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Corigliano Rossano, le opposizioni all'attacco di Stasi. «Città alla deriva»

Per i consiglieri comunali di opposizione Madeo, Olivo, Promenzio, Baffa, Scarcello e Graziano, il sindaco di Corigliano Rossano «mai veramente convinto sostenitore della fusione» sta governando «un…

Pubblicato il: 13/02/2020 – 12:42
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Corigliano Rossano, le opposizioni all'attacco di Stasi. «Città alla deriva»
CORIGLIANO ROSSANO «Una città alla deriva». Le opposizioni consiliari attaccano frontalmente il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi. Ancora una volta. E lo fanno criticando il suo «atteggiamento gattopardesco» e «approssimativo» che sta conducendo Corigliano Rossano ad essere «un paesone che campa alla giornata». Sul piede di guerra le minoranze consiliari: Gennaro Scorza (Graziano Sindaco); Costantino Baffa (Lega), Giuseppe Graziano, Vincenzo Scarcello e Adele Olivo (Il Coraggi di Cambiare), Rosellina Madeo (Fiori d’Arancio) e Gino Promenzio (Civico e Popolare). «Corigliano-Rossano – sostengono – sta andando alla deriva perché è una città senza regole. O meglio, chi dovrebbe garantire nuove regole e soprattutto il rispetto delle leggi sta colpevolmente rimanendo inerme. Ci chiediamo perché il sindaco e l’Amministrazione comunale siano ancora fermi, nonostante i continui e ripetuti solleciti da parte della cittadinanza e delle opposizioni, nella fase di elaborazione dello Statuto comunale. O ancora, vogliamo capire perché il primo cittadino non avvia le azioni necessarie, a tutela dell’interesse collettivo, per riappropriarsi dell’area di Insiti, proprio lì dove, per quanto previsto dalla legge regionale sulla fusione, dovrebbe sorgere la cittadella degli uffici del nuovo Comune. Il sospetto – ribadiscono ancora una volta “con convinzione ormai certa” – è che Stasi, mai veramente convinto sostenitore dell’unificazione dei due municipi, stia adottando il metodo gattopardesco per fare in modo che questo grande e lungimirante progetto di rivendicazione di autonomia e autorevolezza per la Sibaritide, fallisca nell’animo dei cittadini. Noi questo non lo permetteremo mai». Secondo i sette consiglieri comunali di opposizione «lo sanno anche le pietre» che l’operazione «città normale», visti i «tantissimi problemi che attanagliano Corigliano-Rossano, è fallita miseramente». Poi puntano tutto su strumenti quali municipi e statuto per dimostrare che ad oggi, dopo otto mesi di governo «la terza città della Calabria non ha uno strumento normativo proprio. È una vergogna. Perché partendo dal nuovo Statuto, dall’istituzione dei municipi per finire alla creazione di una sede comunale unica, c’è la possibilità di presidiare di più e meglio il territorio. Cosa dirà ai cittadini di Apollinara – si chiedono Madeo, Olivo, Promenzio, Scorza, Baffa, Scarcello e Graziano – dei centri storici e delle aree periferiche una volta che sarà terminato il tempo delle litanie? Cosa dirà ai cittadini di Cantinella che, proprio a causa della mancanza di regole e prospettive dell’Esecutivo, di recente hanno registrato la chiusura della delegazione comunale e dello sportello anagrafe operativo nella loro zona? Su chi ricadrà la colpa allora, dal momento che Stasi l’unica cosa che continua a ripetere nei suoi incontri pubblici è che le responsabilità dello stato attuale delle cose sono di chi ha amministrato in questi anni? Ma ora, una volta terminato l’elenco dei problemi cosa farete? Cosa vi inventerete per mandare avanti la città?» La loro sensazione, insomma, è che il sindaco «mai veramente convinto sostenitore voglia far fallire nell’animo della gente ogni speranza che era stata riposta nella fusione». «Ci spieghi Stasi – avanzano – cosa stanno producendo i suoi continui viaggi a Roma presso l’Anci, piuttosto che nei Ministeri amici (come quello alla sanità). Un bel nulla se si pensa che rispetto al peso dei rapporti con gli altri comuni della provincia, in quanto a rivendicazione di centralità, non è cambiato nulla» giacché «continuiamo a rimanere periferia della periferia; se si pensa, ancora, che il sistema ospedaliero continua a fare acqua da tutte le parti nonostante “gli eccellenti” interventi e che, ironia della sorte, nonostante registriamo la presenza ormai fissa del sindaco nella direzione nazionale di Città dell’Olio, la nostra produzione olearia continua ad essere deprezzata su tutti i mercati». Per i sette, in definitiva, «c’è qualcosa che non va». E lo dicono con «franchezza» al sindaco, come ha fatto anche il dirigente nazionale di Fratelli d’Italia Ernesto Rapani nei giorni scorsi. «La fusione – concludono Madeo, Olivo, Promenzio, Baffa, Scorza, Scarcello e Graziano – è un processo che va governato con competenza e amministrare questa città era e rimane un impegno sacrosanto da onorare con serietà». Stasi, insomma, inizia ad essere “circondato” su un tema qual è la fusione, e quindi il futuro anche prossimo della città e del territorio, per il quale bisogna averne “visione” pluriennale per immaginare e ed iniziare a “costruire” la Corigliano Rossano dei prossimi decenni. (lu.la)
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