CIRO’ MARINA “Giù le mani dalla collina del vino” lo affermano a gran voce i produttori vitivinicoli di Cirò che si schierano contro il parco eolico che dovrebbe sorgere proprio tra le coltivazioni delle vigne, che producono un vino pregiato e noto in tutto il mondo. Prodotto amato dai greci fin dall’ottavo secolo a.C., quando era già nota la fertilità di questa terra, e quando, secondo una leggenda, l’antenato del Cirò è stato il vino ufficiale delle antiche Olimpiadi. Il consorzio dei produttori di Cirò davanti alla proposta del parco ha rilanciato un allarme – come rendo noto La Repubblica – ma è una storia che va avanti da oltre 12 anni. All’inizio del progetto del parco eolico erano previste 18 pale, che dovevano essere installate nel cuore del territorio che produce quello che dai locali viene definito con orgoglio «il vino più antico del mondo». Al momento le pale eoliche sono state ridotte a 4, ma il progetto è stato approvato dal Comune. «La realizzazione del Parco “Timpe di Muzzunetti” – scrive il Consorzio – avrebbe un effetto devastante sul paesaggio, sulla tutela delle zone viticole a Denominazione, principale fonte di reddito e la più importante risorsa per il futuro della nostra comunità. Almeno due ettari di vigneti ricadenti nell’area saranno destinati all’estirpazione e all’abbandono. Il progetto va contro l’ambiente, le tradizioni agroalimentari locali, la biodiversità e il paesaggio rurale; senza trascurare, infine, l’inevitabile inquinamento acustico da pale, con ogni comprensibile e ulteriore aggravio per le attività produttive».
Vino e olio sono tra i prodotti più importanti per l’export di una regione fra le più povere di Europa. Il Consorzio di Tutela Vini Doc Cirò e Melissa vende all’estero il 45% delle sue oltre 4 milioni di bottiglie. Si tratta di un’area che vuole mantenere la sua vocazione agricola, la sua cultura contadina. Un posto attraversato non solo dalla storia antica ma anche quella del Novecento, purtroppo non si parla più la strage di Melissa. Fatto di cronaca del 1949, quando la polizia sparò ai braccianti che occupavano le terre, tre morirono colpiti alla schiena. Nicola Fiorita, dirigente di Slow Food e scrittore, parla di un luogo simbolo da difendere, specialmente ora che il turismo eno-gastronomico ha preso piede. «Non sono contro l’energia eolica, ma un progetto del genere rischia di distruggere tutto il lavoro fatto in questi anni. Ripropone l’immagine di una Calabria non attenta ai suoi tesori ambientali, la capitale del vino va invece difesa. C’è una giovane generazione imprenditoriale, li chiamiamo i Cirò-boys, che rianima e rilancia le cantine. Pensiamo a loro, non facciamoli andare via». L’assessore regionale all’Ambiente Sergio De Caprio ha recentemente promesso lo «stop definitivo ai parchi eolici». Quelli che a Cirò hanno a cuore paesaggio e vino sperano ora che alla dichiarazione seguano fatti e leggi.
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