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Coronavirus, Calabria "allergica" all'app Immuni
Il ministro in un’intervista al “Corriere della Sera” sottolinea lo scarso numero di download: solo 138mila
Pubblicato il: 08/10/2020 – 12:14
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ROMA Nonostante l’impennata dei contagi “non dobbiamo spaventarci”. Lo dice il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia in un’intervista al “Corriere della Sera”. «I numeri dell’Italia sono ancora quelli di un Paese sicuro, che non deve abbassare la guardia. Dobbiamo essere molto più rigorosi», aggiunge.
«Siamo stati un modello in questi primi sei mesi e dobbiamo esserlo nei prossimi sei” spiega. La mascherina obbligatoria e l’app Immuni “sono due forme di protezione e di rispetto degli altri». Quasi 7 milioni di persone hanno scaricato l’app: «Cresce la consapevolezza che è bene essere tracciati perché si è più sicuri. Ci sono regioni che viaggiano col 15% di utenti, Abruzzo, Sardegna, Toscana ed Emilia e ce ne sono altre, come Calabria e Sicilia, che restano indietro. Bisogna crescere molto di più».
I NUMERI In effetti i dati raccolti dal ministero per l’Innovazione Lombardia, Lazio e Emilia Romagna emergono come le regioni con il più alto numero di download (rispettivamente 1,2 milioni, 765 mila e 609 mila), mentre chiude la classifica il Molise con 28 mila download, poco più della metà della penultima Basilicata (54 mila). La Calabria, come rimarcato da Boccia, si attesta a un modesto numero di 138mila download (ben al di sotto del 10%), percentuale molto bassa. L’altro caso menzionato da Boccia, la Sicilia, presenta 338mila download dell’app.
LE TERAPIE INTENSIVE Il ministro ha poi affrontato il tema delle Terapia intensive. «Ora siamo molto più forti e anche la prevenzione territoriale è stata rafforzata. I numeri sono abbondantemente sotto controllo. Abbiamo 337 persone in terapia intensiva e 6.700 posti disponibili, che in caso di necessità possono estendersi fino a diecimila, perché i ventilatori ci sono». Nel Dpcm «non abbiamo affrontato il tema degli orari dei locali. Il nodo è rispettare le distanze». Boccia rivendica «il modello del regionalismo italiano, la collaborazione tra i diversi livelli istituzionali».
STATO DI EMERGENZA La proroga dello stato di emergenza, «era necessario farla e non c’è nessun presidente di Regione che non condivida il rafforzamento delle misure e l’estensione dello stato di emergenza fino al 31 gennaio», prosegue. Ai governatori «non sono stati tolti poteri, è stato ripristinato un modello di successo. In una fase critica c’è più sicurezza se i territori possono adottare solo ordinanze restrittive e allentare le misure solo d’intesa col ministero della Salute», osserva il ministro. Tuttavia, incalza, le Regioni sanno «che l’approccio del governo è servire i territori, non esercitare il potere».
Con tutti gli sforzi fatti, «io spero si possa andare avanti convivendo con il Covid. Persino nei Paesi più in difficoltà come Francia e Spagna stanno facendo lockdown drammatici e costosi, ma limitati», conclude.
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