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Il Pd chiede il voto a gennaio, caos tra i big calabresi. Di Maio seppellisce l'alleanza

Oddati e Graziano confermano la linea del no a Oliverio (che potrebbe indire le elezioni per dicembre). Ma i colonnelli accusano il Nazareno di dilettantismo e chiedono di essere convocati. Domani l’…

Pubblicato il: 28/10/2019 – 12:37
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Il Pd chiede il voto a gennaio, caos tra i big calabresi. Di Maio seppellisce l'alleanza
CATANZARO Nessuna mano tesa a Mario Oliverio, almeno per ora, ma è caos nel Pd dopo la sconfitta in Umbria e la conseguente messa in discussione dell’alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle (qui l’analisi post voto). La linea del Nazareno per ora non cambia, con la segreteria nazionale guidata da Nicola Zingaretti che ribadisce la necessità di un rinnovamento e, in più, chiede a Oliverio di fissare la data del voto il 26 gennaio, una richiesta che evidentemente sottintende il timore dei dem di un blitz del governatore – ma il decreto in questo caso dovrebbe arrivare nelle prossime ore – per portare i calabresi alle urne il 15 dicembre. A confermare la posizione della segreteria nazionale del Pd sono il commissario regionale del partito, Stefano Graziano, e il responsabile Mezzogiorno del Pd, Nicola Oddati: «Sapevamo – dicono Graziano e Oddati – che in Umbria ci attendeva una sfida difficile, una prova per il patto civico e per replicare sul territorio l’alleanza di governo. Il risultato non è stato positivo ma il percorso di rinnovamento e di cambiamento avviato in Calabria resta l’unica opzione percorribile. Non si torna indietro, anzi. Il lavoro va intensificato. Il risultato elettorale è stato condizionato dalle dinamiche locali, una reazione alla classe dirigente regionale. Il primo punto fermo di questa nuova fase – aggiungono Graziano e Oddati – deve essere la scelta della data in cui tenere le elezioni regionali. Chiediamo al governatore Oliverio di indire la consultazione per il prossimo 26 gennaio». Fin qui la presa di posizione ufficiale dei dirigenti a cui Zingaretti ha demandato la gestione del caso Calabria. Poi però ci sono le voci di corridoio e i malumori interni che si fanno sempre più consistenti. Il limbo in cui si sono stati lasciati non è certo piaciuto ai dem calabresi che pure si erano esposti per tentare di seguire il percorso dell’alleanza con l’M5S. Da Roma però non è arrivato in questi mesi nessun passo decisivo, soprattutto per l’indicazione dell’ipotetico candidato alla Presidenza. I nomi del superpoliziotto Giuseppe Gualtieri e dell’imprenditore Pippo Callipo sono rimasti appesi alle indiscrezioni e ai retroscena e, ora, i big del Pd calabrese stanno manifestando forti malumori per come la questione è stata gestita da Roma. Qualcuno parla addirittura di «dilettanti allo sbaraglio» e in queste ore è partita verso il Nazareno la richiesta di essere convocati entro domani. Intanto i renziani di Italia Viva confermano che non prenderanno parte alle elezioni calabresi. M5S Intanto sul fronte del M5S c’è da assorbire la batosta dell’Umbria, con il Movimento che di fatto ha visto dimezzare i suoi voti rispetto alle Europee (dal 14 al 7%) e i cui vertici hanno subito manifestato sul Blog delle Stelle la chiara intenzione di archiviare l’alleanza per tornare a proporsi come terza via rispetto ai poli tradizionali. Qualcosa di più potrebbe emergere domani da un vertice già convocato in cui Luigi Di Maio incontrerà i parlamentari calabresi, molti dei quali hanno già espresso pubblicamente la netta contrarietà all’ipotesi di replicare l’alleanza col Pd anche in Calabria. Intanto Luigi Di Maio, in un’intervista a Sky Tg 24, pur non mettendo in dubbio l’alleanza di governo con i dem, decreta però la fine di ogni esperimento di coalizione territoriale: «Per la prima volta nella storia abbiamo deciso di fare un’alleanza, un patto civico, col Pd. Non ha funzionato, in Umbria siamo a uno dei risultati più bassi, questo esperimento non è più praticabile. Il M5s va meglio quando corre da solo». CENTRODESTRA Nel centrodestra ovviamente si festeggia (qui le dichiarazioni di Salvini e di Tajani) e si brinda all’unità. La leader di FdI Giorgia Meloni – che in Umbria ha scavalcato Forza Italia e M5S – fa sapere che il suo partito “lavora” in particolare «sulla Puglia e sulle Marche» ma aggiunge che, seppure «la partita centrale sarà in Emilia Romagna», anche la Calabria «sarà importante». Forza Italia ha già lanciato Mario Occhiuto per la Presidenza ricevendo delle bocciature anche dal leader della Lega. Lo stesso Silvio Berlusconi ha detto qualche giorno fa di essere in attesa di un «secondo esame» degli avvocati di Forza Italia sulla situazione del sindaco di Cosenza e Tajani ha rimarcato che Occhiuto «da sindaco ha fatto bene e ha consenso sul territorio». Una posizione che ha ribadito anche nel corso della puntata di lunedì sera di Porta a Porta. «La trattativa è in corso, fermo restando che i candidati a governatore delle Regioni Calabria e Campania saranno di FI – ha detto da Vespa. Noi in Calabria abbiamo proposto Mario Occhiuto, vedremo come Berlusconi concluderà la trattativa». «Troveremo un accordo», gli aveva fatto eco Salvini e ora, dopo la vittoria e il boom del carroccio in Umbria, la trattativa resta aperta. Il commissario regionale della Lega, Cristian Invernizzi, è partito domenica e nei giorni precedenti avrebbe avuto dei contatti con il consigliere regionale Baldo Esposito, esponente dell’area dei fratelli di Gentile che non vede certo di buon occhio la candidatura di Occhiuto. Da vedere dunque i prossimi passi del Carroccio nei confronti degli alleati. Mercoledì, intanto, i vertici regionali leghisti nomineranno i coordinatori mancanti sui territori. (redazione@corrierecal.it)
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