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Le mani dei clan su Isola, chiesti in Appello 20 anni per Sacco

Conclusa la requisitoria d’appello dell’inchiesta “Jonny”, diversi i capi d’accusa che pendono sulle persone imputate e riconducibili ai clan di Arena e Nicosia – NOMI

Pubblicato il: 13/11/2020 – 16:48
Le mani dei clan su Isola, chiesti in Appello 20 anni per Sacco

CATANZARO Venti anni di reclusione per Leonardo Sacco. La Dda di Catanzaro non molla la presa sull’ex governatore della confraternita Misericordie di Isola Caporizzuto condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 17 anni e 4 mesi di reclusione con l’accusa, anche, di associazione mafiosa. Nel corso della requisitoria d’appello, il sostituto procuratore antimafia Domenico Guarascio, applicato come sostituto procuratore generale, ha chiesto una parziale riforma della sentenza di primo grado. Oltre alla condanna per Sacco, il pm ha chiesto la condanna a 20 anni di reclusione per Antonio Poerio, Angelo Muraca e Fernando Poerio; a 5 anni per Stefania Muraca; a 14 anni per Antonio Poerio (classe ’81); a 10 anni per Mario Manfredi; a 8 anni per Domenico Mercurio; a 10 anni per Mario Ranieri; a 3 anni e 2000 euro di multa per Silvia Muraca; a 12 anni e 5000 euro di multa per Mario Guareri; a 3 anni e 2000 euro di multa per Maria Morrone; a 14 anni e 4 mesi per Santo Tipaldi.
Il prossimo 15 gennaio è prevista la conclusione delle discussioni delle parti civili: l’avvocato Michele Giogliotti per Antonio Frustaglia e Frank Mario Santacroce per le Misericordie.
L’INDAGINE La maxi-operazione Jonny prende piede il 15 maggio 2017 con il fermo di 68 persone, e 16 indagati a piede libero, tra capi e intranei ai clan Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto. Le accuse vanno dall’associazione mafiosa, all’estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale.
Sacco è considerato il terminale affaristico delle cosche di Isola Capo Rizzuto: sono (anche) le sue attività, collegate alla gestione del Cara di Isola, il fulcro dell’inchiesta condotta dai magistrati antimafia.
Intorno centro d’accoglienza di Isola si snodava, tra gli affari controllati dalle cosche isolitane, il business della ristorazione, per mezzo delle aziende dei fratelli Poerio, Antonio, classe ’71, e Fernando, intranei alla cosca Arena. Ditte erano nate nate col denaro della consorteria con lo scopo di acquisire i cospicui capitali ricevuti per mezzo della Prefettura di Crotone quale compenso delle forniture e dei servizi resi. Ma dietro questi servizi si celavano reati fiscali, riciclaggio e malversazione. Reati portati avanti, sulla pelle dei migranti, dalle varie imprese che negli anni si sono succedute, mentre a fare da “schermo” con con gli enti pubblici affidatari (Prefettura e Ministero) c’era sempre la Misericordia di Isola Capo Rizzuto. Nella maxi- inchiesta Jonny è confluita anche la cosca Catarisano, che operava, secondo l’accusa, sotto l’influenza delle locali di ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto. Il predominio della cosca sul comprensorio catanzarese si manifestava attraverso le estorsioni, lo spaccio di stupefacenti, i delitti contro il patrimonio, la pretesa di controllare le attività economiche del territorio infiltrandosi nella gestione diretta o indiretta delle attività commerciali e imprenditoriali, anche nel settore dei villaggi turistici e delle forniture per la realizzazione di opere pubbliche o private.
