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Ferrara: «Sì a una coalizione ma su un progetto condiviso e senza impresentabili»

Intervista all’europarlamentare del Movimento 5 Stelle sui temi di attualità politica in vista delle Regionali. «Per il M5S nuovo slancio dagli Stati Generali, siamo già al lavoro sul programma per…

Pubblicato il: 02/12/2020 – 15:12
Ferrara: «Sì a una coalizione ma su un progetto condiviso e senza impresentabili»

di Antonio Cantisani
CATANZARO Dall’emergenza sanità alle prossime Regionali, passando dallo “stato di salute” di un movimento che ha ricevuto «nuovo slancio» dagli Stati generali: l’europarlamentare M5S Laura Ferrara analizza con il “Corriere della Calabria” l’attuale delicatissima fase politica.
Onorevole Ferrara, partiamo dalla sanità: finalmente c’è il nuovo commissario, il prefetto Longo. Da dove deve partire?
«L’emergenza sanitaria globale che stiamo vivendo ha portato alla ribalta nazionale il fragilissimo sistema sanitario calabrese, le cui carenze strutturali e anni di scelte e azioni amministrative sbagliate ci hanno portato al punto in cui siamo oggi. Quindi da un lato il neo commissario ad acta deve fronteggiare nel migliore dei modi la gestione emergenziale per il Covid, dall’altro le annose criticità legate alla gestione del sistema sanitario calabrese. Vi sono due Asp, quella di Reggio Calabria e quella di Catanzaro, sciolte per infiltrazioni mafiose e le altre hanno contribuito al buco miliardario nei bilanci del sistema sanitario regionale. Sono certa che l’esperienza del dottor Longo a tutela della legalità sarà unita ad una gestione finanziaria puntuale, competente e trasparente. I calabresi hanno pagato a caro prezzo i fallimenti accumulati finora quindi mi auguro che questa nomina sia davvero un nuovo inizio all’insegna della tutela della sanità pubblica calabrese e del diritto a cure adeguate per i miei corregionali».
Sulla sanità molti però criticano il Movimento 5 Stelle, osservando che è stato il Movimento a varare nel 2019 il Decreto-legge Calabria che ha avallato un commissariamento solo dannoso, a proporre Cotticelli e nelle ultime settimane a creare confusione con la proposta di Strada e con veti più o meno credibili. Cosa risponde? E non teme che il caos sulla nomina del commissario possa danneggiarvi sul piano elettorale?
«La sanità calabrese, lo sa meglio di me, è commissariata da 11 anni e non dal 2019, quando il governo M5S-Lega nominò il generale Cotticelli. Il primo decreto Calabria in 18 mesi non avrebbe potuto sortire gli effetti sperati: guarire un sistema incancrenito da anni di gestione scellerata e di illegalità. Sicuramente quel provvedimento doveva essere rivisto e perfezionato. Certo è che da quel momento il Governo ha preso un impegno chiaro con i calabresi e lo sta portando avanti anche con il Conte-bis e con il nuovo Decreto Calabria che prevede fra l’altro più risorse per appianare il disavanzo e nuovi strumenti per la struttura commissariale così da superare finalmente l’era del commissariamento in Calabria. Per quanto riguarda le vicende che hanno portato oggi alla nomina di Guido Longo posso solo dire che è stata fatta una scelta che risponde ai requisiti di indipendenza dalla politica e di lunga esperienza a tutela della legalità, e di questo la Calabria ha senz’altro tanto bisogno. Personalmente ho sempre ribadito che quella del nuovo commissario non doveva essere una nomina politica, ma di rottura rispetto alle scelte del passato. Non inseguo il consenso elettorale ma difendo il principio di piena indipendenza della gestione della sanità dalla politica».
La vicenda della sanità calabrese ha comunque evidenziato una certa litigiosità interna al M5S: gli Stati generali sotto questo aspetto hanno favorito una ricomposizione delle tante anime del M5S?
«Sono stata spesso critica negli ultimi mesi con la forza politica a cui appartengo, proprio perché in alcuni momenti si aveva l’impressione che ci si concentrasse troppo sulla struttura, l’organizzazione e la leadership. Nonostante il mio scetticismo iniziale, gli Stati Generali hanno rappresentato un nuovo slancio per il Movimento perché attraverso i tavoli di lavoro si è tornato a discutere di temi e azioni politiche. Si è tornati a riflettere sui programmi e sulle soluzioni da proporre per il futuro del nostro Paese, ed è questo a mio avviso ciò che più conta per ridefinire l’identità del Movimento. Ho sempre pensato che la forza del M5S sia proprio l’eterogeneità delle anime che lo compongono, che però non devono equivalere a correnti, altrimenti si dà sfogo a faide interne che indeboliscono il Movimento e impediscono di raggiungere risultati nell’interesse dei cittadini».
