di Antonio Cantisani
CATANZARO “Lacrime e sangue”, manovra di “guerra” e così via. Si sprecano, in generale, le iperboli per definire il bilancio della Regione Calabria, ma stavolta più di altre volte sembrano davvero calzanti, almeno a leggere le oltre 350 pagine di cui si i compone il documento contabile approvato dalla Giunta prima di Pasqua e da oggi e nei prossimi giorni all’esame del Consiglio regionale. Emergenze antiche che si intrecciano alle gravissime emergenze di oggi, come il Coronavirus e la necessità di rastrellare risorse utili per attenuare il già pesante impatto della pandemia, per fronteggiare la quale, tra tagli e risparmi vari, la Giunta ha “liberato”, prevedendoli in manovra, oltre 18 milioni, da aggiungere alle altre misure previste con il riutilizzo di fondi comunitari non spesi. Emergenze che risaltano subito a una prima rapida lettura di un bilancio chiamato a sanare il “vuoto” lasciato dal governo regionale di centrosinistra e a tamponare le criticità evidenziate dalla Corte dei conti, in particolare quella della presenza, nelle passività dei bilanci dei Comuni, delle somme di cui la Regione è in credito in tema di rifiuti e acqua.
I NUMERI DEL BILANCIO Non c’è dubbio che la Giunta Santelli è stata costretta a fare davvero “di necessità virtù”, come dicono le cifre. Nel documento varato dal nuovo esecutivo calabrese su proposta dell’assessore regionale Franco Talarico, si evidenzia in primo luogo che «il bilancio della Regione nella parte della spesa vale circa 7,5 miliardi, al netto delle contabilità speciali, delle anticipazioni di liquidità e dell’anticipazione di cassa»: il 55% circa è rappresentato – come da tradizione – da spese per la sanità: oltre 4 miliardi, la gran parte dei quali trasferiti alle aziende sanitarie e ospedaliere per un peso complessivo di questa voce pari a circa oli 70%, con i valori elevati previsti per la mobilità passiva (quasi 304 milioni) «la cui dimensione costituisce un ostacolo insormontabile – spiega l’esecutivo – ai fini del raggiungimento non solo degli equilibri finanziari del sistema sanitario regionale ma anche dei livelli essenziali di assistenza». E poi, le risorse per investimenti (Por e Fas) rappresentano circa il 28% del bilancio puro di competenza mentre il 7% riguarda altri fondi a destinazione vincolata.
LA SPESA CON RISORSE AUTONOME La spesa finanziata nel 2020 da risorse autonome – anche qui, come da tradizione – è particolarmente compressa, rappresentando solo il 10% circa della spesa complessiva in termini di competenza totale. Si tratta di 767,1 milioni, persino in calo rispetto alla disponibilità del 2019, che era di 782 milioni; è questo – evidenzia l’esecutivo Santelli – «l’importo sul quale la Giunta prima e il Consiglio regionale poi possono operare delle scelte di carattere discrezionale, fermo restando che in ogni caso gran parte di questo importo è destinato a spese di carattere obbligatorio e utilizzato per fare fronte alle emerge sociali e occupazioni della Regione».|
GLI STANZIAMENTI CONFERMATI “Stringi stringi”, a parte qualche «piccola riduzione», sono sostanzialmente confermati gli stanziamenti di bilancio previsti per il trasferimento di risorse agli enti sub regionali (73,7 milioni per Calabria Verde e Consorzi di bonifica, 33,1 milioni per Arsac, 3 milioni per Arcea, 600mila euro per Calabria Lavoro, 1,3 milioni per Fondazione Terina, 540mila euro per i Parchi marini), per complessivi 117 milioni, il precariato storico regionale (Lsu-Lpu, ultracinquantenni espulsi dal mercato del lavoro, ex Why Not) per 54,4 milioni, la copertura della quota regionale delle rette inerenti le prestazioni socio-sanitarie per 28,5 milioni, il finanziamento per il diritto allo studio per 9,2 milioni, il finanziammo per il trasporto pubblico locale per 43,6 milioni, in finanziamento delle funzioni tornate alla Regione ai sensi della legge Delrio ma rimaste ancora in capo alla Regione, per 13,7 milioni.
I RISPARMI C’è poi tutta la partita delle voci di spesa sui cui l’esecutivo regionale ha previsto consistenti risparmi, come a esempio, i tagli alle spese di funzionamento di Giunta e Consiglio, solo che questi risparmi sono stati in gran parte destinati agli accantonamenti, che presentano un trend sempre più crescente (oltre 131 milioni nel 2020, oltre 132,5 milioni nel 2020 e circa 135,9 milioni nel 2002). E così, il Fondo crediti di dubbia esigibilità e il Fondo rischi contenzioso – i cui accantonamenti sono previsti anche per far fronte alla questione dei crediti vantati dalla Regione nei confronti dei Comuni per il servizio idropotabile – sono rideterminati rispettivamente in circa 55 milioni e il 13 milioni per il 2020, il fondo per eventuali pignoramenti in 14,9 milioni, il fondo per la copertura di debiti fuori bilancio in 2 milioni, il fondo per eventuali riduzioni di entrate registrabili in sede di chiusura dell’esercizio finanziario 2019 e del giudizio di parifica dello stesso in 14,6 milioni. (a.cantisani@corrierecal.it)
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