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Il Csa-Cisal: «Lo ribadiamo, la nomina del dipendente di Sersale è inopportuna»

Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato Csa-Cisal. Il dipartimento regionale del “Bilancio, Patrimonio e Finanze” non sa far di conto. La reazione scomposta alla nota del sindacato CSA-Cisal induce a…

Pubblicato il: 30/01/2020 – 20:21
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Il Csa-Cisal: «Lo ribadiamo, la nomina del dipendente di Sersale è inopportuna»
Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato Csa-Cisal. Il dipartimento regionale del “Bilancio, Patrimonio e Finanze” non sa far di conto. La reazione scomposta alla nota del sindacato CSA-Cisal induce a pensare non solo questo, e già il fatto è grave di per sé, ma anche che sia stata elaborata in assoluta malafede. Il sindacato non ha mai contestato la legittimità della procedura attraverso cui un dipendente di Sersale è entrato nei ruoli della Regione. Tanto è vero che è stato proprio il sindacato CSA-Cisal che ha ricordato l’avviso di mobilità esterna del 10 luglio 2019, così come lo stesso fosse già in distacco presso la Regione. Quindi al dipartimento “Bilancio, Patrimonio e Finanze” o hanno letto male o hanno voluto leggere male, con ottime probabilità che sia la seconda. Abbiamo ricordato come l’immissione in ruolo nella Giunta regionale sia avvenuta soltanto a fine dicembre 2019. Fino ad allora il lavoratore era un dipendente nei ruoli del comune di Sersale. Altrimenti che senso avrebbe l’intera procedura? E soprattutto, abbiamo evidenziato, che l’ingresso “formale” in Regione sia stato subito seguito dall’assegnazione alla “struttura” del direttore generale. Meno di un mese. Sono le date dei decreti a dirlo, non un’invenzione. Ed esattamente l’ultimo giorno lavorativo utile prima delle elezioni regionali. Sono numeri. Non c’era bisogno di chiedere alcuna informazione poiché la verità dei fatti stava già nei documenti. La frammentaria ricostruzione del dipartimento, mosso da livore da ultras, oscura pezzi dell’intera procedura. Il sindacato non ha posto una questione di legalità, ha piuttosto sollevato una questione di opportunità. L’inopportunità sta nella tempistica e nel ricorso automatico alla collocazione “premio” (sì, questo è) nella struttura del direttore generale. Molto grave appare qualificare come “atto dovuto”, così incredibilmente abbiamo letto nella replica del dipartimento, l’assegnazione immediata alla “struttura”. Molto grave perché non è affatto un “atto dovuto” e ancor più grave perché proviene dal dipartimento “Bilancio, Patrimonio e Finanze” che sa benissimo che questa postazione costa alle casse pubbliche regionali, oltre al normale stipendio da dipendente, la bellezza di 22.135,68 euro aggiuntivi all’anno trattandosi di un profilo inquadrato come categoria D. Questo è il punto, non l’immissione in ruolo secondo la Madia. Se è un “atto dovuto” incrementare questa scellerata bulimia di “strutture” e di indennità aggiuntive per il dipartimento Bilancio, allora la Regione Calabria è davvero messa male. Il direttore generale si occupi di questi costi piuttosto che indicare al sindacato i temi e le modalità del suo operato. Il dg è d’accordo con la proliferazione delle “strutture” o è contrario? Francamente esagerata ci è sembrata poi la difesa personalistica del dipendente. Il sindacato CSA-Cisal non aveva mosso alcuna accusa personale ma aveva messo a fuoco il principio sbagliatissimo, messo in atto nell’ultima legislatura, di ricorrere sistematicamente alle “strutture”. Non è stata certo la prima volta. Una difesa così accorata che ha contenuto anche clamorosi autogol. Secondo il dipartimento, il posto al sole all’ex dipendente del municipio di Sersale sarebbe “dovuto” perché lo stesso ha conseguito una laurea “in una prestigiosa Università del Nord”. Quindi per il dipartimento “Bilancio, Patrimonio e Finanze” una laurea conseguita al Sud o addirittura in Calabria (e per gli atenei calabresi, l’ente regionale spende pure soldi) non vanno bene? Il dipartimento Bilancio liquida impegni di spesa in favore delle università calabresi e poi le scredita così brutalmente? Una bella contraddizione. E ancora, il posto in struttura, che costa oltre 22 mila euro in più rispetto al normale stipendio, sarebbe un “atto dovuto”, ad avviso del dipartimento, perché il dipendente avrebbe “curato” l’istruttoria dei bilanci arretrati degli enti strumentali e del bilancio consolidato del 2017. A parte che di qualcosa si deve pur essere occupato, così come tutti gli altri lavoratori. Forse sarà un complotto, ma il sindacato CSA-Cisal e molti dei calabresi conoscono molto bene le criticità che non un alieno, ma la Corte dei Conti in ogni occasione muove sui conti dell’Ente regionale. I punti deboli sono, oltre alla contorta gestione dei crediti-debiti su acqua e rifiuti con i Comuni, proprio i buchi negli enti strumentali e nelle partecipate. Chissà se i giudici contabili dovranno considerare un comando per l’ex dipendente del comune di Sersale visti questi “brillanti” risultati. È veramente incredibile come uno dei dipartimenti che dovrebbe mettersi più in riga e lavorare in silenzio riesca a scivolare in maniera così ingenua. La porta del confronto resta sempre aperta, ma in questo caso la replica ubriaca del dipartimento “Bilancio, Patrimonio e Finanze” svilisce la correttezza delle relazioni. Con l’occasione, oltre ad augurare un buon lavoro alla nuova Presidente della Giunta regionale, ci piace ricordare le sue prime parole sull’Ente subito dopo l’esito del voto. “Chi sbaglia paga”. Ottimo, saremo i primi sostenitori di questa massima. A partire da tutti i direttori generali che peraltro, dopo la faticosa rotazione dei dirigenti di settore, dovrebbe essere prontamente attivata. In troppi si sentono i custodi del forziere, senza volerlo mollare. E queste “sparate” ne sono la dimostrazione. Se la Regione Calabria ha tutti questi problemi evidentemente questi luminari con lauree nelle prestigiose Università del Nord non ne hanno risolti. Un bagno di realtà ed umiltà non farebbe affatto male. Il sindacato CSA-Cisal è stato sempre dalla parte dei fatti, con documenti e prove in mano. Gli altri si ritrovano con i buchi di bilancio. Questi sono i fatti.

Csa-Cisal

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