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Covid, caccia agli untori a Melissa. La lettera della famiglia: «Le persone positive non sono appestati»

La famiglia del Crotone ha affidato alle pagine del Corriere della Calabria una testimonianza per dare «ai lettori la versione reale e completa della dinamica dei fatti»

Pubblicato il: 29/09/2020 – 16:49
Covid, caccia agli untori a Melissa. La lettera della famiglia: «Le persone positive non sono appestati»

di Geatano Megna
A Melissa si scatena la caccia gli untori. A denunciare la circostanza è l’avvocato Mariastella Fedele alla quale si è rivolta la famiglia di Melissa risultata positiva al Covid-19. «Purtroppo, l’essersi ammalati di Covid, – si legge nella nota di Fedele – è visto dai concittadini delle persone coinvolte, come una colpa, e si è avviata una feroce caccia alle streghe. La caccia alle streghe si è acuita sui social dove la notizia è virale ed espone quotidianamente alla gogna mediatica i signori che sono risultati positivi. La famiglia di Melissa ha deciso di affidare alle pagine del Corriere della Calabria una testimonianza per dare «ai lettori la versione reale e completa della dinamica dei fatti. Questo serve per ridare alla famiglia la tranquillità necessaria ad affrontare la dura battaglia contro il Covid. Le persone che si ammalano di Covid non sono appestati e se, come hanno correttamente fatto i cittadini di Melissa, si osservano i consigli dei sanitari non rappresentano un pericolo per nessuno».
Ecco il testo della lettera inviata dalla famiglia: 
«La presente lettera, è atto dovuto, elaborato con l’intento precipuo di fornire risposte ai cittadini di Melissa e non, sulle questioni sollevate in merito ai casi Covid accertati nel comune di Melissa. Vi è da dire che è stata esposta, in alcune testate, una versione dei fatti errata e/o parzialmente corrispondente al vero. Anche sui social, la notizia è diventata virale, e sono piovuti commenti, illazioni e affermazioni oltraggiose della dignità delle persone coinvolte. Non è questa la sede adatta a fare il gioco delle colpe, poiché laddove si verificano gli estremi per l’azione civile o penale, saranno scrupolosamente vagliati dalla difesa, per tutelare le persone coinvolte, in questa sede, si intende rassicurare la cittadinanza, e avere l’opportunità di fornire l’esatta dinamica della vicenda. Quanto sopra doverosamente premesso, ci si sforzerà di essere più chiari possibile, esaurienti ma anche sintetici, così da porre definitivamente fine alla “caccia alle streghe” avviata in seguito alla pubblicazione e diffusione della notizia. Si specifica che i signori sono Italiani, tutti, e sono giunti Italia il 18 settembre. Hanno assolto ogni obbligo a loro carico, osservando attentamente la procedura prevista per chi rientra in Italia ed in Calabria attivando in prima persona, e talvolta anche con difficoltà, tutti i protocolli necessari. Al momento dell’arrivo in Italia, i signori tutti, godevano di ottimo stato di salute e non presentavano alcun sintomo sospetto. Le stesse Autorità, quali ad esempio il sindaco di Melissa, possono confermare che i soggetti coinvolti, hanno rispettato le prescrizioni, ed una volta ottenuto il risultato del tampone, da loro richiesto, hanno iniziato (o proseguito in quanto si erano volontariamente messi in quarantena per scrupolo!) la c.d. quarantena obbligatoria. Non hanno avuto contatto diretto o indiretto con nessuno e pertanto non li si può additare, come qualche concittadino ha fatto, il titolo di “untori” o di ” importatori del virus!” A fronte di siffatto stato di cose, non sussistendo alcun pericolo di diffusione da parte dei signori del virus, non può non risultare chiaro, che bisogna stringersi virtualmente attorno a paesani e cittadini, in stato di difficoltà e di sacrificio, mostrando loro empatia, vicinanza ed affetto, dimostrando che i calabresi, sono un popolo che va oltre il pregiudizio e l’ignoranza, augurando loro una pronta guarigione».

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