CATANZARO «Oggi, a causa delle azioni illegittime finora perpetrate dall’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro nei confronti della società nostra datrice di lavoro, che perdurano nonostante le vittorie ottenute nei giudizi intrapresi dalla società medesima, la certezza del posto di lavoro che avevamo sta vacillando e rischia di venire meno per sempre. Vivendo giornalmente le attività della nostra Asp commissariata per mafia, siamo più che certi che l’intento non sarà certo quello di favorire i livelli occupazionali o assistenza agli anziani, ma con i soldi della Rsa di Chiaravalle ripianare qualche debituccio che i tanti colletti bianchi nominati dalla politica hanno prodotto negli anni». E’ quanto affermano i dipendenti della Salus M.c. Srl, titolare delle strutture socio-sanitarie “la Ginestra Hospital Rsa” e “la Domus Aurea Cp” di Chiaravalle Centrale, in una lettera inviata al sindacato Usb che ne ha reso noto il testo. «Circa 50 lavoratori che dal giorno della pandemia, ricordiamo gli appelli della clinica colpita da Covid19 e dove il 75% tra pazienti e lavoratori chiedeva di essere assistito dalle autorità – sottolinea l’Usb – come regalo per la loro solerzia sono stati letteralmente chiusi ed è stato loro inibito qualsiasi ricovero di anziani. In periodo di pandemia ci dicevano ‘andrà tutto bene’ come Usb, invece diciamo che la pandemia è servita a ‘cappottare’ quel poco di buono in termini di servizi di assistenza si era costruito negli ultimi 20 anni, per questo oggi lanciamo l’allarme su un settore quello sociale di assistenza in crisi, con lavoratori allo stremo economico, una profonda sofferenza che ha travolto nella provincia in questa fase emergenziale, sia le strutture ospedaliere che piccole cliniche in supporto al servizio nazionale». «Ora si tratta di cogliere qualche obiettivo – è detto ancora nella nota – contro questa gestione dell’Asp di Catanzaro, che per quanto se ne dica, a prescindere dalle posizioni conflittuali della Usb, al momento ha solo prodotto danni alla città. Cosi come tutta la provincia di Catanzaro in questi momenti emergenziali, in fase di pandemia da Covid-19, sta solo subendo depauperamenti ad ogni livello proprio all’interno di interi settori della Pa senza che nessuno intervenga. Una Pa che non si riesce in alcun modo, nella legalità, a snellire le procedure e portare benefici alle attività lavorative, anzi al contrario spesso attua bracci di ferro per questioni personali vedi la Rsa di Chiaravalle».
«Come Usb – riporta ancora il testo – stiamo attivando tutti canali sindacali al fine di trovare interlocutori regionali ‘giusti’ per riprendere le attività lavorative di 50 unità, ed evitare che oltre alla pandemia e la burocrazia i lavoratori siano colpiti da un altro virus quello dell’usura del racket dei prestiti a tassi folli, fenomeno criminale presente soprattutto in alcune zone che garantisce introiti sicuri per mantenere strutture funzionanti, visto come il malaffare mira a entrare nelle piccole società, nei negozi e nei cantieri, ma anche nelle famiglie e nella vita personale dei singoli individui».
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