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il sequestro

Super stipendi al Corap, indagati tre dirigenti e l’ex commissaria – NOMI

La Procura di Catanzaro ipotizza il reato di peculato. Scritture private per aumentare le somme di 170mila euro e atti mai trasmessi alla giunta

Pubblicato il: 18/02/2021 – 11:07
Super stipendi al Corap, indagati tre dirigenti e l’ex commissaria – NOMI

CATANZARO Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, su disposizione della Procura di Catanzaro, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente per un importo complessivo di 168.666,54 euro emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro, Giulio G. De Gregorio, nei confronti di Pasqualino Fillella (classe ‘79, di Paola), Francesco Rechichi (classe ‘66, di Reggio Calabria) e Filippo Valotta (classe ‘64, di Vibo Valentia), dirigenti del Corap (Consorzio regionale delle Attività produttive) di Catanzaro, indagati per peculato. Per lo stesso reato è indagata anche il commissario straordinario pro tempore del Corap, Maria Rosaria Guzzo (classe ‘55, di Castrolibero). Questo l’ammontare delle somme sequestrate: 34.017 euro per Fillella; 26.785 euro per Rechichi; 107.809 euro per Valotta.

Irregolarità nelle retribuzioni

L’indagine, diretta dai sostituti procuratori Chiara Bonfadini e Anna Chiara Reale con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, è stata avviata lo scorso anno dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro in collaborazione con la Sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza della Procura della Repubblica, muovendo da una denuncia sporta dal revisore unico del Corap, con la quale erano state segnalate irregolarità nella retribuzione erogata dall’Ente in favore dei dirigenti, sin dal momento del loro transito dagli ex Consorzi provinciali Asi (Area di sviluppo industriale) al neo istituito Corap.

Gli assegni ad personam

Le indagini, avviate nel 2020 dai finanzieri, consentivano di accertare che i dirigenti avevano inizialmente sottoscritto, con il Commissario Straordinario pro tempore del Corap, accordi contrattuali in forza dei quali il livello di retribuzione loro spettante era stato correttamente parametrato al trattamento economico previsto dal Contratto collettivo nazionale di riferimento valevole per quel settore.
Nella sostanza, invece, accadeva che, dopo soli 10 mesi dalla sottoscrizione dell’accordo iniziale, venissero comunque illegittimamente riconosciuti, secondo l’accusa, agli stessi tre dirigenti, ulteriori assegni ad personam, per un totale prossimo ai 170mila euro, incassati dai beneficiari negli anni 2018-2019.

Scritture private recepite dal commissario

La maggiore retribuzione accordata ai tre dirigenti, per questo indagati a piede libero, era stata “contabilizzata” e corrisposta in forza di scritture private le quali, recepite e tradotte dal commissario straordinario con propri decreti, avevano dato luogo all’accreditamento di emolumenti, con inevitabili e conseguenti maggiori oneri finanziari a carico dell’Ente.

Atti mai trasmessi alla giunta

Le indagini avevano, infatti, accertato plurime e specifiche irregolarità nei provvedimenti di spesa adottati dalla manager Guzzo, nella sua funzione di commissario pro-tempore del Corap poiché costei, in accordo con i dirigenti indagati e in violazione a quanto previsto dalle norme sulla gestione dell’ente stesso, non aveva mai trasmesso alla giunta regionale della Calabria, entro il termine di 10 giorni dall’adozione del provvedimento, gli atti amministrativi e di gestione che, in quanto determinanti una spesa per l’Ente stesso, avrebbe avuto l’obbligo di inviare.
Alla luce delle risultanze investigative il gip del Tribunale di Catanzaro, accogliendo integralmente le richieste avanzate dalla Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca obbligatoria anche per equivalente, delle disponibilità finanziarie e dei beni immobili dei tre dirigenti indagati, sino alla concorrenza del profitto del reato di peculato, per euro 169mila circa.
In esecuzione del provvedimento in parola, sono state sequestrate dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro disponibilità finanziarie e tre immobili, siti nei comuni di Cosenza e Vibo Valentia.

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