COSENZA «I pediatri di famiglia della provincia di Cosenza sono consapevoli della grande importanza che riveste la scuola per lo sviluppo psicologico, intellettivo ed affettivo di bambini e ragazzi che rappresentano quasi la totalità dei nostri pazienti. Siamo consapevoli che pur essendo i meno colpiti dal virus, stanno pagando a caro prezzo i disagi di questa terribile pandemia che li ha costretti nell’ultimo anno spesso a non poter frequentare la scuola e socializzare con amici e coetanei.
Ma le seguenti considerazioni».E’ quanto riferisce in una nota la Federazione Italiana Medici Pediatri della provincia di Cosenza che agli amministratori locali propone una serie di considerazioni sulla inopportunità di riprendere in presenza le attività didattica. Per la federazione dei pediatri, «L’attuale sistema di sorveglianza epidemiologica dei contagi, attraverso i tamponi molecolari, spesso eseguiti con notevole ritardo, ancora oggi non consente la sicurezza di arginare un eventuale focolaio in ambito scolastico, oltre al fatto che i dati comunicati dal dipartimento di prevenzione, non corrispondono ai dati reali non comprendendo i test rapidi antigenici». Tutte queste considerazioni, nascono dalla consapevolezza che: «In Calabria nell’ultimo mese sono quadruplicati i ricoveri in terapia intensiva e gli isolamenti domiciliari e sono più che raddoppiati i decessi rispetto al numero complessivo da inizio pandemia e che l’attuale curva epidemiologica sta registrando un lieve calo dei contagi solo negli ultimi giorni anche grazie alla chiusura delle scuole». Per gli specialisti in pediatria, l’apertura delle scuole a ridosso delle festività natalizie unitamente alla mancanza di un sistema efficace di trattamento altro non farebbe che aumentare i contagi.
«L’apertura delle scuole a ridosso delle vacanze di Natale potrebbe favorire la trasmissione di Sars Cov 2 e veicolerebbe il virus in ambito familiare proprio durante le festività che si trascorrerebbero con i propri cari anche fragili – spiegano i camici bianchi -. Nel mese di dicembre oltre alla possibile iniziale circolazione del virus influenzale aumenterà come ogni anno la circolazione di quelli parainfluenzali e quindi rischiamo di avere a causa di una sintomatologia difficilmente distinguibile in prima istanza da quella da Sars Cov 2 un periodo di allarme e confusione diagnostica con inevitabile aumentata pressione sui servizi sanitari che in Calabria sono già in condizione di grave sofferenza. Ci troviamo di fronte alla richiesta di molti genitori che, per svariati motivi, comunque preferirebbero la Dad all’obbligo della didattica in presenza che si avrebbe con la riapertura delle scuole.
ci portano a ritenere sia auspicabile che le scuole rimangano chiuse nel mese di dicembre. Riaprire, eventualmente, dopo l’Epifania se, come si spera, potremmo avere, se riusciamo a gestire le festività di fine anno con prudenza e buon senso, una situazione epidemiologica migliorata».
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