CATANZARO Un commissario che entro un mese nomina i vertici delle aziende, entro due mesi elabora il piano anti Covid e può «impartire ordini e direttive» ai dirigenti regionali: un commissario, inoltre, che sarà coadiuvato da due subcommissari e da una struttura di supporto “ad hoc”.
È questo l’assetto della sanità calabrese che il governo nazionale potrebbe varare nei prossimi giorni con il possibile via libera a un “nuovo” Decreto Calabria. In queste ore le forze di maggioranza “giallorosse” starebbero infatti esaminando la bozza del nuovo provvedimento che – riferiscono fonti accreditate – potrebbe approdare in uno dei prossimi Consigli dei ministri (probabilmente nel prossimo) in modo da essere approvato ed evitare la “vacatio” normativa dettata dalla scadenza del precedente. Secondo quanto filtra da ambienti governativi più che una proroga dovrebbe trattarsi di una rivisitazione del “vecchio” Decreto Calabria, una rivisitazione che punta a eliminare i limiti – enormi – del provvedimento del 2019 e guarda alle nuove esigenze dettate dall’emergenza Coronavirus ma in molte parti conferma l’impianto del precedente provvedimento, soprattutto per quanto riguarda la “governance” del settore, partendo da un ulteriore rafforzamento del ruolo del commissario ad acta – fugura prevista per almeno due anni, prorogabile di altri 12 mesi – e lasciando ancora sostanzialmente “ai margini” gli organi (anche politici) della Regione.
IL PERCORSO VERSO IL CDM Questo, a grandi linee, emergerebbe dalla bozza del testo, sulla quale il ministero guidato da Roberto Speranza (di Articolo 1) e le forze della maggioranza di governo – dal Pd al Movimento 5 Stelle – in queste ore si stanno confrontando cercando una mediazione per non compromettere gli equilibri di coalizione (il “Decreto Calabria” del 2019 non piace quasi a nessuno ma è stato un “totem” dei pentastellati…). Così come – secondo quanto si apprende da ambienti governativi – sarebbe in atto una valutazione anche sulla permanenza nella carica dell’attuale commissario Saverio Cotticelli, dimissionario ma non (ancora) dimesso e finito sul banco degli imputati nell’ultimo Tavolo di verifica interministeriale: c’è chi non esclude che contestualmente al varo del nuovo decreto possa esserci il suo avvicendamento, alla luce anche di una valutazione complessivamente negativa già sul tavolo governativo, ma c’è anche chi sostiene che un ulteriore “strappo” nella “governance” sanitaria calabrese in questa fase così delicata sarebbe un salto nel buio. Tutto questo si vedrà, ovviamente, in sede di Cdm. Un dato però – sostengono molti “osservatori” politici – sembra assodato: nessuno lo ammetterà mai ufficialmente, ma l’eventuale approvazione del nuovo “Decreto Calabria” sarebbe ispirata anche dalla nuova eccezionale situazione che si è creata alla “Cittadella”, avendo l’obiettivo recondito di “stroncare” sul nascere la tentazione del presidente ff della Regione Spirlì e della Giunta di procedere alle nomine nelle aziende sanitarie e ospedaliere, le cui procedure selettive sono tuttora in corso.
