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Soumahoro torna a San Ferdinando. «Trasformiamo le disperazioni in speranze»

L’ex attivista Usb annuncia un nuovo sciopero dei braccianti “invisibili” per il prossimo 12 novembre. Il suo viaggio parte dai ruderi dell’ex baraccopoli nella Piana di Gioia Tauro. «Vogliamo rend…

Pubblicato il: 31/10/2020 – 0:06
Soumahoro torna a San Ferdinando. «Trasformiamo le disperazioni in speranze»

SAN FERDINANDO L’ex attivista di Usb, simbolo della lotta dei braccianti “invisibli”, Aboubakar Soumahoro torna nella zona industriale della Piana di Goia Tauro dove da circa due settimane la Regione Calabria ha istituito due “zone rosse”: il campo container di Rosarno e la tendopoli di San Ferdinando.
Soumahoro torna, per l’esattezza, sul “luogo del delitto”, ovvero nell’area dove sorgeva, fino a marzo 2019, la “baraccopoli della vergogna”, demolita e sgomberata dopo l’intervento voluto dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini e coordinato dalla prefettura di Reggio Calabria.
Da allora la situazione non è cambiata. Alle sue spalle l’attivista mostra i cumuli di macerie, carcasse e rifiuti che ancora oggi invadono la zona. Il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, aveva dichiarato che un accordo era stato raggiunto per avere accesso ai fondi necessari quantomeno a sgomberare l’area dai rifiuti, anche a fronte di un incontro che si era tenuto negli uffici del Viminale tra lo stesso primo cittadino, l’ex prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari e l’attuale, Massimo Mariani. Più difficile reperire i fondi per una bonifica dell’area posto che la cifra stimata dall’Arpacal a tal fine era di molto superiore al milione di euro.
La pandemia ha però bloccato tutto e le macerie si trovano ancora lì, mentre la Piana torna a riempirsi nei giorni in cui molti braccianti rientrano da altre regioni perché la raccolta agrumicola incombe. Soumahoro, in occasione degli “stati generali” si era incatenato davanti a Villa Pamphili chiedendo di essere ricevuto dal Premier Giuseppe Conte al quale era riuscito a strappare delle promesse, ad oggi – sottolinea lo stesso attivista – «disattese».
Sul tavolo, oltre ad un intervento per tutelare i lavoratori “invisibili” del settore agricolo, anche l’abolizione del “pacchetto sicurezza”, nel frattempo modificato.
Per questo, Soumahoro chiama nuovamente a raccolta tutti per un nuovo sciopero, fissato per il prossimo 12 novembre, «per sensibilizzare sul tema dei braccianti». Un percorso che parte proprio dall’ex baraccopoli di San Ferdinando: «Ci sono ancora i cumuli di lamiere dopo il passaggio delle ruspe della disumanità. Il nostro cammino passa attraverso una maggiore partecipazione dei braccianti, e al servizio dei lavoratori della terra, schiacciati dallo strapotere della grande distribuzione organizzata». Aboubakar ricorda inoltre che l’assemblea annunciata per il 3 novembre è stata annullata per via delle regole imposte col nuovo Dpcm. «Per questo – aggiunge – ci vediamo tutti sotto Montecitorio il prossimo 12 novembre. Ed anche dalla Gioia Tauro ci sarà la partecipazione di tutti coloro che credono che una filiera che rifiuti lo sfruttamento e produca un cibo eticamente sano sia possibile». Il viaggio di Aboubakar Soumahoro in Calabria è poi continuato nella Locride. A Riace, come riportato sui propri canali social, ha incontrato «l’amico fraterno» Mimmo Lucano. «Vogliamo trasformare le disperazioni in speranze per il tramite dell’utopia della normalità di una politica alta e altra». (f.d.)

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