La Calabria si avvia alle prossime Regionali, si vota il 14 febbraio salvo rinvii per il precipitare dell’emergenza Covid 19: finora l’impressione è che il M5S non abbia ancora nemmeno avviato una riflessione in vista del voto…
«Siamo senz’altro già al lavoro per le prossime elezioni regionali, molti attivisti si incontrano con cadenza settimanale per costruire un programma per la Calabria. Via web si svolgono tavoli di lavoro permanenti sui temi della sanità, dell’ambiente, della scuola, del turismo e sulla gestione dei fondi europei e noi portavoce siamo coinvolti attivamente per offrire un contributo».
L’eterno “dilemma”, andare da soli anche stavolta, anche se i precedenti non sono stati positivi, o stringere alleanze: come la vede l’onorevole Ferrara?
«Già nel 2019 il M5s si presentò in coalizione con una seconda lista in Calabria. Ad agosto 2020 c’è stata un’ulteriore votazione sulla piattaforma che stabilì la possibile alleanza tra M5S e partiti cosiddetti tradizionali anche nelle elezioni locali. Chiaramente un’eventuale coalizione dovrà basarsi su un programma politico pienamente condiviso e non si dovrebbe derogare ai nostri capisaldi, ovvero lista pulita e zero impresentabili».
Dal Pd, a esempio dal commissario regionale Graziano – dalle colonne del “Corriere della Calabria” – ma anche da tanti altri, è partito in questi giorni un appello al senso di responsabilità e di unità, rivolto anche al M5S: ci sono stavolta le condizioni per riproporre anche in Calabria l’alleanza nazionale, anche se l’impressione è che a livello nazionale il M5S sia ben disposto mentre nel M5S calabrese sembra prevalere ancora lo scetticismo…
«Ci stiamo confrontando su questo, sia tra portavoce calabresi sia con Roma. Sicuramente dopo anni di opposizione fuori dal Consiglio regionale, è il caso di presentarsi con grande senso di responsabilità ai cittadini calabresi offrendo un’alternativa credibile e affidabile, altrimenti non ci si può lamentare se poi vince “il partito degli astensionisti”».
Alleanze con altri movimenti civici che stanno diffondendosi anche in Calabria e che per certi versi stanno mostrando una maggiore capacità di intercettare il malessere dei calabresi rispetto al M5S: è questa un’altra strada percorribile per il M5S?
«I calabresi chiedono a gran voce un cambiamento, lo chiedevano anche prima del 26 gennaio 2020 salvo poi recarsi alle urne poco più del 44% degli aventi diritto al voto. Il Movimento 5 stelle da tempo porta avanti battaglie, denunce e proposte per la Calabria: ben vengano, a mio avviso, tutti i movimenti civici e le associazioni di cittadini che intendano raggiungere l’obiettivo di riscattare la nostra terra dagli stereotipi e dalle etichette che purtroppo le sono state attribuite a lungo. Bisogna impegnarsi per sconfiggere la rassegnazione e l’assuefazione rispetto allo status quo e ritrovare la determinazione e l’orgoglio di far riemergere la bellezza, l’onestà e la ricchezza della nostra Regione».
Ultima domanda, il caso Morra, le polemiche sulle sue parole sulla Santelli: come commenta? E secondo lei Morra dovrebbe lasciare la presidenza dell’Antimafia?
«Ho ritenuto assolutamente sgradevoli le parole di Nicola Morra sulla defunta presidente Jole Santelli, così come ho preso le distanze dal ragionamento fatto da lui e che dava ad intendere che un malato oncologico non dovrebbe essere votato, in quanto la malattia potrebbe far terminare prima del tempo il suo mandato. Così come non sono d’accordo sull’idea che la nostra regione sia irrecuperabile. La rassegnazione non mi appartiene altrimenti non mi impegnerei quotidianamente al Parlamento europeo per provare a cambiare le cose. È giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità, e prima ancora dei cittadini credo che ciò debba essere fatto da chi ricopre un ruolo istituzionale: bisogna avere la capacità e l’umiltà di fare autocritica anche per non ricommettere errori del passato. Quello del Presidente della Commissione Antimafia è un ruolo istituzionale importantissimo, ogni dichiarazione e ogni singolo termine usato deve essere ben ponderato. So che Morra si è scusato. Fa sorridere invece, me lo lasci dire, la levata di scudi degli esponenti di centrodestra contro queste dichiarazioni. Gravi ripeto, ma credo che questi signori dovrebbero guardare meglio in casa propria, e non parlo solo dei numerosi indagati ma di sentenze passate in giudicato. Ecco, non li ho mai sentiti prendere le distanze o stigmatizzare con tanta enfasi le vicende giudiziarie dei loro compagni di partito». (redazione@corrierecal.it)

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