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La riflessione

«Qualcuno provi vergogna per la Sanità calabrese»

Possibile che nessuno intervenga per salvare la Sanità in Calabria e portarla ai livelli delle altre regioni? Possibile che in questo nostro Paese non si provi vergogna per come è stata ridotta? La S…

Pubblicato il: 14/06/2021 – 10:28
di Franco Scrima*
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«Qualcuno provi vergogna per la Sanità calabrese»

Possibile che nessuno intervenga per salvare la Sanità in Calabria e portarla ai livelli delle altre regioni? Possibile che in questo nostro Paese non si provi vergogna per come è stata ridotta?
La Sanità è commissariata da dieci anni e non si sa per quanti altri decenni ancora sarà destinata a rimanere cenerentola. Tanto nessuno prova vergogna. Altrove, probabilmente, sarebbero stati sufficienti dieci giorni per rimettere i conti in sesto. Ma la Calabria è sinonimo di profondo Sud, e da queste parti non ci sono interessi miliardari che fanno gola; dunque, che si viva o si muoia è relativo. Non interessa ad alcuno. Qui si marcia con passo lento, pesante, senza interessi che non siano gli stipendi di chi si mette in politica. Ecco perché alla fine a prevalere sono sempre gli interessi spiccioli che fanno gola a quel sottobosco che “gestisce” uomini e cose. Eppure la Sanità rappresenta il settore nel quale venivano riposte le speranze dei calabresi che, nonostante tutto, continuano a considerarla funzionale al bene primario qual è la salute.  
Adesso si vuole che sulla Sanità abbia messo le mani anche la ‘ndrangheta. Non è un obiettivo improbabile, trattandosi di una regione per molti aspetti predisposta all’impoverimento. Non sarà stato difficile impoverire una regione già disagiata “arraffando” quel poco che era rimasto sul territorio abitato da persone prevalentemente e intellettualmente oneste, che hanno sempre guardato con particolare attenzione al settore della salute!
Così viene meno tutto; non rimane niente di cui vantarci, che ci possa far sentire orgogliosi di essere calabresi? Male. Molto male! La Calabria è diventata una regione nella quale si enfatizza persino la ‘ndrangheta come se fosse un’attività produttiva d’eccellenza, la più grande industria presente sul territorio. E forse lo è davvero, almeno nell’immaginario di chi si lascia coinvolgere ed ha scelto di vivere ai margini della legalità. La cronaca, d’altra parte, ci ricorda che, tranne casi sporadici, la delinquenza la combattiamo spesso a parole, visto che nei fatti c’è sempre qualcuno, specie in quel mondo di mezzo, disposto a dialogare con essa pur di primeggiare, magari nelle urne.
Per ritornare alla Sanità, la Calabria non avrebbe avuto bisogno anche del Corona virus per appesantire un settore che versa in uno stato pietoso, di grave precarietà. Le responsabilità sono molteplici e non escludono quei “commissari” che si sono succeduti negli anni, alcuni dei quali hanno dimostrato a chiare note solo incapacità; anche se dalla loro c’è che hanno dovuto fare i conti con un budget micragnoso che non consentiva di sanare il deficit degli organici di medici, del personale paramedico e delle attrezzature. Il Governo, da parte sua, continua a lavarsi le mani inviando annualmente in Calabria risorse per poco più di tre miliardi che non sono sufficienti per risanare i bilanci degli anni precedenti e per ripristinare gli organici ridotti all’osso. E nessuno mai ha provato vergogna!
Eppure, nonostante il quadro desolante, la Calabria è la terra nella quale ritornerei a vivere, ammesso che oltre a quella che mi rimane, ci sia una seconda vita. Mi gusterei ciò che Francesco Bevilacqua definì «un intreccio armonico tra umano, divino e naturale». La Calabria, per chi la conosce, è un universo che con i suoi colori invita alla vita, a ritrovarsi con sé stesso; una regione baciata dalla natura, che, oltre ai sapori intensi della cucina tradizionale, offre lo splendore dei suoi mari e dei suoi monti, paesaggi incredibilmente armoniosi, molti ancora “selvaggi” e misteriosi.  
È in questa regione, peraltro, che si può ancora fare un tuffo nella storia dell’antica Grecia. A Crotone nacque e visse Pitagora che diede vita alla famosa scuola nella quale la matematica venne elevata a scienza teorica.
Questa è anche la terra di Tommaso Campanella dove è ancora possibile provare l’emozione di vivere il suo territorio e il suo mare, nonostante i tentativi umani per impoverirli e, se non fosse per l’inadeguatezza di buona parte della classe politica che non promette nulla di buono, sperare anche di affrontare il futuro in modo dignitoso. La situazione attuale non è più sopportabile! Siamo governati da una classe politica mediocre che, capace solo di farsi liquidare stipendi tra i più alti del Paese, non riesce a proporre nulla di costruttivo, ad avere una visione del domani, a lavorare per un’idea di sviluppo organico della regione. E dire che la Calabria, a differenza di molte altre regioni, ha risorse e intelligenze che, se impegnate, potrebbero garantire prosperità anche per le generazioni future.
*giornalista

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