CATANZARO Il governo ha deciso di impugnare la legge della Regione Calabria numero 30 del 25 giugno 2019, recante “Modifiche all’articolo 1 della legge regionale 3/2015”, «in quanto – si legge nella nota diffusa al termine del Consiglio dei ministri – una norma riguardante i gettoni di presenza spettanti ai componenti di Commissioni e Comitati nominati dalla Regione riduce le misure di contenimento della spesa, violando gli articoli 81 e 97 della Costituzione, nonché l’articolo 117, terzo comma, della Costituzione, per contrasto con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica».
La norma ha modificato la legge numero 3 del 2015 che riguarda le “Misure per il contenimento della spesa regionale”, in particolare è stato modificato l’unico articolo: «Ai fini del contenimento della spesa, nelle more della riorganizzazione di Aziende, Agenzie, Enti collegati a qualsiasi titolo alla Regione, Commissioni e Comitati nominati dalla Regione, gli emolumenti e/o gettoni di presenza spettanti ai componenti, anche di vertice, sono ridotti della metà rispetto a quelli attualmente in essere, con decorrenza 1 gennaio 2015». Il consiglio regionale, nella seduta del 25 giugno ha eliminato le parole «gli emolumenti e/o» e «… “anche di vertice”».
La conseguenza è che gli organi di vertice delle società regionali non avranno più ridotti della metà i compensi (ovviamente quelli che erano stati tagliati per effetto della legge del 2015) e torneranno agli stipendi così come determinati prima della spending review sancita nel 2015. Adesso la norma è in discussione. Dopo l’intervento del governo – ammesso che la Regione non decida di fare un passo indietro – toccherà alla Corte costituzionale decidere.
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