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Omicidio Vangeli, a processo presunti assassini, favoreggiatori e l'ex ragazza

Il 22 settembre dovranno comparire davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro Antonio Prostamo, Alessio Porretta, Fausto Signoretta e Alessia Pesce. Sono accusati a vario titolo di omicidio…

Pubblicato il: 29/06/2020 – 15:09
Omicidio Vangeli, a processo presunti assassini, favoreggiatori e l'ex ragazza

CATANZARO Dovranno comparire davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro il prossimo 22 settembre nei confronti di Antonio Prostamo, 31 anni, Alessio Porretta, 24 anni, Fausto Signoretta, 29 anni e Alessia Pesce, 21. Ha scelto, invece, il rito abbreviato, che si celebrerà il prossimo 14 settembre, Giuseppe Prostamo, 35 anni, fratello di Antonio. Sono tutti, a vario titolo, implicati nell’omicidio di Francesco Vangeli avvenuto a San Giovanni di Mileto la notte tra il 9 e il 10 ottobre 2018 con un colpo d’arma da fuoco. Il ragazzo sarebbe poi stato chiuso, ancora agonizzante, in un sacco nero e gettato nel fiume Mesima, mentre la sua auto e il suo cellulare venivano dati alle fiamme. Pesanti le accuse formulate dai sostituti procuratori della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo. A rispondere dell’omicidio sono i fratelli Prostamo mentre Porretta e Signoretta rispondono di favoreggiamento personale e la Pesce di false informazioni a pubblico ufficiale. Tutti i reati sono aggravati dal metodo mafioso.
L’OMICIDIO Secondo la ricostruzione dei fatti svelata dalle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, è stato Giuseppe Prostamo a chiamare Francesco Vangeli e farlo arrivare a casa della famiglia con la scusa di prendere le misure per un tavolino in ferro battuto, attività che svolgeva la vittima. Vangeli non si fidava e si affida a due amici: Alessio Porretta e Fausto Signoretta. Quella stessa mattina si era riconciliato, scrivono gli investigatori, con la fidanzata Alessia Pesce e temeva che la cosa avesse scatenato un proposito nefasto, anche alla luce del fatto che la vittima aveva un debito con Antonio Prostamo per questioni di droga. Vangeli decide di portare con sé Alessio Porretta. Ma prima passano a Nao, frazione di Filandari, per informare Fausto Signoretta di essere in procinto di recarsi dai Prostamo. Gli chiedono un interessamento per la risoluzione delle problematiche esistenti fra la famiglia Prostamo e Francesco Vangeli, in virtù della vicinanza di Signoretta alla potente cosca dei Mancuso (per avere tenuto a battesimo la figlia di Giuseppe Mancuso, quest’ultimo figlio di Giovanni Mancuso).

IL TRADIMENTO DEGLI AMICI Alessio Porretta doveva fare da “garanzia” per l’incolumità di Vangeli, non solo con la propria presenza ma anche per ciò che rappresentava, avendo rapporti parentali con la famiglia Tavella di San Giovanni di Mileto, affiliata alla medesima locale di ‘ndrangheta a cui appartiene la famiglia Prostamo. Ma appena giunti a casa dei Prostamo, Porretta viene fatto riaccompagnare a casa. Non c’è garanzia che tenga. Da qui parte il martirio di Vangeli che finirà di morire in fondo a un fiume rinchiuso in un sacco nero. Dal canto suo Alessia Pesce, ragazza contesa tra Vangeli e Antonio Prostamo avrebbe nascosto ai pm che la interrogavano la verità, tacendola o rendendo dichiarazioni false. Ha persino negato le percosse che stava subendo dal compagno, mentre era incinta, nonostante i carabinieri di Vibo Valentia stessero intercettando tutto, il 21 novembre 2018, mentre Antonio Prostamo la percuoteva brutalmente, incurante del suo stato.
L’aggravante è quella di avere coperto e agevolato l’articolazione di ‘ndrangheta nota come Pititto-Prostamo-Iannello operante in Mileto, sotto l’egida della famiglia Mancuso. Tra i reati contestati ci sono anche le percosse che Giuseppe Prostamo avrebbe inflitto a una persona, allo stato ignota, con lo scopo di sapere se fosse stata lei a parlare con gli inquirenti e fornire informazioni sul suo conto.
Gli indagati, difesi dagli avvocati, Sergio Rotundo, Giovambattista Puteri, Giuseppe Grande, Tommaso Zavaglia, Giovanni Vecchio. (ale. tru.)

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