CATANZARO Importanti novità sul fronte della rotazione in Regione Calabria. Il piano regionale dell’Anticorruzione a breve sarà integrato introducendo tempistiche predefinite. È quanto fa sapere il sindacato Csa-Cisal che ha sempre chiesto che i principi della rotazione e della trasparenza fossero applicati dall’Amministrazione regionale. «L’aggiunta – spiega il sindacato – è di fondamentale rilievo, riguarderà i dipendenti regionali e ci sarà una nuova tracciatura del rischio per i dirigenti».
L’INTEGRAZIONE AL PIANO TRIENNALE DELL’ANTICORRUZIONE Il piano (PTPCT) 2020/2022 è stato approvato lo scorso 24 aprile con la delibera di Giunta numero 53. Il provvedimento conteneva la prescrizione di integrazione rispetto alla misura della rotazione per i dipendenti ed i dirigenti. Alla prescrizione la responsabile dell’Anticorruzione (RPCT) ha risposto chiarendo che la rotazione dirigenziale era stata effettuata nel 2019 e che nel 2020 sarebbe stato necessario procedere ad una nuova valutazione delle fasce di rischio al fine di programmare un corretto piano triennale di rotazione. La rotazione dirigenziale in particolare sarebbe stata avviata quindi al termine di questo nuovo processo di valutazione del rischio e a seguito dell’imminente riorganizzazione dei dipartimenti regionali. L’assessore al Personale in data 27 maggio ha chiesto alla RPCT una specificazione dei criteri della rotazione. La responsabile Anticorruzione ha provveduto a specificare i criteri già previsti nel 2019 per quanto riguarda la rotazione del personale non dirigenziale e ha dato informativa alle organizzazioni sindacali. «Siamo contenti – aggiunge il sindacato Csa-Cisal – di questo spirito di collaborazione e fattivo coinvolgimento delle sigle sindacali». L’incontro è previsto per mercoledì 3 giugno.
FINORA LA ROTAZIONE DEL PERSONALE NON DIRIGENZIALE «ALTAMENTE ESIGUA» Dopo aver passato al setaccio l’applicazione della misura della rotazione nei vari dipartimenti regionali, la responsabile – all’interno dell’integrazione al Piano – afferma «è evidente che la rotazione del personale non dirigenziale presenta una attuazione altamente esigua». E infatti bastano i numeri, indicati nel documento, per confermarlo: «Su 2.064 dipendenti solamente 68, sulla base dei criteri previsti dal piano, sarebbero stati soggetti a rotazione». Nel dettaglio, per 33 è stata applicata mentre per altri 35 sono state adottate le misure alternative quali l’affiancamento. «Numeri davvero bassi – osserva il sindacato Csa-Cisal –. Il principio cardine dell’intero impianto dell’integrazione al Piano è che “non si può restare per cinque anni a svolgere le stesse funzioni”. Sulla scorta di questo assunto, la Responsabile, lo scorso 28 aprile, ha scritto ai vari dipartimenti chiedendo conto dei percorsi formativi individuati al fine di programmare il processo di rotazione. Il principio della rotazione si applicherà ai dipendenti delle strutture ausiliare (e quindi il dipartimento Personale dovrà prevedere apposita clausola nel regolamento), mentre sono esclusi gli addetti al protocollo».
ENTRO IL 30 OTTOBRE I NOMI, ENTRO IL 30 NOVEMBRE LA RELAZIONE DEI DG SULLE MISURE ADOTTATE In ogni caso la Responsabile Anticorruzione fissa tempi certi. «Questo – osserva il sindacato – è un segnale di serietà dell’operazione. Entro il 30 ottobre 2020 i direttori generali dei dipartimenti dovranno comunicare l’elenco del personale soggetto a rotazione o comunque l’adozione di misure alternative (laddove non applicabile la rotazione). La mancata adozione delle misure dovrà essere adeguatamente motivata e non si potrà “barare” utilizzando giustificazioni “generiche”. Entro il 30 novembre 2020 i dg dovranno consegnare alla Responsabile la relazione con le decisioni assunte. Pochi mesi a questa parte e la rotazione si applicherà anche ai dipendenti non dirigenti con la procedura predefinita».
LA MODIFICA ALLA LEGGE REGIONALE PER MAPPARE IL RISCHIO FRA I DIRIGENTI Per quanto riguarda i dirigenti (già soggetti a rotazione l’anno scorso), l’obbiettivo è una rivisitazione della metodologia per la mappatura del coefficiente di rischio corruttivo. Sarà necessario aggiornare la legge regionale (n.7 del 1996), che è troppo obsoleta rispetto alla normativa nazionale. Una correzione che servirà a prevedere tempi di rotazione dei dirigenti a seconda della fascia di rischio (alto, medio e basso) evitando una nuova rotazione priva di criteri di oggettiva prevenzione del rischio corruzione così come avvenuto nel 2019. In sintesi, farla con raziocinio e non “tanto per ruotare”.
I RAPPORTI CON I SINDACATI «Siamo fiduciosi – aggiunge il sindacato Csa-Cisal – per questo spirito di collaborazione dimostrato concretamente dalla Responsabile dell’Anticorruzione con la convocazione delle sigle sindacali prevista per mercoledì prossimo. Un po’ meno per l’atteggiamento dell’assessore al Personale che invece non ha inteso consultare o quantomeno avvertire le organizzazioni sindacali né sull’integrazione al Piano Anticorruzione e né tantomeno sulla riorganizzazione dei dipartimenti della Regione. Finora abbiamo appreso da terzi (o sulla stampa) delle modifiche al Segretariato generale, al dipartimento Tutela della Salute e ad Urbanistica e Beni Culturali (prossimamente Programmazione Nazionale e Comunitaria). Eppure, sono scelte che inevitabilmente hanno notevoli ricadute sui dipendenti. Al netto dell’emergenza Coronavirus, a fronte di questi importanti cambiamenti sarebbe stato opportuno dare un’informativa (come da art. 4 Titolo II – CCNL 2016-2018) alle varie rappresentanze sindacali, in modo da poter consentire una valutazione approfondita del potenziale impatto dei cambiamenti ed eventualmente muovere delle osservazioni utili a raggiungere un risultato ottimale dal punto di vista organizzativo. Finora dobbiamo constatare come si stia assistendo ad una riforma “disorganica”, a “puntate”. Con delibera di Giunta che si susseguono. È sicuro l’esecutivo di avere un quadro chiaro della situazione nella Cittadella regionale? Le scelte iniziali inevitabilmente condizioneranno la dinamica dell’intera legislatura, per questo devono essere oculate e ponderate. Ci aspettiamo, più che slogan, un disegno concreto e – conclude il sindacato Csa-Cisal – un programma che consenta alla macchina amministrativa regionale (dai dipendenti ai dirigenti) di dare il proprio contributo a risollevare la Calabria».
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