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«Grillini e dintorni»

Uno dei primi a capire come era fatto il nascente mondo grillino è stato il giornalista e scrittore calabrese, Giuliano Santoro, che, nel suo saggio “Un Grillo qualunque. Il Movimento 5 Stelle e i…

Pubblicato il: 25/05/2021 – 9:54
di Bruno Gemelli
«Grillini e dintorni»

Uno dei primi a capire come era fatto il nascente mondo grillino è stato il giornalista e scrittore calabrese, Giuliano Santoro, che, nel suo saggio “Un Grillo qualunque. Il Movimento 5 Stelle e il populismo digitale nella crisi dei partiti italiani” (2012), descrisse le condizioni dentro le quali si è sviluppato il Movimento, definito dall’autore: «Uno strano animale anfibio, che affonda il suo corpo nel linguaggio della televisione, dal quale proviene il suo leader, e nella sfera della rete telematica, nella quale si muovono, lavorano e si riproducono i nuovi elettori».
Ma questo appartiene al passato. Il presente sembra un sacco di farina caduto per terra. Come raccogliere la farina senza perderla eccessivamente? Difficile, così com’è difficile rispondere a questa domanda: chi comanda nella galassia dei grillini e degli ex grillini? I nomi sul tavolo sono tanti, troppi: Beppe Grillo, l’elevato, Davide Casaleggio, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Vito Crimi, Virginia Raggi, Nicola Morra. Quest’ultimo è già fuori dal movimento e, a sentire Affaritaliani.it, «mentre il Movimento Cinquestelle è ancora alle prese con una ristrutturazione interna che stenta a decollare, ostacolata anche dalle beghe legali, c’è fermento nella galassia dei fuoriusciti ed espulsi M5s. Che per ora marciano divisi ma che hanno in animo di “colpire uniti”. E cioè di costituire un gruppo parlamentare, almeno alla Camera. Al Senato, infatti, in base al Regolamento, per poterlo fare occorre un simbolo che abbia partecipato alle precedenti competizioni elettorali. I contatti, comunque, sono frequenti, soprattutto tra gli ex che hanno votato no alla fiducia a Draghi e che ancora sono in ordine sparso nel Misto delle due Camere».
La Calabria, che nel 2018 elesse sedici parlamentari tra deputati e senatori, avrebbe, sulla carta, le potenzialità per dire qualcosa di serio e di concreto. E, soprattutto, per pesare, contare, orientare. Ma sembra che nessuno se la fili.
Da quello che si vede e si sente c’è il caos intorno a questo mondo. Una parte di questi parlamentari è schiacciata su de Magistris, altri usano il linguaggio politichese, un tantino maieutico, forse per prendere tempo, altri ancora non si vogliono allontanare dall’ipotetico accordo nazionale tra Pd e M5S. D’altra parte questa forza in Calabria, in tutte le elezioni amministrative che si sono svolte in questi anni, statisticamente non ha preso mai nulla. Ma gli ottimisti, tra loro, sostengono che questa volta potrebbero esplodere. Tant’è che qualche personaggio, un poco velleitario, ha posto la propria candidatura, bocciata proprio in queste ore dal loro stesso ambiente.

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