Le accuse contestate vanno dall’associazione mafiosa, all’estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale.
«CONFERMATE LE CONDANNE» Nel resto il pm ha invocato la conferma della sentenza di primo grado che il 18 giugno 2019 ha visto la condanna di Armando Abbruzzese (Catanzaro, 1984): 6 anni e 8000 euro di multa; Salvatore Abbruzzo (Catanzaro, 1977): 12 anni; Francesco Aceto (Crotone, 1971): 5 anni e 6 mesi e 3000 euro di multa; Antonio Francesco Arena (Crotone, 1991): 11 anni; Francesco Arena (Crotone, 1979): 11 anni e 6 mesi; Francesco Antonio Arena (Crotone, 1980): 11 anni; Francesco Arena (Isola Capo Rizzuto, 1960): 11 anni; Giuseppe Arena “Tropeano” (Crotone, 1966): 16 anni e 4 mesi; Giuseppe Arena (1986): 11 anni; Pasquale Arena “Nasca” (Isola Capo Rizzuto, 1957): 20 anni e 2 mesi; Pasquale Arena (Crotone, 1992): 11 anni; Salvatore Arena “Ricchia” (Isola Capo Rizzuto, 1969): 10 anni e 8 mesi; Luciano Babbino (Catanzaro, 1979): 12 anni; Francesco Bruno (Vallefiorita, 1970): 12 anni; Francesco Caiazzo (Isola Capo Rizzuto, 1972): 6 mesi; Leonardo Catarisano (Borgia, 1954): 12 anni; Giuseppe Cosco (Catanzaro, 1980): 8 anni; Salvatore Danieli (Catanzaro, 1984): 2 anni e 8 mesi; Raffaele Di Gennaro “Lello” (Crotone, 1970): 14 anni; Domenico Falcone (Catanzaro, 1973): 12 anni; Salvatore Foschini (Crotone, 1962): 11 anni e 4 mesi; Fiore Gentile (Crotone, 1984): 11 anni e 4 mesi; Francesco Gentile (Isola Capo Rizzuto, 1959): 16 anni; Tommaso Gentile (Crotone, 1980): 13 anni e 6 mesi; Antonio Giglio (Catanzaro, 1976): 10 anni e 8 mesi; Nicolino Gioffrè (Taurianova, 1975): 13 anni e 4 mesi; Aldo Giordano (Isola Capo Rizzuto, 1963): 10 anni e 8 mesi; Aurelio Giordano (Isola Capo Rizzuto, 1969): 10 anni 8 mesi; Lorenzo Giordano (Isola Capo Rizzuto, 1962): 10 anni e 8 mesi; Maurizio Greco “Spinzu” (1980): 12 anni e 8 mesi; Francesco Gualtieri (Catanzaro, 1980): 12 anni; Andrea Guarnieri (Milano, 1994): 8 anni; Nicola Lentini (cl. 87): 11 anni e 10 mesi; Paolo Lentini (alias “Pistola”, cl. 64): 16 anni 4 mesi; Rosario Lentini (alias “Liborio”, cl. 1960): 17 anni; Vincenzo Lentini (di Paolo, cl. 90): 10 anni e 8 mesi; Giuseppe Lequoque (alias “Peppe Cannuno”): 14 anni; Costantino Lionetti, 10 anni e 8 mesi; Francesco Mammone, 2 anni e 8 mesi; Francesco Martiradonna, 11 anni e 4 mesi; Luigi Miniaci, 12 anni e 8 mesi; Santo Mirarchi, 2 anni, 9 mesi e 10 giorni; Pasquale Morelli: 4 anni e 4000 euro di multa; Antonio Giuseppe Morrone: 2 anni e 200 euro di multa; Paolo Muccillo: 4 anni e 10mila euro; Benito Muto: 11 anni e 4 mesi; Domenico Nicoscia (cl. 78): 10 anni e 8 mesi; Salvatore Nicoscia: 10 anni e 8 mesi; Fortunato Pirrò: 11 anni; Antonio Pompeo: 10 anni e 8 mesi; Giuseppe Pullano: 15 anni; Domenico Riillo, 14 anni; Francesco Romano: 12 anni e 4 mesi; Maria Grazia Scerbo: un anno e 4 mesi; Francesco Taverna: 11 anni; Roberto Valeo, 8 anni. (ale. tru.)

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