LAMEZIA TERME «Il sogno di una vita purtroppo sta per trasformarsi in un incubo» racconta a Collettiva, piattaforma online creata dalla Cgil Davide Tarsia (foto sotto), rappresentante sindacale aziendale di Nidil Cgil e lavoratore del Centro di meccanizzazione postale di Lamezia Terme. Davide condivide la propria storia con altri 200 lavoratori somministrati assunti a tempo indeterminato dall’agenzia per il lavoro Adecco, in missione, come si dice in gergo, in Poste.
Si tratta, spiega collettiva.it di «autisti specializzati dislocati in tutta Italia, che trasportano la posta dai centri di smistamento verso i luoghi di destinazione, persone di 45-50 anni con figli, mutuo e progetti legati a doppio filo alla certezza di avere uno stipendio, e che invece potrebbero ritrovarsi dall’oggi al domani a casa».
Sono già 17 i dipendenti che dopo due anni, nonostante l’impegno dimostrato anche durante il periodo di emergenza sanitaria, l’azienda non vuole confermare. Per Davide è una «scelta immotivata e incomprensibile. Un modo legale per andare oltre i 24 mesi esiste ma Poste non lo vuole applicare. E molti colleghi si sono illusi con la stipula del contratto a tempo indeterminato, hanno contratto mutui e comprato macchine». L’invito dei sindacati è quello di fermare il turnover selvaggio e dare stabilità ai lavoratori.
Angelo Sposato, segretario regionale della Cgil Calabria, riprende la storia lanciata da Collettiva e sottolinea: «Di quali investimenti pubblici vogliamo parlare se Poste Italiane in Calabria dismette contratti di lavoro invece di investire sui giovani e sulle professionalità? Al Governo chiediamo fatti e non solo promesse e annunci». Per Davide e i suoi colleghi fine missione significa fine lavoro. Il benservito e il ritorno alla precarietà. Tra le pieghe della crisi ci sono anche storie come questa.
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