di Maria Rita Galati
CATANZARO «Scrivere è l’atto più coraggioso e incosciente che abbia mai fatto nella mia vita. Per me scrivere è una richiesta d’amore: leggendo i miei libri vedete la filigrana della mia anima, mi mostro per quella che sono, e come se dicessi ‘eccomi, io sono questa, amatemi». Chiara Francini è un raggio di sole che squarcia il buio mentre l’alba spinge fuori la notte dalla stanza muta. Vitale, energica, carismatica, tutto in un sorriso che ci sembra di vedere anche mentre con la sua scrittura frizzante, rotonda e abbondante di aggettivi, al lettore vuole regalare il dipinto di una pagina da vedere, piuttosto che sfogliare. Affiancata dalla giornalista Donatella Soluri, che domanda e introduce con discrezione rendendola protagonista assoluta, presenta la sua terza fatica letteraria – “Un anno felice” – al “Magna Graecia book festival”, altro momento imperdibile della sedicesima edizione del Festival cinematografico creato e organizzato da Gianvito Casadonte.
Chiara Francini torna in Calabria, «la regione più accogliente che in assoluto ho più frequentato». La sala dell’Hotel Perla del Porto è gremita come non mai, tutti per Chiara che conosciamo bene come attrice eclettica, brava, divertente e molto simpatica e che abbiamo imparato ad apprezzare ed amare come autrice di libri – “Non mangiare con la bocca piena” e “Mia Madre non lo deve sapere” – in cui ha affrontato temi delicati come la relazione madre-figlia e le nuove famiglie. L’amore non manca mai, ma nel suo terzo romanzo,
Chiara Francini si confronta con il volto oscuro dell’amore, quello difficile da individuare, quello che si confonde con i propri fantasmi quando prende una piega sbagliata e diventa la trappola in cuitante donne cadono accecate dai sentimenti e dalle loro stesse illusioni. La protagonista del romanzo, ambientato a Firenze, si chiama Melania, a causa della passione della mamma per “Via col Vento”. Ma più che alla dolce moglie di Ashley, Melania somiglia alla vulcanica miss Rossella. Di mestiere fa la editor e vive con la sua amica Franca: due fuori corso a cui la vita ha dato molto studio e pochi incontri romantici. Le ragazze stanno attendendo l’Amore, con la “a” maiuscola, quello vero. Ma senza sapere bene quando e come arriverà. Un giorno di maggio, Melania si ritrova a offrire un caffè ad Axel. Il giovane sembra provenire da un altro mondo: è uno svedese, ma i lineamenti del suo volto ricordano un etrusco. Inizia così un tira e molla tra i due, fatto di corse, risposte stentate e passione.Il giorno in cui il ragazzo deve ritornare in Svezia, Melania prende una decisione. Pur di seguirlo, abbandona il lavoro, lascia gli amici e rinuncia a consuetudini e quotidiane certezze. Ma quando “dal rumore italiano che è musica passa al silenzio assordante della Svezia e si ritrova davanti ad un muro di perfezione come una linea retta assolutamente gelida”, succede qualcosa dentro di lei.
E il resto non si può raccontare, perché non si può rompere l’alea di mistero che avvolge le vicende arricchite da segreti e dubbi. Certo è che “Un anno felice” segna la maturità della scrittura della Francini. «Che dopo questo, mi manca solo il mimo e il porno e poi ho fatto tutto», scherza richiamando gli applausi perché «il rapporto con il pubblico per me è molto importante».
Luci e ombre sull’amore, quindi, ma anche il tema dell’amicizia come emerge dalla descrizione dello splendido rapporto che esiste tra Melania e Franca, “sorelle d’anima”: «Secondo me l’amicizia è il sentimento d’amore supremo perché, essendo privo di implicazioni parentali e sessuali, è amore per amore. Io voglio che il lettore provi le stesse sensazioni che ho provato – dice ancora – e le descrivo attraverso quello che prova Melania. Quando finisce la fase dell’innamoramento, si sente piccola, insicura, brutta, e si chiede cosa può fare per farsi amare. Ma ricordatevi che in ginocchio si sta solo per pregare perché la vita va vissuta eretti. E le vere principesse come corona hanno i capelli. Ho un grande amore per gli esseri umani – conclude Chiara Francini – ho molto piacere di descriveree far incontrare culture diverse e le ineliminabili possibilità di far emergere l’unicità».
Insomma “Un anno felice” è un romanzo che vuole essere una sorta di monito: attenzione che «la mancata alfabetizzazione del maschio non riguarda la latitudine».
E il Magna Graecia Film Festival continua: alle 13 è prevista la conferenza stampa Simone Spada, il regista del film in concorso questa sera “Domani è un altro giorno” (modera Antonio Capellupo). Alle 18.15 in calendario la presentazione de “Andare per i luoghi del ‘68” (il Mulino) di Toni Capuozzo al Blanca Cruz e allo stesso orariola presentazione di “Banditi a Orgosolo” (Rubbettino) di Antioco Floris alla Perla del Porto, a seguire la presentazione di “Due mogli. 2 agosto 1980” (Mondadori) di Maria Pia Ammirati.
Dalle 21.30 la performance musicale di Giulia Penna e proiezione del film “Domani è un altro giorno” di Simone Spada. Ospiti della serata: Simone Spada, Toni Capuozzo, Nicolas Vaporidis, Dario Bandiera. (redazione@corrierecal.it)
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