Tansi si è “piegato”, immaginiamo per il bene della Calabria, a cui tiene molto, come tutti quelli innamorati di questa terra perduta tra i marosi della storia. Ha detto sì a Luigi de Magistris: un sì neanche tanto sofferto, dato che si è ritagliato, contento per il suo futuro, il ruolo di presidente del Consiglio regionale, cedendo i suoi presunti potenziali consensi a sostegno della candidatura a presidente della giunta regionale della Calabria dell’attuale sindaco di Napoli. Certo Tansi ci avrà pensato prima del “sì”, come accade alla vigilia di decisioni importanti: perché si sa che certi sì ti possono cambiare la vita.
Avrà ragionato sui risultati di de Magistris come sindaco di Napoli per dieci anni, sul suo profilo di ex pubblico ministero a cui piacciono le mani pulite, e vorrei vedere il contrario. A ogni cittadino perbene piacciono le mani pulite, anche senza avere la toga indosso. Certo avrà sorvolato sul fatto che de Magistris viene da fuori e che di questi innamoramenti della Calabria ne abbiamo visti tanti anche nel recente passato. Mi vengono in mente Scilipoti, Rosy Bindi, ma anche Roberto Speranza. La Calabria attrae. Fin qui tutto bene. Anche se si poteva fare il contrario: era più logico. Con Tansi candidato alla Cittadella e de Magistris suo “sostenitore”. Ma tant’è… il pubblico ministero tira avrà pensato Tansi… e il pensiero sarà volato a Di Pietro, che è quello che ha tirato di più e a lungo, fino a quando non si è scoperto che era un comune mortale. Anzi, molto comune mortale. Che poi nella presentazione della coppia presidenziale non ci sia stato un accenno serio ai programmi se non ribadendo il proposito della legalità e delle mani pulite può apparire un fatto secondario ma a pensarci bene è un’omissione di non poco conto. Una mancanza di trasparenza. Si chiede fiducia e basta. Però come diceva Jean-Paul Sartre la fiducia si guadagna goccia a goccia, ma si perde a litri.
Ma, dicevamo, fin qui tutto bene; fra qualche giorno avremo gli altri candidati ed ogni cittadino elettore potrà scegliere chi preferire, in coscienza e libertà. Ma c’è un ma, che non possiamo trascurare in tutto questo. Il ma è l’aver indicato, de Magistris e Tansi, che il loro progetto è di occupare le due presidenze: a palazzo Santelli e a palazzo Campanella è una scivolata istituzionale. Un obbrobrio democratico. Una provincialata politica. Una cosa da due amici al bar.
L’assemblea regionale è la massima istituzione della Calabria, come lo è in tutte le regioni. Il presidente è un garante eletto dai consiglieri eletti e per prassi appartiene a uno schieramento differente, da quello del presidente della Regione, meglio se appartenente alla minoranza. Che poi in passato ciò non sia sempre accaduto non significa imitare gli esempi peggiori: quelli della cattiva politica, che proprio de Magistris e Tansi vogliono legittimamente combattere.
Un’ultima cosa. Se avessi come elettore nelle precedenti elezioni votato Tansi credendo nel suo spirito di combattente contro la mala politica questa volta ci penserei optando poi per il “No Tansi”.
*giornalista e scrittore
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