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Bertolaso boccia Strada e Gaudio «serve chi sa leggere tra le piaghe della sanità, uno tipo Gratteri»

Intervistato dall’AdnKronos l’ex capo della protezione civile commenta la situazione della sanità calabrese. «Tutto ciò che sta accadendo, la ricerca ossessionata di  un commissario è umiliante per i…

Pubblicato il: 18/11/2020 – 15:58
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Bertolaso boccia Strada e Gaudio «serve chi sa leggere tra le piaghe della sanità, uno tipo Gratteri»
ROMA «In Calabria, contrariamente a ciò che si va continuando a dire, non esiste un problema di gestione sanitaria,  ma di gestione amministrativa e trasparente della sanità. Sono due  cose completamente diverse. La regione va gestita da chi non ha interessi per e con la salute calabrese». Lo dice all’Adnkronos dell’ex capo della Protezione Civile, ora consulente (a titolo gratuito) per l’emergenza in Umbria, Guido Bertolaso, commentando la  situazione legata alla sanità della Calabria. «Non è vero che manchino medici, ce ne sono di bravissimi, non è vero nemmeno che manchino infermieri o posti letto. Mancano persone in grado di farla funzionare», afferma. E sul nuovo commissario, Bertolaso risponde schietto: «Ancora? Probabilmente per il ruolo di  commissario non serve un bravo medico come Strada e nemmeno un ex  rettore come Gaudio. E’ necessario ed è ora di qualcuno che sappia leggere tra le pieghe di queste vicende e sappia cambiare  atteggiamento ad un sistema. Chi può essere? Non lo so, un magistrato  forse, un manager. Un Gratteri per esempio, che ha fotografato in  pieno la situazione della regione e che, secondo i sondaggi, sarebbe  anche gradito dai cittadini». Bertolaso è convinto che serva «gente che abbia chiara, negli occhi, la pessima gestione della cosa pubblica e sanitaria calabrese, che sappia intervenire nelle ramificazioni e nell’illegalità insita alle strutture. Che sappia estirparne il male. Una volta fatto questo si  ragionerebbe. Tutto ciò che sta accadendo, la ricerca ossessionata di  un commissario è umiliante per il popolo calabrese, che non si merita questo», conclude.
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