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REGIONALI 2020 | La débâcle di Corigliano Rossano (e della Sibaritide)

Le urne coriglianorossanesi hanno sancito l’ennesima sconfitta casalinga. Un solo eletto (Graziano) su dieci candidati. Due terzi dei votanti non ha espresso preferenze verso gli aspiranti consigli…

Pubblicato il: 28/01/2020 – 19:27
REGIONALI 2020 | La débâcle di Corigliano Rossano (e della Sibaritide)

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Si potranno esprimere tutte le congetture possibili, scendere dal carro dei perdenti e salire su quello dei vincitori, asserire di aver vinto anche quando si è perso conclamatamente. Una cosa è tuttavia certa: i numeri non mentono mai, anche se a volte possono essere “interpretati”.
Ed allora gli strascichi elettorali fra i meandri dei numeri della Sibaritide evidenziano un iniziale ma sconcertante dato: ancora una volta il nord-est calabrese ha perso le elezioni, in lungo ed in largo, come accade da 50 anni a questa parte, se non in rarissime tornate. Perché pur con uno dei bacini di voti più rilevanti della regione è riuscita ad esprimere (a parte il “confinante” Domenico Bevacqua), due consiglieri regionali, Giuseppe Graziano e Gianluca Gallo, i quali è più che plausibile immaginare non troppo propensi a collaborare tra loro, se è vero com’è vero che sono stati al centro di una diatriba legale per un seggio durante l’ultima legislatura.
Ad una prima sconfitta su tutta la linea – sarebbero potuti essere ben di più i rappresentanti della Piana di Sibari a Palazzo Campanella – va ad aggiungersi l’altra débâcle, quella incassata dalla città guida della Sibaritide, Corigliano Rossano. Con i suoi 69.117 elettori (Reggio Calabria 146.831, Catanzaro 74.112, Lamezia 61.794, Cosenza 57.135), ha espresso l’affluenza più bassa (25.733 votanti pari al 37,23%), pur potendo cambiare le sorti della partita. Soprattutto se si considera che le urne coriglianorossanesi hanno sancito una pesante sconfitta casalinga e celebrato la vittoria a mani basse della squadra ospite.
DATI Analizzando il flusso dei dati, un terzo dei voti, dunque, è andato appannaggio dei “padroni di casa”, un terzo agli “ospiti”, un terzo dei votanti ha espresso il proprio suffragio solo barrando la lista.
Esaminando i soli numeri cittadini, i dieci candidati “autoctoni” al consiglio regionale, tutti insieme hanno raccolto 9.093 preferenze. I loro competitor extraurbani 8.975, mentre sono stati addirittura 7.787 i coriglianorossanesi che si sono recati alle urne senza esprimere alcuna preferenza. Sintomo, probabilmente, di un “rigetto” nei confronti di chi si è candidato. Sommando, quindi, chi non ha segnato alcun nominativo e l’“esercito” che – incomprensibilmente – ha preferito candidati extraurbani è evidente che i 16.672 voti avrebbero potuto mutare destino politico di Corigliano Rossano, spedendo sull’“Astronave” reggina, qualche rappresentante in più. Ed invece a parte il “solo” Graziano, al danno potrebbe anche manifestarsi la beffa, considerando che al governo della città vi è un sindaco non propriamente di centrodestra, in un momento storico fondamentale per il futuro di Corigliano Rossano in cui i buoni rapporti sarebbero stati una manna dal cielo.
La più votata in città è stata Pasqualina Straface (Jole Santelli Presidente). L’ex sindaco di Corigliano ha ottenuto nelle 74 sezioni cittadine 2.675 preferenze. Nella speciale classifica dei più votati seguono Aldo Zagarese (1.916, Pd), Giuseppe Graziano (1.620, Udc), Ernesto Rapani (1.215, Fdi). Sotto “quota mille” si assestano Francesco Madeo (971, Io resto in Calabria), Alfio Baffa (733, Lega), Graziella Colamaria (721, Tesoro Calabria), Gianluca Paldino (M5S), Yole Sposato (256, Fi) e Carmela Cirullo (122, M5S).
Nella graduatoria che, invece, contempla i “partiti” più votati, in testa vi è la lista Jole Santelli Presidente, solo grazie all’exploit di Pasqualina Straface con il 15,30%. Seguono il Pd con il 14,09%, la Lega con il 13,17%, tampinata da Fratelli d’Italia con il 12,75%. Forza Italia si asseta al 10,13%, il M5S all’8,43%, l’Udc al 7,95 e via via tutti gli altri.
Insomma, le urne coriglianorossanesi sanciscono l’ennesima sonora sconfitta politica ad una città che continuerà come sempre a piangersi addosso. E saranno proprio quelli che hanno portato acqua agli altri mulini a farlo per primi e meglio. (l.latella@corrierecal.it)

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