Ultimo aggiornamento alle 16:30
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Rausa lascia per «la famiglia e i figli» e fornisce la sua versione dei fatti

L’ex assessore al comune di Rende tirato in ballo nella vicenda del Parco Acquatico per un presunto utilizzo improprio da parte del figlio nell’inchiesta del TgR Calabria motiva le sue dimissioni. …

Pubblicato il: 19/06/2020 – 16:45
Rausa lascia per «la famiglia e i figli» e fornisce la sua versione dei fatti

RENDE Mario Rausa, ormai ex assessore del comune di Rende, si è preso più di 24 ore per spiegare le ragioni delle sue dimissioni. Ne ha parlato con il sindaco Marcello Manna, poi con i membri della maggioranza infine con i “colonnelli” di giunta. Il suo nome è stato tirato in ballo nell’inchiesta che riguarda il Parco Acquatico non per le eventuali inadempienze politiche ma perché in due distinti servizi del TgR Calabria vengono mostrati video in cui il protagonista è il figlio. Nel primo brinda a bordo piscina con la sua fidanzata, nel secondo festeggia il suo compleanno. Il brindisi nei flûte di champagne è per celebrare l’anno di fidanzamento, nella sala invece un catering serve agli amici prelibatezze per la festa dei 30 anni. E dunque, Rausa, si concentra proprio su questi due appuntamenti. «Il 29 febbraio mio figlio ha festeggiato il suo compleanno all’interno di un parco acquatico che non era affatto chiuso al pubblico – spiega in una nota stampa -. Un parco aperto a manifestazioni culturali e mostre, non è un parco chiuso. Infatti, in quel periodo al parco si sono tenuti tanti eventi e convegni. Il 29 febbraio l’Italia e la città di Rende non erano in lockdown». Per quanto riguarda l’episodio a bordo piscina, l’ex assessore incaricato dal sindaco ai rapporti con il Parco Acquatico dice: «Mio figlio con la fidanzata il 9 maggio festeggia l’anniversario con un brindisi a bordo piscina, dopo aver chiesto il permesso di entrare. Un brindisi durato in tutto 15 minuti di orologio – scrive Rausa -. Anche in questo caso la Rai non può parlare di lockdown, in quanto è terminato il 4 maggio». Questi due dettagli, secondo l’ex membro di giunta candidato lo scorso anno con la lista “Marcello Manna Sindaco” (la stessa in cui aveva trovato spazio Antonio Vivacqua amministratore della struttura) «sono delle piccole e utili precisazioni per fare capire che questo tormentone deve essere almeno chiarito». Mario Rausa difende le sue ragioni e lamenta anche di non essere stato chiamato per fornire la sua versione dei fatti «nonostante sono stato ripetutamente chiamato come assessore con la delega al Parco Acquatico».
LA VICENDA DEI LAVORATORI Aspettano ancora di ricevere gli stipendi della scorsa stagione estiva. Nel corso di una conferenza stampa gli ex lavoratori del Parco Acquatico hanno dichiarato di non aver ricevuto il becco di un quattrino nonostante le ore passate da giugno a settembre nella struttura. Alcuni con contratti, altri senza, quasi tutti con ore all’attivo per più di quanto dovuto. Della polemica che riguarda i lavoratori, Mario Rausa però si smarca in modo categorico. «Mi sono sempre impegnato nel cercare la soluzione a favore di chi giustamente pretendeva quanto dovuto per il loro lavoro – spiega l’ex assessore comunale -. Io stesso li ho incontrati 2 volte perorando la loro giusta causa. E forse sono stato l’unico. Con decine di incontri tra i componenti societari ho cercato una sintesi tra le due parti per consentire una buona e congiunta gestione. Mi sono attivato con molta energia per cercare di arrivare ad una quadra tra i soci di un consorzio tra loro diviso. Come pure io stesso ho accompagnato al parco decine di imprenditori con interessi nel fitness, nel welness e nel food, con il solo scopo di far partire tutti i servizi e permettere con tale operazione il pagamento di dipendenti e fornitori». Nelle sue memorie Mario Rausa spiega anche di aver operato sempre a favore e per il bene della struttura, anche quando si sono create delle spaccature societarie. «Avrei preferito di essere criticato per il mio operato di assessore, per il mancato impegno, per i mancati risultati – conclude -. Un solo rammarico per le mie dimissioni, non aver potuto portare a terminare le mie linee programmatiche, vari progetti ed opere per la città di Rende. Però ho la certezza che il sindaco e la giunta lo faranno. A loro va, infine, il mio ringraziamento e a chi mi è stato vicino in queste ore». (mi.pr.)
 

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x