ROMA “La lezione” della strage di Gioia Tauro del 1970 «ci dice che non si deve mai abbassare la guardia di fronte alla criminalità, all’illegalità, alle intimidazioni che puntano a lacerare il tessuto di coesione civile su cui poggiano libertà e democrazia». Lo sottolinea il presidente Sergio Mattarella in una dichiarazione che ricorda l’attentato di 50 anni fa, a Gioia Tauro, dove un ordigno collocato sulla linea ferroviaria provocò il deragliamento del treno Palermo-Torino, causando la morte di sei persone, mentre molti passeggeri rimasero feriti, alcuni dei quali gravemente.
«Nel giorno di questa triste ricorrenza – aggiunge il presidente Sergio Mattarella nella dichiarazione – desidero anzitutto esprimere i sentimenti di solidarietà e vicinanza alle famiglie che furono costrette a patire lutto e sofferenze, pagando il prezzo più alto alla brutalità del terrore e dell’eversione. Fare memoria, anche delle pagine più dolorose della nostra storia, è opera preziosa di civiltà e richiama tutti a un gravoso e irrinunciabile esercizio di responsabilità. I colpevoli dell’attentato rimasero per lunghi anni sconosciuti ma, seppure con ritardo, il percorso della giustizia è riuscito a raggiungere un traguardo di verità, svelando gli esecutori, la loro connessione con frange estremiste neofasciste che tentavano di strumentalizzare e condizionare le proteste di Reggio Calabria, e svelando anche il legame con organizzazioni criminali radicate nel territorio. La strage di Gioia Tauro seguì di pochi mesi quella di piazza Fontana a Milano. La strategia della tensione e l’attacco eversivo alla Repubblica si stavano dispiegando, lasciando una scia di sangue che mai potrà essere cancellata o dimenticata. L’unità del popolo italiano intorno ai valori democratici della Costituzione è stata capace di respingere l’aggressione, di tagliare i legami di complicità, di bandire la violenza come mezzo di lotta politica».
LA CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE «Sulla difesa delle libertà e sullo sviluppo della democrazia bisogna sempre convergere, con l’obiettivo di perpetuare la memoria storica e di trasmettere e alimentare la cultura della pacifica convivenza e del rispetto di tutte le differenze tra gli esseri umani». È quanto affermato dal deputato M5S Giuseppe d’Ippolito durante la commemorazione delle 6 vittime e dei 66 feriti della strage di Gioia Tauro, avvenuta il 22 luglio 1970 per mano di terroristi neofascisti. Stamani il parlamentare del Movimento 5 Stelle ha partecipato, alla stazione ferroviaria di Gioia Tauro, al ricordo civile di quel tragico episodio, organizzato dal Comune gioiese con la collaborazione dello stesso D’Ippolito e dei parlamentari M5S Francesco Sapia, Bianca Laura Granato e Paolo Parentela. «È mio preciso dovere – ha detto D’Ippolito alle istituzioni e ai cittadini intervenuti – portarvi i saluti più vivi e calorosi del presidente della Camera, onorevole Roberto Fico, e del sottosegretario all’Interno, onorevole Carlo Sibilia, che oggi non sono riusciti a presenziare per altri impegni istituzionali, ma che per mio tramite esprimono, rispetto a questa importante commemorazione, tutta la vicinanza dello Stato, che lotta contro ogni forma di fascismo e totalitarismo. Dobbiamo proseguire su questa strada, mai dimenticando – ha rimarcato il deputato – che il futuro si costruisce partendo, soprattutto in questa delicata fase determinata dal Covid, dal ricordo vivo del passato e dalla piena consapevolezza del travaglio e del valore della democrazia. Facciamoci, da qui, proprio da Gioia Tauro, portatori – ha concluso il deputato – di un messaggio nuovo: di speranza e di fiducia, di unità nazionale e di riscatto del territorio, di investimento culturale e morale a vantaggio in primo luogo dei giovani, che hanno il diritto di vivere in un mondo migliore».
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