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TURISMO 2020 | D’Agostino: «Fare squadra per lanciare il brand Calabria»

Il neopresidente di Federalberghi di ritorno dalla Borsa internazionale del turismo di Milano lancia le proposte per potenziare il settore. E alla neogovernatrice: «Subito un assessorato al compart…

Pubblicato il: 13/02/2020 – 7:11
TURISMO 2020 | D’Agostino: «Fare squadra per lanciare il brand Calabria»

di Roberto De Santo
LAMEZIA TERME «C’è bisogno di fare squadra. Tutti assieme: operatori, istituzioni e politica. La Calabria ha bisogno di condividere una strategia comune per il turismo». Fabrizio D’Agostino, 50 anni commercialista ed albergatore, alla guida di Federalberghi Calabria da pochi mesi non ha dubbi su come far risalire la china a uno dei comparti strategici della regione e incrementare l’appeal del territorio. Eletto a novembre scorso, il presidente della principale organizzazione degli albergatori crede fermamente nel ruolo della «condivisione» a partire «con quanti questo lavoro lo svolgono sul campo». Quegli attori cioè che sono in prima linea per rilanciare il turismo e trasformarlo in volano per la crescita economica dell’intera regione.
Presidente dall’ultimo report dell’Istat “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero” emerge che la Calabria non rientra tra le mete turistiche preferite degli italiani. Mentre ci sono regioni del Sud – su tutte la Puglia e la Basilicata – che rafforzano la loro posizione. Come giudica questo dato?
«C’è tanto terreno da recuperare per entrare in quella classifica. Certo qualcosa è stato già fatto. Soprattutto per attrarre turisti dall’estero e gli ultimi dati, in questo senso, indicano un incremento di prenotazione per l’estate prossima soprattutto su Tropea. Dalle nostre elaborazioni infatti si evince che ci sarà un +20% di arrivi per quella località. Ma certamente non basta, occorre lavorare con maggiore vigore e darsi una strategia per attrarre turisti anche dall’Italia oltre che dall’estero. Guardando anche a quanto fatto da quelle realtà così vicine a noi. Il dato della Basilicata, ad esempio, tiene conto di “Matera capitale della cultura 2020” che è riuscita a brandizzare la regione e il territorio in maniera efficace con un’azione comunicativa straordinaria in tutto il mondo. In questo senso appare fondamentale, per noi, la candidatura di Tropea come capitale italiana della Cultura per il 2021, questo è ad esempio un appuntamento da non perdere e pertanto facciamo nostro l’hashtag #TropeaCultura. Convinti come siamo che se vince Tropea vince la Calabria. Ovviamente però non c’è solo Tropea. La Calabria è piena di località che attendono di essere valorizzate come meritano. Per quanto riguarda il dato sulla Puglia il ragionamento è diverso: nel corso della programmazione comunitaria degli ultimi 10 anni sono stati bravissimi ad incrementare l’offerta turistica e a migliorarla, anche se i dati degli arrivi stranieri per il 2019 è stata una débaclé».