COSA PREVEDE LA BOZZA Solo 7 articoli, rispetto ai 15 del precedente, potrebbero comporre il “nuovo” Decreto Calabria. In particolare, – si legge nella bozza di provvedimento – l’articolo 1 prevede che «al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti nei programmi operativi di prosecuzione del piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale della Regione Calabria, nonché per garantire i livelli essenziali di assistenza, è nominato un commissario ad acta» al quale «fanno capo le attività di gestione tecnico-amministrativa, le funzioni di programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale finalizzate alla tempestiva attuazione del Programma operativo 2019-2021 e del piano di rientro, le procedure di appalto superiori alle soglie di rilevanza comunitaria,… le funzioni di responsabile della Gestione sanitaria accentrata, in deroga all’articolo 22 del decreto legislativo 118 del 23 giugno 2011 e ogni ulteriore compito indicato nella delibera di nomina adottata dal Consiglio dei ministri. Il commissario esercita tutti i poteri di gestione necessari per conseguire l’obiettivo del riequilibrio finanziario economico e contabile del Servizio sanitario regionale nonché per il raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza secondo gli standard delle prestazioni a livello nazionale». Il commissario ad acta – prosegue la bozza – «è affiancato da due sub commissari di qualificata e comprovata professionalità e esperienza rispettivamente in materia di gestione sanitaria e amministrativa» e poi «si avvale di una struttura amministrativa di supporto, composta da 25 unità di personale, di cui 5 unità con qualifica dirigenziale, in posizione di comando, ovvero di distacco obbligatorio, dalla Regione Calabria, da enti regionali e da enti del servizio sanitario regionali. Si prevederebbe poi che «in ogni caso il commissario si avvale direttamente del supporto del Dirigente generale e dei dirigenti degli uffici del Dipartimento tutela della salute della regione Calabria cui può impartire ordini e direttive necessari all’attuazione del programma operativo vigente, del piano di rientro e di ogni ulteriore intervento» previsto dalla nuova legge. L’articolo 2 – sempre nella bozza – riguarda la parte (“sensibile”) delle nomine aziendali, prevedendo che «il commissario ad acta, entro 30 giorni dalla nomina, previa intesa con la Regione, nonché con il Rettore nei casi di aziende ospedaliere universitarie, nomina un commissario straordinario per ogni ente, o anche per più enti, del servizio sanitario regionale. In mancanza d’intesa entro il termine perentorio di dieci giorni, la nomina è effettuata con decreto del ministro della Salute, su proposta del commissario ad acta, previa delibera del Consiglio dei ministri, a cui è invitato a partecipare il presidente della Giunta regionale con preavviso di almeno tre giorni… Il commissario ad acta verifica periodicamente e comunque ogni quattro mesi l’operato dei commissari straordinari in relazione al raggiungimento degli obiettivi del programma operativo 2019-2021. In caso di valutazione negativa del commissario straordinario, ne dispone la revoca dall’incarico, previa verifica in contraddittorio». “In coda” alla bozza, all’articolo 7, un passaggio eloquente: «Fino alla nomina dei commissari straordinari ai sensi dell’articolo 2, restano in carica gli attuali commissari straordinari o i direttori generali che cessano automaticamente con la nomina dei commissari. Sono in ogni caso revocate le procedure selettive dei direttori generali in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto». Altra parte “sensibile”, gli appalti: nella bozza – articolo 3 – si prevede che «il commissario ad acta provvede in via esclusiva all’espletamento delle procedure avvalendosi degli strumenti messi a disposizione da Consip Spa ovvero, previa convenzione, dalla centrale di committenza della regione Calabria o di centrali di committenza delle regioni limitrofe, per l’affidamento di appalti superiori alle soglie di rilevanza comunitaria». Si dispone poi che «dalla data della nomina, il commissario ad acta adotta, nel termine di 60 giorni, il programma operativo Covid previsto dall’articolo 18 del decreto-legge 18 del 2020 e definisce altresì, nel medesimo termine, il Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico»: i progetti di edilizia sanitaria da finanziare “ex articolo 20” e gli altri programmi sottoscritti con il Ministero della salute, «sono attuati dal commissario straordinario» per l’emergenza Covid. Novità all’articolo 6: nella bozza si indicano come «cause di decadenza» del commissario ad acta, tra le altre, «il grave e ingiustificato ritardo nella attuazione degli obiettivi di risanamento e la mancata adozione del programma operativo Covid». Questo, a grandi linee, potrebbe essere il “nuovo” Decreto Calabria: come (e se) vedrà la luce lo si potrà capire solo nei prossimi giorni. (ant. cant.)
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