COSENZA «La ripetizione di un metodo, cioè quello del commissariamento attraverso un plenipotenziario per 10 e lunghi anni, ha già ampiamente dimostrato i suoi insormontabili insuccessi e limiti». Lo denuncia il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Omceo) di Cosenza, Eugenio Corcioni, che lancia una proposta: «Non serve un altro commissario o, per lo meno, non soltanto lui, ma occorre nominare al suo fianco una vera e propria ‘task force’, reclutata tra le migliori competenze disponibili nel paese – suggerisce – che agisca in fretta, in perfetta autonomia dai condizionamenti politici, che sia capace di svolgere la sua funzione unicamente per l’interesse comune, senza favorire nessuna delle parti che competeranno nella imminente contesa elettorale regionale». «Avvertiamo questa preoccupazione come operatori sanitari, come rappresentanti ordinistici e come cittadini di questa regione e vogliamo, con questo appello, rendercene umilmente portavoce a nome di tutti, a maggior ragione per la nuova emergenza sanitaria, causata dalla ripresa minacciosa dell’epidemia che – avverte Corcioni – unitamente alle croniche insufficienze del sistema sanitario calabresesta mettendo in pericolo la salute e la vita della popolazione calabrese, anche per le gravi e negative ripercussioni sul mondo del lavoro, sulla vita quotidiana di giovani, adulti, anziani, sulle relazioni sociali».
«La nomina d’urgenza, avvenuta nel Consiglio dei ministri, del dottor Zuccatelli come nuovo commissario governativo alla sanità in Calabria, pur riconoscendo il tempestivo intervento del Governo volto ad allontanare il precedente commissario dopo la sua fallimentare gestione biennale e la sua inaccettabile intervista televisiva, non ci può tuttavia tranquillizzare e soddisfare né nel merito della scelta né per la ripetizione di un metodo», denuncia il presidente dell’Ordine.
L’Omceo Cosenza entra nel merito delle questioni poste: «È davvero singolare la nomina, in una situazione di acuta emergenza che ha fatto dichiarare la Calabria come zona rossa, cioè a massimo rischio, di un soggetto contagiato che si trova in isolamento in un’altra regione: oggi, come urgente e necessario, potrà raggiungere la sua postazione di lavoro?». E ancora, «perché scegliere una figura già coinvolta a livello provinciale nella gestione commissariale fallita? E soprattutto, un candidato (non eletto) alle politiche del 2018 nelle file di un partito di maggioranza – rimarca il presidente dell’Ordine di Cosenza – che garanzie di imparzialità può offrire in prossimità delle elezioni regionali che si terranno nei primi mesi del 2021 e che saranno fortemente influenzate dalle consistenti quote di voto collegate all’esercizio del potere nel sistema sanitario che impegna il 75% del bilancio regionale?».
«Riconoscendo, lo ribadiamo, il suo apprezzabile curriculum come manager in campo sanitario – incalza Corcioni – come si fa a nominare come commissario, in tempi di lotta drammatica al Covid, in quanto esperto del settore della salute, un uomo che, come certi sciagurati uomini politici e star dei mass media, ha ironizzato volgarmente sulla necessità della mascherina? A che valgono ora le sue scuse? Per un cittadino incompetente potrebbero bastare, mentre per un esperto non sono di certo sufficienti, tenendo conto che la virulenza della seconda ondata dell’epidemia è stata causata anche dai comportamenti scriteriati di tanti italiani, illusi e fuorviati da questo tipo di considerazioni del tutto gravi ed errate». Secondo il medico «è inadatto l’approccio generale, che ha portato a elaborare e ripetere, senza mai confrontarsi con i riscontri negativi provenienti dalla realtà oggettiva, il metodo della nomina di un plenipotenziario del Governo e del ministro della Sanità di turno (e del suo partito) affidandogli un mandato ispirato da una visione unilaterale e comunque ristretta, rispetto alla complessità del problema. Il modello del commissario-uomo solo al comando è sbagliato (ben al di là del merito che ha portato alla nomina di Zuccatelli) – conclude Corcioni – perché non tiene nel debito conto gli aspetti e le conoscenze di natura costituzionale, organizzativa, strutturale, manageriale, professionale che, insieme alla rigorosa e intransigente applicazione dei principi di legalità e di trasparenza amministrativa, sono fondamentali per gestire, ripianare il deficit, rinnovare veramente e senza retorica il complesso mondo della sanità pubblica e privata in Calabria».
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