso di cui alla suddetta proposta di legge 443/10 i lavoratori contenuti negli elenchi derivanti dalla legge 12/2014, oggetto di valutazione di apposita commissione istituita all’interno del dipartimento Lavoro, e di prevedere il loro inserimento all’interno del percorso di impiego, contrattualizzazione e stabilizzazione, individuando, nel contempo le necessarie risorse finanziarie, e pertanto il relativo provvedimento all’approvazione del Consiglio regionale, entro e non oltre 30 giorni dalla data odierna». Il documento firmato da Parente, Tallini, Pedà, Arruzzolo, Esposito, Romeo, Orsomarso, Nicolò, Guccione, Sergio, Scalzo, Mirabello e Gallo attende ora di concretizzarsi. Nelle more i precari si rivolgono ai rappresentati in seno al consiglio regionale confidando che «gli impegni assunti nella seduta ultima di consiglio regionale del 24/06/2019 in merito alla nostra stabilizzazione, entro il termine già convenuto di 30 giorni, si tramutino in fatti, scongiurando qualsivoglia illegittima disparità di trattamento nei nostri confronti in relazione agli altri bacini di precariato tutelati dalla medesima legge 1/2014 che hanno già goduto sia delle passate deliberazioni che dell’ultima della deliberazione n. 413 avente ad oggetto “Legge regionale – Storicizzazione risorse del precariato storico”». E ricordano come è nata la loro condizione di precari, tra i quali vi sono parecchi over 40 e 50, persone che «da molti anni hanno prestato attività lavorativa presso i vari dipartimenti regionali garantendo, attraverso contratti di collaborazione a progetto con diversi enti “in house” della Regione Calabria, molteplici attività: (rendicontazione dei Bandi Fse, monitoraggio dell’attuazione delle operazioni cofinanziate con fondi europei, inserimento e analisi delle informazioni nelle banche dati, assistenza legale)». «Per questo – scrivono – rivendichiamo l’attuazione del diritto riconosciuto con legge, di un’occupazione stabile che dia dignità professionale e ci consenta di condurre una vita decorosa per le nostre famiglie ed un futuro per i nostri figli, affinché la volontà politica, lapalissianamente manifestata al consiglio regionale si traduca in realtà». (ale.tru.)
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