CROTONE Questa mattina i locali della Croce rossa italiana della città pitagorica sono stati presi d’assalto da centinaia di cittadini convocati dai medici di famiglia per la somministrazione del vaccino. Secondo quanto è stato possibile apprendere sino a ieri la situazione si è svolta in maniera ordinata, perché le persone convocate sono state un centinaio al mattino e altrettanto al pomeriggio. La necessità di dovere accelerare e aumentare il numero di vaccinati giornalieri per frenare la corsa del contagio nella provincia di Crotone si è, quindi, tradotto in un vero e proprio assembramento sia all’interno che all’esterno della struttura della Cri di Tufolo. Gente in fila sotto l’ombrello per ripararsi dalla pioggia che stamattina si sta abbattendo su Crotone e gente all’interno costretta a convivere in spazi non proprio amplissimi. Qualcuno ha incominciato a rumoreggiare e sono state chiamate le forze dell’ordine per evitare che la situazione potesse precipitare. Sul posto si è subito catapultato anche il commissario dell’Asp pitagorica, Domenico Sperlì, che ha contestato l’organizzazione dei medici di famiglia che hanno convocato i pazienti senza diversificare l’orario.
E’ iniziata la somministrazione dei vaccini anche sui soggetti fragili. Quelli in fila, infatti, non sono ultraottantenni. Non tutti i pazienti crotonesi vengono hanno, però, lo stesso trattamento e seguono la medesima trafila. Ci sono anomalie che vengono denunciate da medici di famiglia. Il dottor Ottavio Francesco Megna, medico di famiglia, che ha due studi dove riceve i propri pazienti, uno a Papanice e l’altro nel centro a Crotone, racconta di avere tra i propri pazienti 110 over 80 e di avere avuto sino ad oggi solo 24 vaccini. Si fanno differenziazioni tra medici e i danni rischiano di subirli i pazienti. «Chiamo l’Asp – ha commentato Megna – e non risponde nessuno o mi chiudono il telefono». Per i pazienti di Papanice, Megna aveva suggerito di utilizzare i locali della guardia medica che, a suo dire, sono idonei per le vaccinazioni. La sua richiesta è caduta nel vuoto e i pazienti di Papanice sono costretti ad andare a Crotone e magari mettersi in fila sotto la pioggia in attesa di avere somministrato il vaccino che preserva dal contagio. (redazione@corrierecal.it)
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