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Calabria contro governo, Santelli: «Abbiamo già vinto la battaglia»

La presidente in vista dell’udienza al Tar: «Grazie a noi aperto il dibattito, e il governo Conte si sta allineando alla nostra posizione». Il governatore nega l’esistenza di “ispiratori” politici: «…

Pubblicato il: 07/05/2020 – 13:38
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Calabria contro governo, Santelli: «Abbiamo già vinto la battaglia»
di Antonio Cantisani CATANZARO «Non so» come finirà al Tar, ma «posso dire, in termini politici e nobili, che la Calabria la battaglia l’ha già vinta». Lo ha detto il presidente della Regione, Jole Santelli, oggi un una conferenza stampa nella sede della Giunta a Catanzaro, con riferimento all’impugnazione da parte del governo nazionale della sua ordinanza in cui consente la riapertura di bar e ristoranti ai tavoli esterni: sul punto sabato è in programma l’udienza collegiale al Tar Calabria. «Mi sono meravigliata – ha sostenuto Santelli – della reazione del governo nei confronti della mia ordinanza, perché l’ordinanza della Calabria, se volete, è un passo avanti ma è nel solco di quello che era stato deciso dal governo. La Calabria non ha aperto i ristoranti, il governo ha aperto i ristoranti con l’asporto, noi abbiamo aggiunto un pezzetto. Poi sorrido: l’altro giorno su La7 – ha rivelato il presidente della Regione – ho sentito la virologa che sta a Miami, la Capua, che diceva che usciamo solo adesso e che lì bar e ristoranti riaprono solo all’aperto. Io ero a casa, sulla poltrona, sola e ho detto: «abbiamo fregato anche gli Stati Uniti”. Quindi, la reazione del governo mi ha molto meravigliato, anche perché ci sono ordinanze di Regioni che sono andate ben oltre la Calabria e sono andate su campi completamente nuovi. Noi siamo andati sul campo che secondo noi era più proprio, perché in Calabria aprire un ristorante o un bar 15 giorni prima era importante, perché il problema qui è se uno riapre o non riapre». Con riferimento all’udienza di sabato al Tar, Santelli ha specificato: «Cosa mi aspetto? Non lo so, ma posso dire, in termini politici e nobili che la Calabria la battaglia l’ha già vinta, l’ha vinta perché si è parlato di una Calabria che non chiedeva assistenza ma chiedeva di lavorare, ed è la cosa più importante. E poi – e questo è un risultato politico – altro risultato è stato quello di aver aperto un dibattito forte al punto che il presidente Conte dice di anticipare le aperture. Il governo – ha aggiunto il presidente della Regione – parla di ripartire dal 18 maggio sperando in un tasso di contagio che era dello 0,5 e oggi è all’1, in Italia, mentre la Calabria il tasso dello 0,5 l’aveva al momento dell’ordinanza. Abbiamo due Italie, una che è più favorita perché ha avuto meno contagio e l’altra più sfavorita perché ha avuto più contagi: la Calabria che ha avuto meno contagio però è anche quella economicamente più debole, e bisogna darle una chance in più per cercare di ripartire». «MA QUALE “ISPIRATORE, A NOI NESSUNO CI DA’ ORDINI» Ai giornalisti che hanno chiesto se la sua ordinanza sulle aperture di bar e ristoranti all’esterno fosse “ispirata” anche da forze e leader politici di centrodestra, in particolare di Matteo Salvini, Santelli ha così risposto: «Non mi interessano gli attacchi al governo, io faccio il presidente della Regione nel solo interesse dei calabresi. Mi dispiace che qualcuno ha detto che fosse una manovra politica, io ho aperto all’esterno dopo che il governo aveva aperto i ristoranti, pericoli veri sono le cucine, il punto delicato precauzionale è resta l’asporto. A parte la Giunta, nessuno sapeva niente, noi abbiamo molta stima e molta lealtà nei confronti dei nostri rispettivi leader politici ma a noi gli ordini non li dà nessuno». LA REPLICA ALL’OPPOSIZIONE Santelli ha anche replicato all’opposizione in Consiglio