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La riflessione

«Quel Governo che accontenta tutti»

Sarà destinato a rimanere negli annali della storia l’intervento che Mario Draghi ha pronunciato al Senato in occasione del voto di fiducia al suo Governo. Un ragionamento profondo destinato a rim…

Pubblicato il: 22/02/2021 – 10:34
di Franco Scrima*
«Quel Governo che accontenta tutti»

Sarà destinato a rimanere negli annali della storia l’intervento che Mario Draghi ha pronunciato al Senato in occasione del voto di fiducia al suo Governo. Un ragionamento profondo destinato a rimanere nella memoria degli italiani.
«Senza l’Italia non c’è Europa, ma fuori dall’Europa c’è meno Italia. Dobbiamo essere più orgogliosi del contributo che abbiamo dato e che ha segnato la crescita e lo sviluppo dell’Unione europea». Questo l’esordio del discorso del capo del Governo e, in quell’affermazione, si coglieva a piene mani il bisogno di farci sentire tutti più orgogliosi della nostra italianità facendoci dimenticare, almeno in quel momento, il dramma della pandemia da Covid-19.
Draghi è andato oltre ogni ragionevole successo quando ha affrontato il tema delle pari opportunità con l’impegno di raggiungere durante il suo mandato una vera parità di genere; ma anche quando ha insistito sulla riduzione del gap salariale tra uomini e donne e quando si è soffermato sull’incremento dei servizi del welfare. Impegni che hanno preceduto altri temi importanti, quali quelli delle riforme: dal Recovery plan, agli investimenti pubblici, al fisco, alla lotta all’evasione fiscale, alla riforma della pubblica amministrazione. Draghi si è riservata la conclusione per parlare della giustizia civile che va rivista. Argomenti mai prima d’ora affrontati con uguale competenza e determinazione; il che lascia presagire una svolta importante nell’attività politica e gestionale del Paese durante il suo governo.
Prima del presidente, i segretari dei partiti si erano alternati nelle dichiarazioni di voto. Ad aprire gli interventi, la Lega con Salvini nel cui intervento è stato possibile cogliere  una sorta di “mutazione”: da partito di lotta a partito di governo, dimostrando anche attenzione verso la consistente rimessa di Euro che l’Europa si è impegnata di far arrivare nelle casse del Governo italiano.
«Gli elettori – ha detto Salvini – ci hanno sempre chiesto di avere più peso; che la Lega conti di più nelle decisioni. È ovvio che non sarà la “flat tax” che avremmo voluto, ma è giusto che la Lega partecipi attivamente nella gestione del Governo, considerata la massa di denaro che arriverà».
Dunque i duecento miliardi e passa destinati all’Italia sono gli “argomenti” serviti per catalizzare l’attenzione della Lega e farle superare le riserve politiche per una nuova partecipazione nel Governo del Paese. Un argomento capace di far sì che il segretario della Lega passasse sopra anche alle “riserve” più volte espresse sull’europeismo di Orbaniana memoria; questo secondo quell’antico detto che il denaro fa ritornare la vista anche ai ciechi.
Euro a parte, ciò che rimarrà indelebile negli italiani, tanto da farci apprezzare finalmente il senso dell’appartenenza, sono le affermazioni del presidente del Consiglio.  Eccole: «Senza l’Italia non c’è Europa, ma fuori dall’Europa c’è meno Italia»; E poi: «Dobbiamo essere più orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea».
Sul fronte politico c’è da dire che nessuno crede che Salvini sia diventato europeista, sicché ci sarà da capire cosa potrà accadere con la maggioranza di Governo. Il rischio è che, con le vicende che incalzano (vedi caso 5 Stelle), non è peregrino pensare che la maggioranza si sposti sempre più a destra grazie alla Lega che, per effetto dei numeri, possa farla da padrone. Sono gli effetti dell’apertura della crisi voluta da Renzi che, a pensarci, ha visto fallire tutti gli obiettivi prospettati a cominciare dal Mes, per concludere con la riforma della prescrizione che ancora per diverso tempo rimarrà immodificata per come ha ammesso il responsabile giustizia di Forza Italia.
E questo è stato un altro degli argomenti non plausibili usati da Renzi per mandare a casa il Governo Conte. Raggiunto l’obiettivo si è scoperto che non ce n’era una che non fosse un pretesto. Ecce Homo!
*giornalista

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