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il decreto

La bozza del Dpcm e la richiesta delle Regioni di nuovi parametri

Le novità: riapertura dei teatri dal 27 marzo e chiusura dei parrucchieri in zona rossa. Le regioni chiedono nuovi criteri per misurare il rischio

Pubblicato il: 26/02/2021 – 21:23
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La bozza del Dpcm e la richiesta delle Regioni di nuovi parametri

ROMA La bozza del primo Dpcm del governo Draghi è stata inviata alle Regioni, con tutte le nuove regole da seguire dal 6 marzo al 6 aprile, vacanze di Pasqua comprese. Le novità non sono molte e quasi tutte le disposizioni sono simili a quelle attualmente in vigore. I principali cambiamenti riguardano: l’apertura di cinema, teatri e sale da concerto a partire dal 27 marzo – se le condizioni epidemiologiche lo permetteranno – e la chiusura di parrucchieri e barbieri in zona rossa. Saranno diverse anche le tempistiche della classificazione delle Regioni, i cambi di fascia verranno effettuati di lunedì e non nel week end. Il nuovo testo del decreto ora dovrà essere valutato e approvato dalle Regioni per poi arrivare alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Inoltre è in corso un tavolo tecnico di confronto tra: i rappresentanti del Ministero della salute, dell’Istituto superiore di sanità, delle Regioni e delle Province autonome su designazione del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nonché da un rappresentante del Ministro per gli affari regionali per valutare una revisione dei parametri per la valutazione del rischio.


Ecco cosa contiene la bozza


In casa possono entrare anche i non conviventi in zona gialla, ma restano vietate le feste. In questa fascia viene cancellata dalla bozza del nuovo dpcm la misura “con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza”. Nella bozza del nuovo provvedimento restano comunque “vietate le feste nei luoghi al chiuso e
all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose”.
Cinema e teatri aprono dal 27 marzo e i musei saranno aperti anche nel week end in zona gialla. A decorrere dal 27 marzo 2021 – in zona gialla – gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto sono svolti con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, spiega la bozza del Dpcm. Il ministro Franceschini ha annunciato anche l’accesso ai musei su prenotazione anche nel weekend (questi ultimi per ora aperti in questa stessa fascia solo nei giorni infrasettimanali). I viaggi sono vietati e continua lo stop agli spostamenti tra le regioni. Il divieto di spostamento tra le Regioni è valido fino al 27 marzo ma assieme al prossimo Dpcm, che disciplinerà le misure fino al 6 aprile, Pasqua compresa, potrebbe essere nuovamente prorogato con un decreto. Come sempre è consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione così come gli spostamenti motivati da esigenze lavorative, ragioni di salute o situazioni di necessità. Permessa in zona gialla in ambito regionale la visita in una sola abitazione privata, una volta al giorno, fra
le 5 del mattino e le 22. Possono spostarsi due persone più i figli minori di 14 anni.
Riguardo alle seconde case è’ consentito recarcisi in zona gialla o arancione (anche se si trovano fuori regione) solo al nucleo familiare e soltanto se la casa è disabitata. Non si può andare nella seconda casa con amici e parenti. Non è possibile invece – a meno di urgenti e necessari motivi – se le abitazioni sono in zone rosse o arancione scuro. Sono vietati i viaggi per turismo. Lo shopping: Negozi chiusi solo in zona rossa dove sono
garantiti esclusivamente gli esercizi commerciali di prodotti essenziali: farmacie, alimentari, ferramenta, cura della persona, parrucchieri. In zona gialla e arancione tutti i negozi sono aperti. Nei week end continuano ad essere chiusi i centri commerciali. Negli esercizi sono valide le solite misure di sicurezza: distanziamento, mascherina, ingressi contingentati. Continua la serrata di piscine e palestre: Ancora lontana la possibilità di andare in palestra o in piscina. Vietati gli sport di contatto e di squadra. Consentita invece l’attività motoria individuale all’aperto come la camminata, la bici e la corsa. Al momento il Cts visto l’andamento dei contagi non ritiene opportuno allentare le restrizioni in questo settore. Se le cose dovessero migliorare si potrebbe pensare almeno a lezioni individuali o su prenotazioni. Agli agonisti è permesso di allenarsi. La sera niente ristorante. Nonostante l’asse Salvini-Bonaccini al ristorante e bar in zona gialla si potrà andare solo di giorno. Si temono gli assembramenti fuori dai locali, che puntualmente avvengono anche a locali chiusi anche nel fine settimana. Dunque le regole per i ristoranti restano quelle in vigore: in zona gialla aperti fino alle 18 e fino alle 22 consentito l’asporto. A domicilio è consentito ad ogni ora. Asporto e domicilio sono consentiti nelle zone arancio e rosse. Eccezione fanno gli autogrill, oltre le 18 in zona gialla, le mense e i ristoranti negli alberghi. La scuola resta in presenza per gli alunni dell’infanzia, delle elementari e delle medie mentre per quelli delle superiori la didattica è in presenza “almeno al 50% e fino ad un massimo del 75%”. E’ quanto prevede la bozza del Dpcm. Nel testo si introduce un’ulteriore misure: “al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa”. Nelle prossime ore – sulla base del quadro epidemiologico delle nuove varianti del Covid che sarà esaminato dai tecnici – non si esclude che possano arrivare dal Governo ulteriori provvedimenti restrittivi sulla didattica in presenza, in particolare nelle zone arancioni, e sull’utilizzo delle mascherine da parte dei bimbi tra i 6 e 11 anni. In alcuni casi i governatori hanno già applicato misure più restrittive come ad esempio in Puglia, Campania e Marche.

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