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Il genio della Robotica partito da Serra San Bruno

Il 28enne Giuseppe Averta, ricercatore a Pisa, ha vinto il premio per la migliore tesi europea. «Così faccio muovere le mani dei robot»

Pubblicato il: 17/04/2021 – 11:32
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Il genio della Robotica partito da Serra San Bruno

SERRA SAN BRUNO C’era una volta un bambino con un cacciavite. Lo usava per smontare tutto ciò che poteva smontare. Con gli anni, quel bambino cresciuto a Serra San Bruno è diventato un ricercato di Robotica all’università di Pisa. E ha vinto, nei giorni scorsi, l’edizione 2021 del “Georges Giralt Phd Award”, il premio per la migliore tesi europea di dottorato in robotica conferito dall’associazione che unisce industrie e centri di ricerca europei. Il Corriere della Sera dedica una pagina alla storia di Giuseppe Averta foto sopra dal Corriere della Sera), 28enne partito dalla provincia calabrese e arrivato, con il suo sogno, a imporsi all’attenzione dell’Europa.

«Pisa la città ideale»

Una passione coltivata con quel cacciavite («tutto ciò che facevo a pezzi lo rimontavo esattamente come era prima, bello e funzionante») e poi cresciuta nel corso degli anni trascorsi a studiare nelle Serre. Il trasferimento a Pisa lo ha aiutato: «È la città ideale per un paesano come me – racconta al Corriere della Sera – perché non è né troppo grande né troppo piccola. E con un ateneo ottimo per la robotica». Adesso è sposato con Manuela, medico e calabrese, che frequenta la specializzazione all’università di Torino in Oncologia pediatrica.

Approccio semplificato

Il premio è arrivato per le ricerche sullo sviluppo di protesi robot. «Creo protesi robuste ed efficaci, ma in grado di compiere movimenti complessi», con un approccio basato sulla semplicità: «Io cerco di semplificare design e controllo di automi prendendo ispirazione dal corpo umano, senza copiarlo ma semplificandolo», spiega Averta. Lo scopo è quello, in futuro, «di creare sistemi robotici capaci di far tornare a camminare persone colpite da ictus o paralizzate da malattie o incidenti. È un cammino difficile, ma ci arriveremo».

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