REGGIO CALABRIA Si rientra in fabbrica gradualmente, a turnazione e con le protezioni dal virus, per far ripartire la produzione delle ex officine Omeca e soprattutto per completare quelle lavorazioni che erano già complete all’80% prima del lockdown. Una riunione fiume, tenuta ieri in videoconferenza e durata fino a tarda notte, per riaprire lo stabilimento Hitachi, la fabbrica più importante di Reggio Calabria. La decisione è giunta al termine di una trattativa sindacale tra i vertici dell’azienda e le rsu Fim, Fiom, Uilm, Ugl e Fismic dello stabilimento reggino. All’ordine del giorno la ripresa delle lavorazioni, previste dal Dpcm con il codice Ateco 33.17. Insieme a Reggio riapriranno progressivamente i cancelli anche a Napoli e Pistoia. I “treni” prodotti dalla Hitachi, dunque, vedono la luce alla fine del tunnel del Covid-19 dopo lo stop che durava dal 16 marzo, con il personale dapprima in ferie e poi in cassa integrazione ordinaria dal 23 marzo, con l’80% dello stipendio garantito dall’azienda fino al 15 aprile, e poi il 70% fino al 22 maggio.
Negli ultimi giorni, le sedi Hitachi Rail sono state aperte per effettuare le ultime puntuali verifiche relative al Protocollo di Sicurezza e, pertanto, è stato autorizzato l’ingresso ai soli colleghi degli enti HSE e Impianti e Manutenzione; per il resto della popolazione aziendale, l’Azienda ha deciso di continuare ad applicare le misure già previste nel corso delle ultime settimane e definite nei Verbali di Accordo del 24 marzo.
La ripresa delle attività in Azienda coinvolgerà inizialmente un numero ridotto di persone per consentire un costante monitoraggio e tuning delle specifiche procedure di sicurezza.
L’accesso riguarderà solo una parte del personale di produzione (capi reparto, capi linea, responsabili di magazzino, di qualità prodotto e testing ed alcuni operai su specifiche attività). Il personale operaio, non coinvolto nelle suddette attività, resterà collocato in cassa integrazione guadagni ordinaria.
L’azienda comunicherà ai prefetti la prosecuzione delle attività di riparazione e manutenzione e l’esecuzione delle attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività consentite dal Dpcm nonché di quelle a rilevanza strategica per l’economia nazionale, quali i trasporti pubblici e di pubblica utilità e servizi essenziali quali i trasporti pubblici urbani ed extra urbani.
Sarà una ripresa graduale, nei primi 11 giorni entrerà il personale di produzione con la qualifica di quadro e impiegato per favorire e riorganizzare la ripresa delle attività. Quindi gli operai saranno gradualmente coinvolti.
Nel frattempo infatti sono state prese tutte quelle contromisure necessarie a garantire un ambiente di lavoro a prova di contagio: sanificazione della fabbrica, distanziamento ottenuto spostando le postazioni di lavoro, aggiunti bagni chimici per evitare assembramenti, al personale saranno fornite 2 mascherine chirurgiche al giorno (mentre le mascherine ffp3 continueranno ovviamente ad essere utilizzate per determinate lavorazioni), una visiera che dura un mese, una tuta di carta protettiva, guanti monouso, turnazioni diverse in entrata e in uscita per evitare assembramenti. Da oggi e fino al 17 aprile torneranno al lavoro 31 impiegati, dal 20 al 24 aprile oltre ai 31 impiegati si aggiungeranno 59 operai diretti e 2 operai indiretti, e così anche dal 27 al 30 aprile. (f. p.)
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