VALLEFIORITA Inizia nel pomeriggio il trasferimento dei 46 ospiti della Rsa “Domus Aurea” di Chiaravalle Centrale dopo la scoperta di un focolaio di Covid-19 che ha già provocato la morte di 7 persone. È quanto riporta l’Ansa. Personale medico ed infermieristico del Policlinico Universitario “Mater Domini” di Catanzaro è sul posto per stabilire le priorità di trasferimento verso la struttura catanzarese. Al momento, in accordo tra i commissari che gestiscono la Asp di Catanzaro e la Regione, i 4-5 ospiti che sarebbero dovuti andare nell’ospedale di Lamezia Terme sono stati messi in attesa per verificare le valutazioni su altre strutture.
I commissari dell’Asp, intanto, hanno già inoltrato alla Regione la proposta di revoca o di sospensione dell’autorizzazione alla Rsa di Chiaravalle Centrale.
«TRASFERIMENTI A LAMEZIA BLOCCATI» Intanto il sindaco di Vallefiorita, evidentemente scontento della tempistica dei trasferimenti, parla di «trasferimento bloccato» con riferimento a quei pazienti diretti all’ospedale di Lamezia. «Ci hanno appena comunicato che il trasferimento dei pazienti risultati positivi al Covid-19 ricoverati presso la casa di cura Domus Aurea di Chiaravalle è stato bloccato. Il trasferimento doveva avvenire oggi presso l’ospedale di Lamezia Terme, in modo tale da fornire le adeguate cure e i sevizi di assistenza a tutti i degenti. I pazienti ricoverati al momento nella struttura sono privi di ogni assistenza di primaria importanza, stesso discorso vale per gli operatori che si ritrovano a dover lavorare senza nessun presidio di sicurezza sanitaria. Al momento stiamo assistendo ad una vera e propria strage, nel silenzio assoluto delle autorità (in)competenti». E’ quanto denunciato dall’amministrazione del piccolo comune in provincia di Catanzaro. «Siamo abbandonati a noi stessi, privi di ogni forma di tutela costituzionalmente sancita – aggiungono -.Questo appello va al Presidente Conte, al Ministro della Salute, al Prefetto di Catanzaro e al Presidente di Regione, affinché si attivino nel giro di poche ore per risolvere questa situazione a dir poco tragica. Tutti noi abbiamo capito che siamo nelle mani di nessuno, abbiamo bisogno d’aiuto. Il nostro è anche e soprattutto un grido di dolore, non solo di denuncia».
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