COSENZA Sono giornate piene di tensione nella sanità calabrese. Il caso esploso attorno a “Villa Torano” porta con sé un contorno di polemiche alimentate da una dichiarazione del commissario straordinario dell’Asp di Cosenza Giuseppe Zuccatelli.
Per il manager, nelle ore concitate in cui i primi tamponi erano in corso di esecuzione nei laboratori del Pugliese Ciaccio, Claudio Parente – ex consigliere regionale di centrodestra – sarebbe stato presente. È una deduzione che arriva da una chiamata del commissario al personale del laboratorio. Zuccatelli la definisce «un’anomalia» e definisce Parente «titolare» della casa di cura. Sul punto, arriva la risposta di Parente.
Che precisa alcune questioni. La prima è formale: «Da oltre dieci anni – spiega –, non sono amministratore e/o titolare di quote di società sanitarie o socio-sanitarie; poi, nel caso specifico di Villa Torano, da oltre dieci anni (da quando sono stato impegnato in politica) non ho messo più fisicamente piede nella struttura, come potrebbero testimoniare il centinaio di dipendenti che vi lavorano, tanti dei quali fin dal 1999, quando divenne la prima Rsa a nascere in Calabria».
Parente smentisce anche la propria presenza nel laboratorio: «Non ho mai frequentato laboratori di analisi né tanto meno interloquito direttamente o indirettamente con responsabili o impiegati degli stessi laboratori». Infine, spiega di non aver mai «avuto l’onore di incontrare o parlare con il Commissario Zuccatelli».
Parente dice di «sapere che qualsiasi cosa avessi fatto, pur di fronte ad una situazione cosi allarmante, si sarebbe prestata a squallide speculazioni da parte di personaggi in cerca d’autore o diffamatori di professione». E poi taccia di «superficialità (sperando che si sia trattato solo di questo)» le dichiarazioni di Zuccatelli, che «ha dato la stura ad illazioni di ogni tipo che spero si fermino onde evitare fastidiosi strascici in altre sedi».
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