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«Trasferire i pazienti Covid dal Pugliese, non si accede più alle cure»
La posizione di Aned e Cittadinanza Attiva. «La soluzione di Germaneto è la più veloce, la più intelligente, da attuare immediatamente, con una rianimazione dedicata. No a Villa Bianca, sarebbe un la…
Pubblicato il: 05/05/2020 – 21:38
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di Maria Rita Galati
CATANZARO Secondo i dati rilevati dalla Società italiana di Nefrologia effettuati sul 50 per cento della popolazione che esegue dialisi extracorporea, si presenta una elevata incidenza di soggetti in emodialisi risultati positivi al coronavirus. E se il peggio sembra essere messo alle spalle, la paura che ci ha fatto rimanere a casa grazie alle misure restrittive rispetto agli spostamenti e all’isolamento sociale, non proteggerà quanti hanno bisogno di cure, analisi, diagnosi che temono di rivolgersi ai presidi ospedalieri, aumentando l’incidenza delle malattie. Per questo, Aned e Cittadinanza attiva-Tribunale per i diritti del malato ritengono che sia necessario muoversi nella direzione di “liberare” il “Pugliese-Ciaccio” trasferendo i pazienti affetti da coronavirus in altre strutture idonee ad ospitarli e curarli al meglio, ma in tempi celeri, perché di tempo non ce n’è più. E non si può fare realizzando il Centro Covid all’ex Villa Bianca, nel quartiere Mater Domini, che rappresenterebbe «la costruzione di un lazzaretto regionale in centro città». E’ necessario ripristinare una normalità sanitaria che consenta a tutti di curarsi senza paura. Aumentano le patologie legate alla mancata prevenzione, non si fanno più esami diagnostici né analisi del sangue per paura di entrare in contatto con il covid. Per questo realizzare rapidamente un centro Covid in un padiglione esterno ma adiacente ad un’area ospedaliera è necessario ma «senza che a supportarne i costi siano i cittadini», chiedono Pasquale Scarmozzino, del coordinamento nazionale Aned e la coordinatrice dell’assemblea di Cittadinanza attiva e del Tribunale per i diritti del Malato, Emilia Celia, assieme a Nino Critelli della sezione cittadina dell’associazione, che questa mattina hanno incontrato la stampa per spiegare la propria posizione, e le preoccupazioni che li hanno indotti a scrivere alla presidente della Regione Jole Santelli per chiederle di tralasciare l’ipotesi di realizzare un centro Covid all’interno dell’ex policlinico Villa Bianca.
Per Emilia Celia c’è già una soluzione già pronta all’uso ed è quella dell’utilizzo del padiglione C del Policlinico Mater Domini, che consentirebbe di liberare l’ospedale “Pugliese-Ciaccio” dal rischio di contatto con i pazienti Covid e di riprendere così la normale attività di assistenza per tutte le altre patologie. «Siamo contattati da tante persone in questi giorni, segnalazioni sulla mancata prevenzione che ci hanno indotto a scrivere alla presidente Santelli di intervenire – dice ancora la coordinatrice dell’assemblea di Cittadinanza Attiva e Tribunale per i diritti del Malato che opera del nosocomio cittadino da molti anni – i cittadini devono potersi curare senza paura e il timore. La soluzione di Germaneto è la più veloce, la più intelligente, da attuare immediatamente, con una rianimazione dedicata: è il luogo migliore per poter spostare i malati di covid. Dobbiamo cercare di dare questa opportunità alla gente che non ha nessun altra alternativa, sostenendo in questo modo anche i medici di famiglia».
Secondo il coordinatore nazionale prevenzione dell’Aned Pasquale Scarmozzino, invece, «i pazienti Covid, soprattutto quelli più fragili che hanno patologie pregresse, devono poter contare su una piena assistenza che abbia il supporto di tutte le specialità mediche che un ospedale può garantire». «Il Pugliese-Ciaccio ha potenziato gli spazi di reparto Malattie infettive con nuovi locali, quelli della ex Psichiatria – dice ancora Scarmozzino -. E ha messo a disposizione stanze per fare anche la terapia intensiva, oltre che a spazi per potenziali dializzati positivi. Bisogna saper gestire il futuro con il servizio sanitario nazionale territorialmente potenziato. La povertà e i conflitti – dice ancora Scarmozzino – sono fonte delle malattie per questo bisogna potenziare il sistema sanitario nazionale, e non avere sanità diseguali. Alla presidente Santelli chiediamo, prima di tutto di ascoltare le associazioni».
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