LAMEZIA TERME Il sindaco (sospeso) di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, non ci sta e dopo la sentenza del Consiglio di Stato di qualche giorno fa, ha deciso di rompere gli indugi, chiedendo alla Presidenza del consiglio e ai ministri di competenza di «proporre emanazione di immediata decretazione d’urgenza» ovvero che si voti al più presto nelle quattro sezioni in cui è prevista la ripetizione del voto.
Un “ripristino” di quella che già in più di un’occasione lo stesso Mascaro ha definito «i principi della democrazia rappresentativa». Nell’istanza presentata, Mascaro sottolinea inoltre quelli che sono i passaggi “chiave” dell’ultima sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato «improcedibile l’appello incidentale proposto dal sottoscritto unicamente per “sopravvenuta carenza di interesse” specificando in particolare che “..poiché la differenza tra il candidato proclamato Sindaco Mascaro ed il secondo Ruggero Pegna è di ben 5.260 voti e poiché il totale dei voti espressi nelle 4 sezioni in esame è di 1.267 anche a voler attribuire l’intera dotazione di voti al secondo candidato e zero a Mascaro il divario rimarrebbe in ogni caso rilevante”».
Ora però bisogna capire quando di andrà al voto ed è questo il terreno di scontro, la “zona d’ombra” su cui il sindaco sospeso chiede che si faccia chiarezza. Per l’avvocato Mascaro, infatti, il prolungamento dello stato attuale con l’Ente gestito dalla terna commissariale è «una preclusione ingiustificata al Consiglio comunale di esercitare le proprie funzioni» e «attendere il periodo ad oggi fissato per lo svolgimento della rinnovazione delle operazioni elettorali (e cioè il periodo 15 settembre-15 ottobre), in assenza del persistere di specifiche condizioni di emergenza epidemiologica, costituirebbe una gravissima violazione di ogni più elementare principio di democrazia rappresentativa nonché una gravissima penalizzazione per una Comunità», governata da oltre cinque mesi dalla terna commissariale.
Paolo Mascaro, inoltre, sottolinea un altro passaggio della sentenza del Consiglio di Stato dove ha «incidentalmente ribadito l’ovvio principio che non occorre neanche procedere al turno di ballottaggio in quanto l’intervento giudiziario del Tar si è limitato inevitabilmente a rimuovere solo l’esito delle 4 sezioni ove si è riscontrata sussistenza di irregolarità».
Per queste ragioni l’istanza del sindaco sospeso di Lamezia è stata inoltrata anche all’Anci, ai gruppi parlamentari oltre che alla Prefettura di Catanzaro e al presidente della Corte d’Appello di Catanzaro «affinché si proceda, non appena emanato il richiesto decreto legge, alla immediata nuova convocazione dei comizi elettorali per la rinnovazione delle operazioni di voto nelle sole 4 sezioni oggetto della sentenza del Tar Calabria».
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