REGGIO CALABRIA «In questo momento delicato, occorrerebbe ponderare attentamente l’effetto di ogni azione politica che, se mal interpretata, rischierebbe di trasformarsi in qualcosa di controproducente».
Il consigliere regionale Luigi Tassone non prenderà parte all’iniziativa sulle aree industriali in crisi, che avrà luogo luogo mercoledì esplicandosi attraverso un incontro a Lamezia Terme ed uno a Vibo Valentia, promossa dal suo collega Carlo Guccione, «anche se il tema è di estrema rilevanza e, proprio per questo, necessita di riflessioni condivise».
«Un tema così importante – sottolinea Tassone – meriterebbe i dovuti approfondimenti con i giusti tempi ed i giusti metodi. Ricordo a tutti che per l’area di Vibo Marina, su impulso dell’allora viceministro Fassina e del Governo Letta, fu promosso un Tavolo tecnico a Roma con i sindacati ed i rappresentanti del territorio e fu effettuato un importante studio da Nomisma che fu colpevolmente sottovalutato dal Governo regionale di centrodestra e dall’allora amministrazione comunale. Era, infatti, una buona base di partenza, che avrebbe potuto dare serie prospettive. Ritengo che questo argomento, molto particolare, debba essere sviluppato dal Partito democratico, con tutte le sue articolazioni, e dal Gruppo regionale. Se poi esiste un nuovo studio – s’interroga Tassone – da chi è stato elaborato? Dal Governo o dal Pd?».
«Le iniziative di rilevanza strategica – aggiunge Tassone – devono essere oggetto di dialogo e concertazione. C’è stata in questo caso una campagna di ascolto con i cittadini, con le Istituzioni e con gli imprenditori? E di cosa dovremmo parlare, se non abbiamo una risposta nemmeno a queste domande?».
Ad avviso di Tassone, «ci sarebbe bisogno di un approccio diverso nella Calabria che prova a superare l’emergenza sanitaria ed economica. Tutti – conclude – possono e devono dare il proprio contributo per il rilancio della nostra regione, ma devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare con consapevolezza. Se, invece, vengono saltati i dovuti passaggi politici ed istituzionali, i cittadini percepiscono distanza e improvvisazione e sono indotti a valutare le azioni messe in campo come iniziative politiche dal sapore estemporaneo».
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