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Giornate Fai all’aperto, la Calabria mette in mostra le sue bellezze

Otto i luoghi visitabili sabato e domenica nell’ambito dell’iniziativa organizzata dal Fondo Ambiente Italiano

Pubblicato il: 24/06/2020 – 18:44
Giornate Fai all’aperto, la Calabria mette in mostra le sue bellezze

Oltre 200 luoghi aperti in più di 150 località d’Italia, otto delle quali in Calabria. Sabato e domenica prossimi saranno dedicati alle “Giornate Fai all’aperto”, organizzate dal Fondo Ambiente italiano. Questi i luoghi visitabili in Calabria.
Curinga-Il platano di Vrisi: Il platano di Vrisi è un albero millenario alto 20 metri con tronco di 18 metri di circonferenza. Su un lato è situata un’apertura, alta più di 3 metri, da cui si accede alla cavità del tronco. Le radici, alcune delle quali visibili, si piantano nel terreno come le dita delle mani e i rami, spogli in inverno, sembrano delle lunghe braccia. Antiche leggende raccontano che fu piantato dai monaci del vicino Monastero di Sant’Elia vecchio, dove si conservano i resti del “Sancta Sanctorum.
Lamezia-Abbazia di Sant’Eufemia Vetere e Terme di Caronte: L’abbazia di Sant’Eufemia fu fondata da Roberto il Guiscardo nell’XI secolo nell’area di un precedente monastero bizantino. Si conservano i resti della chiesa e dell’area del chiostro dove furono ritrovate le monete con la raffigurazione delle vicine Terme di Caronte, luogo dove, nel 1056, il condottiero Roberto il Guiscardo si fermò, insieme ai suoi uomini, per risollevarsi dalle fatiche di una battaglia.
Rossano-Complesso monastico basiliano di Santa Maria del Patire: Un vero gioiello dell’arte bizantina e basiliana, collocato a 602 metri d’altitudine in una posizione strategica e di grande fascino, tra castagni secolari e boschi dell’ultimo lembo della Sila Greca, da cui si apre uno spettacolare panorama sul mar Ionio.
Rossano-Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (San Giuseppe): Il titolo originario di questa chiesa era quello di S. Maria di Costantinopoli e prendeva il nome da un affresco raffigurante questa tipologia di Madonna che ancora vi si può osservare, anche se rovinato da molte ridipinture. Il nuovo nome comparve nel secolo scorso, allorché la confraternita di San Giuseppe spostò la sua sede da una cappella che era affiancata alla Madonna del Castello a questa chiesa.
Santa Severina-Villa di Palazzo Barracco: La villa di palazzo Barracco di Altilia è disposta a terrazzo su sei piani paralleli intersecati da gradinate. L’elemento più caratteristico del giardino sono i numerosi alberi di pinus pinea che raggiungono anche i trenta metri di altezza con circonferenze che superano anche i duecentocinquanta centimetri.
Gerace-Un percorso di fede e di speranza: Un percorso per scoprire la storia del Monumento ai cinque Martiri di Gerage, il Santuario della Madonna di Prestarona a Canolo.
Vibo Valentia-Tempio Località Cofino: L’area sacra del Cofino si trova nella parte più alta della città, vicino al Castello. Il grande tempio, scoperto nel 1921 da Paolo Orsi, era dedicato a Kore-Persefone e in seguito anche alla madre Demetra, sorella di Zeus e madre della terra, dea del grano e dell’agricoltura, artefice del ciclo delle stagioni.
Tra i beni del Fondo Anbiente italiano c’è Spezzano della Sila, con la Riserva dei Giganti della Sila, nel Parco Nazionale, che racconta il “verde gigante”: 5 ettari della storica “silva” silana dove giganteggiano 60 esemplari di pino laricio alti fino a 45 m, con tronchi larghi fino a 2 m e un’età media di 350 anni. Questi “giganti” di natura sono protetti come veri e propri monumenti e il loro habitat naturale è oggetto di ricerche scientifiche sulla biodiversità botanica e micologica del sito, caratterizzata da una ricca varietà di licheni, funghi e piante officinali. In occasione delle Giornate Fai all’aperto sono previste visite in compagnia di ornitologi che, nel primo e nell’ultimo turno di visita, proporranno l’osservazione e l’ascolto dell’avifauna presente nell’area, mentre naturalisti botanici ed etnobotanici, nei turni di visita intermedi, condurranno alla scoperta dei più significativi aspetti non solo degli ultracentenari monumentali pini larici, ma anche di tutte le altre piante esistenti nella riserva.
Le visite prevedono un contributo minimo – da 3 o 5 euro – con prenotazione online obbligatoria su www.giornatefai.it (da consultare anche per eventuali modifiche di programmazione) fino a esaurimento posti ed entro venerdì 26 giugno alle ore 15. Il numero di ingressi per visita è limitato e previsto in gruppi ristretti per rispettare le normative di sicurezza.

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