CATANZARO Per Giancarlo Pittelli – intercettato dai carabinieri mentre prende un caffè con un amico – «Berlusconi è fottuto». Sono i giorni in cui la stampa nazionale rilancia i temi della trattativa Stato-Mafia. E l’avvocato catanzarese che per la Dda è il trait d’union tra cosche e “mondo di sopra” coglie l’occasione per rievocate passaggi storici della nascita di Forza Italia. Passaggio emersi in inchieste più datate e attorno ai quali verte (in parte) anche il processo ‘Ndrangheta stragista, in corso al Tribunale di Reggio Calabria. Pittelli ha un passato importante in Forza Italia e nel centrodestra. È stato deputato e senatore. E difende alcuni tra i membri più potenti dei più importanti clan calabresi.
Mentre il virus informatico inoculato nel suo telefono registra tutto, si lancia in una ricostruzione storica degli inizi del suo ex partito. «Io lo so – dice – perché Dell’Utri la prima persona che contattò per la formazione di Forza Italia fu Piromalli a Gioia Tauro non so se ci… ragioniamo, tu pensa che ci sono due mafiosi in Calabria, che sono i numeri uno in assoluto, uno è del Vibonese e l’altro è di Gioia Tauro, uno si chiama Giuseppe Piromalli e l’altro si chiama Luigi Mancuso, che è più giovane e forse più potente… Io li difendo dal 1981, cioè sono trentasette anni che questi vivono qua dentro… pazzesco… l’altro giorno ci pensavo, dico trentasette anni».
È un cenno storico en passant. Che trova, però, precedenti in inchieste della Dda di Reggio Calabria. Come “Cent’anni di storia”, nella quale – appuntano i magistrati antimafia di Catanzaro – «si rinvengono importanti conferme in ordine al rapporto privilegiato intercorrente tra i massimi esponenti di Forza Italia e ambienti contigui alla criminalità organizzata della zona tirrenica della Provincia di Reggio Calabria; alla centralità in tali rapporti della famiglia Piromalli; al ruolo della stessa nell’intera ‘ndrangheta e nei rapporti con Cosa Nostra». (ppp)
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