CATANZARO Ci sono parecchie aspettative, sugli “Stati generali” del Movimento 5 Stelle, di fatto il primo congresso della storia dei pentastellati. Aspettative anche calabresi, perché all’appuntamento che oggi e domani radunerà “in remoto” i big dei grillini chiamati a delineare il futuro del Movimento guardano in tanti, in chiave Regionali, a partire dal Pd, al momento completamente fermo, in attesa di capire cosa i pentastellati vogliono fare “da grandi”. Sotto questo aspetto, gli “Stati generali” sicuramente potrebbero dare delle indicazioni sull’orizzonte del M5S sul piano generale, al bivio se restare quello che sono (che erano…) o diventare un partito a tutti gli effetti. La prima opzione è la più “romantica”, la seconda è però quella sicuramente più funzionale alle possibilità di rilancio di un Movimento che rischia – lo dimostrano anche le ultime Regionali e Amministrative in Calabria – di avere un “botto” di parlamentari ma essere praticamente irrilevante e impalpabile sui territori.
IL PALCO DEGLI “STATI GENERALI” Il palco degli “Stati generali” è conteso tra una ala “governativa”, sostanzialmente riconducibile ai leader Gigi Di Maio e Roberto Fico, e un’ala “dura” e “pura”, quella di Alessandro Di Battista, che assolutamente non vuole contaminarsi con nessun partito, puntando invece ad alleanze puramente civiche. In sede di “Stati generali” – riferiscono coloro che più conoscono le dinamiche, non sempre facilmente decifrabili, dei grillini – la bilancia penderebbe in favore della prima ala, nonostante il 30% di partecipazione riservata agli attivisti, quindi alla base, guardi con più fervore e favore a Di Battista. Si vedrà come andrà il dibattito di questi due giorni, che vedranno gli interventi di 30 relatori – (tutti i big del M5S, nessun calabrese) – votati e selezionati con i soliti metodi online, probabilmente Beppe Grillo con un video e infine – domenica – l’intervento del premier Conte (Casaleggio invece non ci sarà). Tra i temi sotto osservazione spicca quello delle alleanze. Un tema che, declinato sulla Calabria, potrebbe avere dei risvolti concreti, nell’immediato, con riferimento ovviamente alle Regionali. Al momento – spiegano fonti pentastellate – una reale riflessione su come tornare al voto in Calabria non è realmente neppure partita (anche – per la verità – a causa di ben altre urgenze e priorità). Sotto traccia, c’è sicuramente l’obiettivo di evitare l’ennesimo flop, ma c’è anche un po’ di preoccupazione nel vedere che in Calabria l’enorme “sacca” di malcontento non viene intercettato dai 5 Stelle (non vota o, si vedano sempre le Regionali di gennaio e le ultime Comunali di Crotone, vota da tutt’altra parte…). Una discussione embrionale sulla Calabria era stata accennata all’indomani della scomparsa della governatrice Jole Santeli, anche nell’ottica di una possibile alleanza con il Pd, ma la cosa si è fermata lì, senza alcuno sviluppo, e comunque si sarebbe di nuovo riproposta la contrarietà verso i dem che già si era palesata un anno fa.
LA “BALCANIZZAZIONE” CALABRA La realtà, poi, è che il M5S Stelle calabrese oggi è molto “balcanizzato”, come hanno dimostrato sempre le Regionali di gennaio e adesso anche le vicende della sanità con il “Decreto Calabria” e la sostituzione del commissario Cotticelli con Zuccatelli, vicende che si sono rivelate ulteriormente divisive per i pentastellati, molti dei quali tra l’altro completamente spiazzati da alcune “fughe in avanti” sul nome di Gino Strada. La percezione è quella di una perdurante spaccatura in seno al Movimento, sulla sanità e su tanto altro. Sull’ipotesi di un’alleanza con il Pd, anzitutto: al momento i contro sarebbero ancora prevalenti rispetto ai pro, dati comunque in crescita. Contrari all’abbraccio con i dem i “duri e puri”, da Nicola Morra a Federica Dieni da Bianca Laura Granato a Francesco Forciniti, “possibilisti” invece la sottosegretario Anna Laura Orrico, l’europarlamentare Laura Ferrara, i parlamentari Massimo Misiti, Riccardo Tucci, e comunque tra i possibilisti serpeggia sempre una certa diffidenza verso il Pd. Certamente sarà interessante vedere e capire l’esito degli “Stati Generali”: dai documenti prodotti dalle varie regioni attraverso il percorso portato avanti dai “facilitatori” (in Calabria i deputati Elisa Scutellà e Tucci oltre a un attivista), sarebbe emersa una certa prevalenza all’apertura ad alleanze, però programmatiche e non politiche o partitiche, e questo potrebbe complicare un già complicato ragionamento con il Pd per le Regionali. (a. c.)
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