LAMEZIA TERME Dopo le dichiarazioni e le veementi polemiche arrivate in questi giorni da alcuni esponenti politici (compreso il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Spirlì), il giornalista e scrittore Corrado Augias che aveva definito la Calabria una “terra perduta”, questa mattina ospite della Rai ha spiegato il senso e il contenuto delle sue affermazioni. «Io ho detto magari in modo maldestro la verità – ha spiegato – ma è davvero così finché in Calabria non ci sarà un moto di rivolta, chiedendo che lo Stato prenda in mano la situazione. Non bastano le operazioni come quella di stamattina, ci vuole altro, una profonda azione di rinnovamento e di riscossa e fin quando non ci sarà considero la Calabria una terra perduta».
COMUNI SCIOLTI PER MAFIA Tanti “nemici” in Calabria dopo le recenti affermazioni, ma non solo: «Ci sono anche tanti calabresi – ha detto Augias – che mi hanno detto “vada avanti, denunci a voce alta”. Qui tutto è perduto finché lo Stato non interverrà in modo massiccio. Faccio un esempio. Io mi sono preso la briga di contare sul sito del ministero degli Interni quanti Comuni calabresi sono stati sciolti per mafia. Bene, in Calabria sono 105 che, per una popolazione di poco più di 1,9 milioni di abitanti, fa uno scioglimento ogni 180mila abitanti, la densità più alta d’Europa».
LO SCONTRO CON SALVINI Tra chi ha puntato il dito contro Augias, c’è anche il leader della Lega, Matteo Salvini. E Augias ha un’idea sul perché: «Salvini ce l’ha con me perché in Tv, in un confronto con me, ha fatto una brutta figura. Ma lui dovrebbe essere l’ultimo a parlare di Sud e Mezzogiorno. Ricordo che fino a qualche anno fa cantava “forza Vesuvio” e “forza Etna”. Forse è meglio che lasciamo perdere».
«LA MAGISTRATURA NON BASTA» L’azione della magistratura è importante ma, secondo Augias, non basta: «Nicola Gratteri – spiega – fa una azione benemerita, fa una vita da recluso, vive con i carabinieri col mitra ma non basta. Per una situazione così gravemente degenerata come quella calabrese, non bastano le azioni dei militari e della magistratura, serve invece una massiccia operazione dello Stato con investimenti in cui si sappia dove vanno a finire tutti i centesimi.
Il sindaco Falcomatà, vent’anni fa forse, mi disse: “I ragazzi che hanno un briciolo di iniziativa, vanno via”. Se è ancora così, quello che dico io allora sarebbero sciocchezze in confronto a questa gravità». «È chiaro – conclude Augias – che l’azione che io auspico, nessuno la chiede veramente a partire dai vertici della Regione. Evidentemente perché nessuno vuole che si faccia veramente».
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