regionale, che ha chiesto se la contestata ordinanza sia stata suffragata anche dal parere della task force regionale nominata dal presidnete e composta da molti esperti. «Chiariamo questo discorso sulla task force. La task force – ha osservato – è in gran parte fissa in Regione, ci sono altri che danno una mano e vengono più volte. Certo che sono stati interpellati, le precauzioni le hanno messe loro. Alle opposizioni rispondo così: i tecnici e le task force decidono, il governo applica, in Calabria invece la politica decide e poi chiede e alla task force come si applica per farla corretta sul piano sanitario, perché alla fine qualcuno la responsabilità se la deve prendere . E la responsabilità non la possono prendere i tecnici, per definizione se la deve assumere in toto la politica». FRONTE POLEMICO CON BOCCIA Il “nodo” tamponi, se tanti o pochi in Calabria. «Su questa storia – ha spiegato Santelli – permettetemi una nota polemica. Non mi è piaciuto molto, anzi l’ho trovata antipatica, la riflessione del ministro secondo cui facevamo pochi tamponi. Noi siamo assolutamente in linea con tutte le Regioni, noi processiamo circa 1000-1200 tamponi al giorno. Poichè abbiamo fatto un lavoro di surplus sulle Rsa prima, e adesso lo stiamo facendo sui rientri, ne abbiamo fatto così tanti che abbiamo chiesto aiuto alla Campania, e ringrazio sinceramente il presidente De Luca che ce l’ha fornito, e la Campania ci sta aiutando a processare i tamponi. Il ministro Boccia – ha quindi aggiunto il presidente della Regione – è mio amico, ma si informasse meglio: se mi chiama, glielo dico io che non è che non facciamo tamponi, invece ne facciamo tanti da farci aiutare. Non c’è tanto un problema di tamponi ma c’è un problema serio di reagenti. Il governo, il commissario Arcuri dovrebbe mandarci tamponi e kit completo, cioè i reagenti, ci mandano i tamponi ma poi dobbiamo andare alla ricerca disperata dei reagenti. Ma ci hanno riconosciuto che la Calabria è stata l’unica che su ogni contagiato ha fatto 24 tamponi di controllo, tutta la catena, mentre – ha sostenuto il presidente della Regione – la maggior parte delle Regioni si ferma a 5-6. Abbiamo cercato di fare il più possibile. Sappiamo tutti le condizioni della sanità e non pensiamo di essere la sanità migliore d’Italia, ma con l’aiuto di tanti, che hanno lavorato soprattutto negli ospedali e e sul territorio, abbiamo fatto non una figura dignitosa ma una delle migliori figure in Italia, perché – ha concluso Santelli – le performance di alcuni ospedali calabresi sono davvero di eccellenza». IL CASO DELLE RSA FOCOLAIO DI CONTAGI Inevitabile, inoltre, la domanda dei giornalisti sulle Rsa diventate “focolaio” di Coronavirus in Calabria e sul perchè le varie vicende avrebbero seguito percorsi diversi, con la struttura di Chiaravalle chiusa e altre, compresa quella di Torano, invece no. «Su Chiaravalle – ha sostenuto Santelli – c’è una disposizione dell’Asp che chiedeva la chiusura, su Torano c’è una disposizione dell’Asp che contrariamente la utilizzava per il mantenimento sia dei pazienti Covid sia del personale. Noi assolutamente, dico assolutamente, dobbiamo prendere atto delle carte che arrivano dai Dipartimenti di prevenzione, e a quelle ci attestiamo». “FRENATA” SUL CENTRO COVID REGIONALE «Se ne sta parlando a livello nazionale, io preferirei tre ospedali per provincia», ha poi sostenuto la Santelli con riferimento al dibattito sulla creazione di Centri Covid a livello regionale (in Calabria molti spingono per “Villa Bianca”, l’ex sede del policlinico universitario di Catanzaro). «C’è un punto – ha aggiunto Santelli – che è delicato: quelli che potranno diventare centri Covid devono essere in condizioni di esserlo in 20 giorni. Laddove dobbiamo impiegare milioni e mesi di lavoro non ci servono». (redazione@corrierecal.it)
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