PALERMO Nuovo ricorso al Csm contro la nomina del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, già presidente dell’Anac. Lo ha presentato al Tar del Lazio Gaetano Paci, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, ex magistrato antimafia di Palermo, allora neppure preso in considerazione dalla competente Quinta commissione del Csm. Il magistrato è difeso dal professor Mario Serio, ex componente del Csm, e dall’amministrativista Giuseppe Naccarato. Precedentemente aveva fatto ricorso il procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini, che ha perso in plenum contro Cantone, a giugno. Quella di Paci, si legge nel ricorso presentato dal magistrato palermitano è una esclusione «illogica» e «contraddittoria», in «violazione» della normativa. La stessa commissione, infatti, elogia il profilo professionale di Paci, dice che è «prevalente» rispetto a Cantone per esperienze organizzative esercitate in ambito giudiziario (connesse alle funzioni semi-direttive a Reggio Calabria e lì stesso pure direttive, come reggente della procura dopo la nomina di Federico Cafiero de Raho alla guida della Procura nazionale antimafia).
Paci è prevalente per le funzioni giudiziarie di coordinamento: per essere stato a capo della Dda di Reggio Calabria mentre Cantone non ha mai esercitato questa funzione nei suoi 15 anni da pubblico ministero, cioè fino al 2005, quando è andato al Massimario della Cassazione. Ma per il Csm, Cantone, votato a maggioranza, è davanti a Paci, da 28 anni ininterrotti pubblico ministero, con ruoli di coordinamento pure internazionali. Perché? E qui il ricorso esce dal tecnicismo e va alla sostanza: «Le ragioni addotte dalla Commissione» per preferire Cantone «si fondano sul servizio prestato dal vincitore quale presidente di un organo di nomina politica, l’Autorità Nazionale Anticorruzione». Il Tar deciderà nei prossimi giorni la data dell’udienza in cui saranno esaminati i motivi dei due ricorsi.
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