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Cosenza, 3 nuovi casi di Covid nella comunità senegalese
Sale a 20 il numero di persone positive al covid nell’area urbana. Il mediatore culturale della comunità denuncia però anche degli episodi di razzismo: «Tramite i social sono state diffuse le general…
Pubblicato il: 29/07/2020 – 12:31
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COSENZA Due bambini ed un adulto, tutti e tre riconducibili al focolaio covid che interessa la comunità senegalese che vive nell’area urbana di Cosenza. Cresce di tre unità, il numero di persone positive al coronavirus. Si tratta di persone entrate in contatto con i primi contagiati che la task force dell’Asp di Cosenza diretta da Mario Marino sta monitorando fin dal momento in cui, per caso, si è scoperta l’infezione di una bambina che doveva sottorsi ad un intervento chirurgico di ruoutine. Con i contagiati di oggi sale a 20 il numero di persone attualmente positive al virus. L’Azienda Sanitaria Provinciale ha già spiegato (qui la notizia) che il focolaio è circoscritto, ma si lavora anche per individuare delle strutture dove poter far trascorrere in isolamento il periodo di quarantena delle persone positive al virus ed evitare in questo modo ulteriori contatti.
LO SFOGO DEL MEDIATORE CULTURALE In queste settimane in cui la comunità senegalese è tenuta sotto controllo per motivi sanitari, non sono mancati alcuni incresciosi episodi legati ad alcuni atteggiamenti razzisti. Ad assistere il personale sanitario è stato il mediatore culturale Ibrahima Diop. Il suo lavoro è stato spesso evidenziato dai medici della task force, evidenziando come senza il suo impegno sarebbe stato molto difficile procedere con celerità. Il suo lavoro ha rotto un muro di diffidenza, la stessa che però non è stata rotta da alcuni cittadini di Cosenza. «Ho assistito sgomento e profondamente addolorato al susseguirsi di messaggi vergognosi, inviati da alcuni individui sui vari canali social, che hanno avuto come bersaglio i fratelli colpiti dal Covid-19 – scrive Diop su Facebook -. Questi soggetti, celati dietro l’anonimato, hanno attivato una vera e propria macchina del fango con l’intento di colpire i senegalesi di Cosenza. Al signor che in un messaggio diffuso mediante WhatsApp, cita nome di un senegalese e il lavoro che fa, alla signora che nel suo messaggio parla con disprezzo di negretto indicando il suo luogo di lavoro e fa riferimento all’abitazione di una incolpevole bambina vogliamo soltanto chiedere di riascoltarvi. E ve lo chiediamo con l’educazione, il rispetto e il senso civico che ci appartengono e in cui crediamo fortemente e che, purtroppo, temiamo a voi alquanto estranei.
Un evento subito da chi non ha alcuna responsabilità non può scatenare questa rabbia insensata e piena di distacco sprezzante, bensì dovrebbe generare sentimenti di vicinanza. Vicinanza e solidarietà che fortunatamente la comunità senegalese ha avuto dalla gran parte della città. Facciamo appello ai cosentini veri affinché tali individui vengano isolati e siamo in contatto con le autorità competenti per far sì che tali comportamenti, che violano norme e generano tanto dolore, vengano perseguiti come meritano. Noi continuiamo a credere nell’integrazione e nei valori che essa rappresenta». (mi.pr)
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