Cosa manca alla regione per incrementare il suo appeal?
«Bisogna fare sistema, lanciare bene il prodotto Calabria. Ma occorre anche incrementare il numero dei porti turistici, migliorare i collegamenti per raggiungere rapidamente le località turistiche della nostra regione (strade ferrovie e aeroporti) e poi non per ultimo qualificare i servizi dedicati al turismo e non solo. In questo senso dobbiamo focalizzare l’attenzione e superare gli atavici problemi che danneggiano l’immagine della nostra regione. Penso alla cattiva depurazione, all’erosione costiera che affligge i nostri litorali, al miglioramento del servizio della raccolta dei rifiuti solidi urbani e alla pulizie delle spiagge e del mare. È necessario programmare iniziative che attraggono turisti e che qualifichino l’offerta. In questo senso la scommessa riuscita ad esempio è Cosenza, una città divenuta piena di attrazioni, ecocompatibile ed ecosostenibile che offre tanto sia per i propri abitanti sia per chi viene da fuori città».
Eppure sono stati spesi ingenti risorse dei Fondi europei per il settore. Perché non hanno sortito gli effetti sperati?
«Intanto nel settore turistico la Regione non ha speso nel miglioramento dell’offerta turistica. È stato commesso un errore strategico. Si è infatti puntato molto per costruire nuovi alberghi e altre strutture ricettive, mentre noi abbiamo la necessità di rendere i posti letto già esistenti e le nostre strutture più belle secondo quei parametri e quegli standard europei. Per questo abbiamo proposto alla Regione di finanziare il bonus alberghiero, un credito d’imposta che consente la ristrutturazione anche parziale dell’hotel e ricevere con un automatismo, già collaudato con l’Agenzia delle Entrate, un credito d’imposta. Federalberghi ha lanciato l’idea alla Regione anche di puntare sul “contratto d’investimento” gestito da Invitalia e destinarlo per i grandi player internazionali, il tutto per puntare su un incoming del turismo estero».
Cosa dovrebbe fare di più allora la regione e le istituzioni pubbliche per rilanciare il turismo. Sufficiente solo la partecipazione a fiere e incontri, come la Bit?
«No, non bastano solo quelle. Anche se rappresentano un’occasione formidabile per promuovere il territorio e le nostre strutture ricettive ed incontrare i principali tour operator che lavorano al livello internazionale. La Regione, come le altre istituzioni pubbliche, devono fare anche altro. Si deve intervenire sulla rete dei trasporti, migliorando la possibilità di arrivare in Calabria. Occorre investire sulle infrastrutture di collegamento come strade, ferrovie ma soprattutto sugli aeroporti. In particolare lo scalo di Lamezia Terme ha necessità di essere raddoppiato vista la mole di passeggeri che transitano su questo aeroporto. E poi occorre puntare sulla diversificazione dell’offerta turistica. Penso al turismo verde e naturalistico (abbiamo dei parchi naturali straordinari), a quello termale, così come al segmento culturale, enogastronomico, religioso e invernale».

A proposito di fiere di settore, come è andata per la Calabria questa edizione della Borsa internazionale del turismo?
«È andata bene. Anche quest’anno possiamo tracciare un bilancio decisamente positivo da questa esperienza. Abbiamo notato tanta attenzione dai buyer per le nostre principali località turistiche, C’è voglia di conoscere la Calabria e le sue destinazioni. Da diversi anni il dipartimento Turismo della Regione Calabria mette a disposizione di tutti gli operatori turistici, in forma gratuita, gli stand partecipando a tutti gli eventi nazionali e europei. Ed è proprio qui che si chiudono i contratti e si definiscono gli accordi con i buyer. È il modo corretto di fare “incoming”. La Bit di Milano e il TTG di Rimini in questo senso sono essenziali».
Se dovesse fare autocritica, in questi anni cosa non ha funzionato tra gli operatori?
«Usiamo spesso il termine “io” invece del “noi”. Viceversa è essenziale l’unione, il gioco di squadra. In altre parole dobbiamo imparare maggiormente a saper lavorare assieme, confrontarci e cercare di risolvere i tanti problemi che interessano i territori e il settore. Dobbiamo saperci raffrontare insieme agli enti pubblici e alla politica per individuare soluzioni e intraprendere strategie vincenti. In questo senso le associazioni di categoria, le Federazioni e i sistemi consociativi sono fondamentali. Noto con piacere che qualcosa anche in questa direzione sta mutando. Per questo posso ritenermi ottimista. Ad esempio abbiamo in progetto una scuola di formazione, ad alti livelli, per chef made in Calabria che può regalare soddisfazioni».
Quali sono le principali difficoltà che incontra un imprenditore nel fare turismo in Calabria?
«Guardi è mancata e continua a mancare una visione strategica del settore. Ma senza dubbio i problemi che affrontiamo quotidianamente solo legati all’assenza di una programmazione urbanistica che favorisce chi fa turismo in Calabria. Poi c’è una macchina burocratica lentissima che rallenta i nostri investimenti e anche le più piccole iniziative da noi messe in campo per qualificare l’offerta. Senza contare poi le difficoltà che le nostre imprese hanno di accedere al credito. Noi di Federalberghi, che ricordo è la più importante federazione italiana (su 33.000 hotel nel nostro paese 27.000 sono iscritti con noi), stiamo cercando di fare molto per aiutare chi decide di investire nel settore. Assistiamo l’imprenditore turistico sulla burocrazia, con le banche, e con le problematiche in genere, in tal senso abbiamo decine di convenzioni nazionali e svolgiamo tanti servizi . È tutto molto complicato, ma lavoriamo con grande ottimismo. Ad esempio a Milano abbiamo lanciato il progetto Grand Tour (di cui avete dato ampio risalto)».
Quanto sta condizionando internet il mercato turistico e come andrebbe sfruttato meglio per aiutare il settore calabrese?
«È il futuro, oramai bisogna avere nelle strutture ricettive personale qualificato, esperti in web marketing, professionisti che gestiscono la comunicazione con i social . Ci sono dei software che consentono un monitoraggio continuo sui prezzi sul revenue e sulle recensioni. Il mercato on line è fondamentale. Ma poi c’è anche un lavoro diciamo “tradizionale”. Alla fine, infatti, c’è il momento in cui il cliente arriva nella struttura e lì serve la capacità dell’imprenditore nel saper offrire la massima qualità dei servizi. Da quel preciso istante subentra l’acume nel saper fare impresa ed è questa la dote unica che fa la differenza».
Nuovo governo della Calabria, quali sono le priorità per rilanciare il settore e le iniziative da mettere in campo da subito?
«Innanzitutto mi permetta di fare gli auguri di buon lavoro al presidente Jole Santelli che ci ha promesso l’istituzione dell’assessorato al Turismo. Un’istituzione che, nonostante riguardi un settore strategico per la Calabria, manca da ben 13 anni. Rispondendo nel merito della sua domanda le dico tre cose che migliorerebbero da subito l’offerta turistica. Occorre affrontare seriamente il problema della depurazione delle acque reflue e della gestione della raccolta dei rifiuti con soluzioni a breve e medio tempo. Questo è essenziale per restituire l’immagine migliore dei nostri territori. Poi è necessario intervenire sul fronte dei collegamenti per facilitare l’arrivo dei turisti in Calabria. In questo senso, come accennavo prima, è urgente prevedere il raddoppio della pista per l’aeroporto di Lamezia Terme o quantomeno aprire due nuovi slot immediatamente e confermare ed incrementare i collegamenti ferroviari Sibari-Bolzano via Paola così come aumentare i treni veloci per la Calabria. Non per ultimo servono investimenti importanti nel campo della comunicazione. C’è bisogno di restituire un’immagine positiva della nostra regione con una comunicazione efficace, vincente e penetrativa. Sarebbe utile in questa direzione sviluppare un’app, gestita h24, sul turismo in Calabria con l’inserimento interattivo di tutte le informazioni aggiornate in tempo reale sui luoghi da visitare, gli eventi in programma, i percorsi naturalistici e storici da vedere così come i siti archeologici, i musei e tutte le attrattive che rendono unica la nostra regione. Informazioni che dovrebbero essere ovviamente correlate da immagini, itinerari interattivi, geolocalizzazioni e orari e recapiti da poter contattare come anche i mezzi pubblici disponibili per raggiungerli. Occorre una campagna mediatica a tutto tondo sfruttando anche le potenzialità offerte dalle principali piattaforme sociali. In altre parole realizzare di fatto una vetrina permanente nel mondo della nostra amata Calabria che consenta ad ognuno di conoscere in modo approfondito le tante splendide località e le attrazioni storico-culturali e anche enogastronomiche che rappresentano il vero valore aggiunto dei nostri territori». (r.desanto@corrierecal.it)

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